di Annalisa Vitiello
Sono oramai due mesi e mezzo che mi trovo a Ponza per lavoro.
Posso dire di essere quasi a metà di questa bellissima avventura che, oltre a permettermi di passare molto tempo con i miei parenti ponzesi, mi sta dando la possibilità di conoscere quest’isola da un punto di vista nuovo.
Ponza per me è sempre stata un luogo magico, dove venire a passare le vacanze estive e staccare per qualche settimana dalla vita frenetica di città. Le mie giornate qui si sono sempre divise tra bagni a Cala Fonte e cene con parenti e amici. Non che quest’anno manchino le cene (anzi, sono molto grata alle mie zie che ogni giorno si preoccupano che mangi abbastanza e mi preparano pranzi deliziosi!) ma c’è qualcosa in più che mi sta spingendo ad andare alla scoperta di luoghi e storie da me mai conosciuti prima. In tutto questo è, sicuramente, complice il mio lavoro da guida turistica alle Cisterne Romane della Dragonara e del Corridoio.
Proprio oggi, fra una visita e l’altra, sono alla andata alla ricerca delle antiche necropoli paleocristiane, situate sopra il Bagno Vecchio. Non mi è stato facile trovare il sentiero perché non conoscevo la zona da cui parte, ovvero gli Scotti. Ma fortunatamente qui a Ponza quando chiedi aiuto trovi sempre qualcuno disponibile a darti una mano! E proprio grazie alle indicazioni di Martina Carannante e di suo padre sono riuscita a individuare la strada.
La prima parte del sentiero è tenuta molto bene e offre una vista meravigliosa sulla Parata e tutta la costa est di Ponza fino a Zannone. Purtroppo a un certo punto il percorso si fa impervio a causa delle erbacce e dei rovi (consiglio infatti di andare con i pantaloni lunghi per non graffiarsi le gambe).
Dopo circa 15 minuti dall’inizio della strada sono riuscita a trovare le necropoli. Si tratta di tre grotte una accanto all’altra; gli ingressi, molto bassi, sono un po’ nascosti dalla vegetazione ma comunque visibili. All’interno non è rimasto molto, se non le nicchie scavate negli angoli.
Se non fosse per una croce incisa sul muro della prima grotta non si capirebbe che un tempo erano state usate come luoghi di sepoltura. Ammetto che ho provato una certa inquietudine a stare da sola in quei posti un po’ bui e nascosti ma la curiosità ha avuto la meglio.
Sono rimasta un po’ delusa nel vedere lo stato di abbandono in cui si trovano queste necropoli, sarebbe molto bello se si riuscisse a ripristinare il sentiero e a valorizzare questi luoghi; si potrebbe far conoscere ai turisti un’altra parte della “Ponza antica”.
Prossima gita, diga di Giancos!
Martina Carannante
9 Luglio 2016 at 12:04
Annalisa ti ringrazio per il pensiero rivoltomi nel tuo pezzo, in realtà quando mi hai chiamata per le indicazioni avevo un po’ di difficoltà ad aiutarti perché, come possono testimoniare Enzo Di Giovanni e gli abitanti “scottesi”, quella è una zona delicata ed alcuni sentieri sono stati dichiarati inagibili dal Pai.
So quanto ti piaccia girare per Ponza e scoprire i minimi dettagli, ma come credo ti sia resa conto, questo è sempre più complicato.
Sul sito si trovano delle foto ed un pezzo mio e di Luigi Vitiello, il nostro amico, e anche lui – ricordo- sebbene fosse andato lì con una guida super esperta (Domenico Scotti, guida trekking) ha sottolineato il degrado della zona. Ora, non vorrei essere qui a fare troppa polemica, anche perché come hai detto, tu fai da guida alle cisterne romane appena riportate alla luce, però, visto l’ingente somma della tassa di sbarco – destinata al recupero archeologico- sarebbe il caso di mettere in stand-by l’acqua e proiettarsi verso questo nuovo sito che va sempre più a scomparire. I ponzesi e i villeggianti hanno già perso le necropoli dei Guarini, sarebbe il caso, di conservare almeno queste, vista l’unicità dell’opera stessa!
Per la diga di Giancos… ci andiamo insieme, se trovo un po’ di tempo!
Laura Rusu
9 Luglio 2016 at 12:26
Riprendiamo un altro commento al pezzo di Annalisa da Facebook, dov’è stato postato. Esso risulta molto interessante ed è un peccato lasciarlo solo sul social.
La Redazione
Sono molto contenta di sentir parlare delle necropoli – un vero tesoro – che purtroppo versa nello stato di abbandono più totale.
L’anno scorso, mentre andavamo al Bagno Vecchio, abbiamo incontrato una coppia di francesi che stavano cercando le necropoli, ma ormai avevano abbandonato l’idea. Li abbiamo accompagnati noi. Erano meravigliati e ci hanno detto che in Francia una cosa di questo genere l’avrebbero mantenuta molto meglio; messa in mostra e valorizzata.
Quest’anno è salito anche Bruno Vespa, lo ha accompagnato mio cognato, diceva: “Ci parlo io con il sindaco” poi il vuoto.
I turisti – sono in tanti a visitare questa parte dell’isola – tantissime volte si scoraggiano, altre volte li aiutiamo noi che abitiamo lì, ma è un grande peccato quello che succede. La prima parte della strada é in condizioni migliori perché siamo noi a tagliare un po’ di erbacce, essendo una strada che usiamo.
Mi auguro che nel futuro cambi qualcosa.
Laura Rusu