Usati talora come sinonimi: avvenire e futuro. Ovvero ciò che non è presente, e si definirà, a partire da ciò che è.
Vorrei apportare qualche riflessione. Spero non inutile.
Ebbene io penso che non siano sinonimi, che il loro significato non sia identico. Ne spiego le ragioni.
Futuro, il futuro, è un concetto fisico. E’ legato al tempo e stigmatizza quanto si determinerà in un tempo a venire, non presente.
Concetto fisico, su cui la filosofia ha indagato dalle origini. E sul quale ha poggiato tante affermazioni attinenti alla religione, alla morale. Poi la scienza, e in particolare quella fisica, se n’è impossessato, connettendolo alle teorie astronomiche e geologiche.
Il nocciolo del suo significato consiste nel fatto che il futuro risiede in ciò che avverrà. Determinato dalle cause naturali.
L’avvenire no, l’avvenire è concetto sociologico, connesso con l’attività degli uomini. L’avvenire è il risultato di quanto gli uomini fanno e/o non fanno, conoscono e/o non conoscono.
Soltanto l’imprevedibilità e la caducità della condizione umana rendono l’avvenire inconoscibile. In parte. Perché la parte di cui gli uomini possiedono le ragioni, è prevedibile. Niente affatto sconosciuta.
L’avvenire è determinato dagli uomini. Da ciò di cui possiedono la conoscenza e di cui ignorano le influenze… Il futuro può non essere umano, l’avvenire sì.
Se queste sono le connotazioni concettuali dei significati vado a calare il discorso nel nostro ‘tema’. Che è quello per cui scrivo su questo sito.
Il futuro dell’isola è precario, penalizzato dalla sua conformazione litica, pronto a degenerare all’interno di una condizione naturale, che pure l’ha dotata di bellezze rare; ma il suo avvenire dipende dalle scelte che facciamo noi come comunità isolana.
Più la nostra conoscenza influirà sulle decisioni più saremo padroni del nostro avvenire
Nessuno di noi nati nel boom postbellico avrebbe mai immaginato per Chiaiadiluna il futuro che si è consumato e che si sta consumando, ma il suo avvenire dipende da noi, dalla nostra capacità di realizzare qualcosa che, unendo le necessità storico-archeologiche, quelle fisiche, con le aspirazioni della comunità, possano rendere Chiaiadiluna un luogo agevole.
A determinare l’avvenire confluiscono:
a) – la conoscenza (come ho accennato), non l’interesse ‘di pancia’, non l’istinto, non la creduloneria;
b) – le ragioni sociali, quelle per le quali una comunità sta assieme. Non le divisioni, non la partigianeria.
Chiudo con uno slogan. Se oggi il nostro futuro si mostra strapieno di divieti, il nostro avvenire li potrà cancellare.
E’ anche un auspicio, e può diventare un credo.