segnalato da Francesco De Luca
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Prima che la giornata di San Silverio finisca, provvediamo a pubblicare questa storia riportata da Franco.
La Redazione
Non dite che sono sempre io. Non me le vado a cercare. Càpitano. E poi… non tutte a me. Questa però sì.
Edilio, lo storico decano del comitato san Silverio, quello che durante la processione è deputato a portare la borsa in cui i fedeli depositano l’obolo al Santo. Edilio, anche quest’anno, col peso dei suoi anni, ha assolto il suo compito nella processione.
Senonché, una volta in sagrestia, ha notato che nella sacca che stava portando al prete, si evidenziava una busta chiusa. Insolita. Perché lì ci si mettono i soldi non le buste.
Il prete era indaffarato a togliersi i paramenti, Edilio curioso ha chiamato Ciccillo e Gigino e, con loro testimoni, ha aperto la busta.
Soldi non ce n’erano. E nemmeno scritte. Anzi no, una sola frase nel mezzo del foglio: San Sirvé, fà tu. Nessuna firma.
I tre sono rimasti di stucco. Una lettera a san Silverio. Un appello diretto, e pure in dialetto. Con un invito esplicito, un ordine… no, una preghiera: San Sirvé, fà tu.
Cosa? In cosa dovrà concretizzarsi l’intervento del Santo? Mah.
“Frà… tu che dice?” – rivolti a me.
“No no, io sono il meno indicato a decifrare i messaggi fra spiriti religiosi” – ho risposto.
L’impegno di pubblicizzare il fatto tramite Ponzaracconta, questo è un impegno che volentieri adempio. Per il resto… i fedeli di san Silverio sanno come arrivare al cuore del Santo e Lui sa bene come accontentarli.
San Sirvé, fà tu.
Silverio Guarino
21 Giugno 2016 at 23:00
C’era una volta un ponzese, molto devoto a S. Silverio; passava tutta la sua vita a mangiare e bere a dismisura e a fumare quaranta sigarette al giorno, quando incontrò sulla sua strada l’ipertensione, il diabete, la gotta e l’infarto del miocardio.
La medicina aveva fatto passi da gigante e, mentre stavano per fargli una coronarografia per valutare eventuali angioplastiche, posizionamenti di “stent” o interventi di by-pass aortocoronarici, si rivolse all’amato Santo protettore chiedendo la sua intercessione con un laconico e telegrafico: “San Sirvé, fà tu”.
Rispose il Santo, distogliendosi da più onerosi impegni: “Ma se non ti sei voluto bene tu, per tutti questi anni, come puoi pretendere ora che io voglia bene a te?”
Il Cielo dice:”Aiutati che Dio t’aiuta!” (S. Silverio lo sa).
Sandro Russo
21 Giugno 2016 at 23:51
Secondo me la sacca delle offerte non è il posto per mettere una richiesta, ma un obolo. Forse ha voluto dire: San Sirve’, vedi tu quanto può servire e trova un modo per farmelo sapere!
susy scarpati
22 Giugno 2016 at 01:42
Non voglio assolutamente entrare in polemica con Franco, sia ben chiaro… Sapete bene come son fatta, che se non dico quello che penso fischio come una pentola a pressione. Perché scrivere “San Sirve’ fa tu” nel sacchetto delle offerte? Mi sembra che a San Silverio lo stiamo scomodando un po’ troppo e in maniera inadeguata… C’è chi lo fa per fede, chi per tradizione, chi per amore o per 1000 altri motivi… Ma chi dedica i suoi pensieri a San Silverio lo fa in silenzio… In quello raccolto della chiesa, nella propria casa, nel proprio cuore o ammirando la maestosità del nostro mare e della nostra bellissima terra. Se si vuole rivolgere la propria supplica al nostro Santo Patrono non si prova il bisogno di uno scritto da infilare da qualche parte ma solo perché vuoi fare sensazione e non hai il coraggio di dire davvero quello che vorresti e allora le metti in bocca a San Silverio per fare sensazione, notizia… Perché “s’adda parla’… S’adda ‘nciucia’ e chiacchiera’”. E no! E non sono d’accordo e credo molti come me… Il VECCHIARELLO che sta in chiesa non è una stupida statua di gesso, guardare in quegli occhi mesti e pensierosi è fare un viaggio ogni volta: ci vedi il sorriso di tua madre, la saggezza di tuo padre, le risate di bambina, il canto del mare, la prepotente bellezza dell’isola madre, le voci di chi non c’è più, il sibilo del vento che sussurra gioia, il passato, il presente e la speranza del futuro… È l’essenza di questo popolo e la sua appartenenza… A questo punto qualcuno mi dirà che proprio per questo quel biglietto ha un senso… E io dico ancora no perché non si sporca la storia, la tradizione, la fede con queste cose. San Silverio riesce ancora ad essere il lato pulito e puro di Ponza e dei Ponzesi e non parla il politichese. Scusatemi se sono stata lunga…
susy scarpati
22 Giugno 2016 at 02:01
Scusate scritto e punteggiatura ma col cellulare e senza occhiali e’ un’impresa ciclopica!