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Chi spiegherà a turisti e ospiti di Ponza in occasione della festa del santo patrono, che il San Silverio che sembra un ectoplasma del pieghevole e quello appena un po’ più rinfrancato del tradizionale opuscolo, entrambi vecchi e cadenti, è lo stesso al quale tutti siamo abituati da una vita, il santo bruno con gli occhi scuri e vivi che sta sul suo altare, poi su quello maggiore e attraversa le vie dell’isola in processione il 20 giugno?
Peraltro raffigurato nello stesso modo anche sullo stendardo che arriva via mare a Santa Maria la notte dell’entratura? E’ vero che anche la statua delle Forna rappresenta un San Silverio più anziano e con la barba bianca (un particolare iconografico evidenziato anche dall’avvocato Luigi Sandolo nei suoi scritti) ma quella è l’effigie che si porta in processione.
A Ponza invece accompagniamo in corteo “un giovanotto” e in altra sede lo raffiguriamo come un vecchio cadente. Niente di male: ogni età ha la sua dignità e per i santi questo vale ancora di più, però cerchiamo di essere coerenti. Pare che questa immagine decisamente inusuale sia stata trovata tra le cose antiche conservate in sacrestia: ne prendiamo atto.
Critiche a quest’edizione 2016 della festa di San Silverio già non mancano, e lo ha sottolineato lo stesso parroco Don Ramòn in occasione dell’ostensione della statua del santo, con la processione fino al Molo Musco della mattina del 10 giugno:
– “Nessuno fa niente, tutti si tirano indietro ma poi sono pronti a criticare” – ha detto il sacerdote senza mezzi termini.
I motivi sono diversi e li conosciamo tutti: il primo è da attribuire alla scomparsa del cosiddetto Comitato dei festeggiamenti che in passato ha svolto un ruolo determinante per lo svolgimento della festa, e al cui interno si sono succedute figure che hanno scandito la storia dell’isola. Tali figure sono scomparse o vanno scomparendo, non solo fisicamente a causa dell’età ma perché private di qualsiasi facoltà decisionale. Questa carenza si nota e pesa ad ogni livello, come tutti hanno avuto modo di constatare anche in occasione del pellegrinaggio a Palmarola del 5 giugno: dell’assenza materiale e “operativa” del leggendario Attilio, che ormai comincia ad avere i suoi anni, ha risentito anche la scalinata sulla roccia che porta allo scoglio di San Silverio, in un tratto quasi cadente.
E a proposito di novità e di critiche, contesto il fatto che in processione il 20 giugno insieme a San Silverio venga portata anche la statua della bellissima Santa Domitilla. Sono entrambi patroni? Anche Latina ha due patroni, San Marco il 25 aprile e Santa Maria Goretti il 6 luglio: ognuno viene festeggiato per conto proprio, nei tempi e nei luoghi appositi. E nessuno dei due si offende, tutt’altro.
Così a Ponza Santa Domitilla venga opportunamente festeggiata il 12 maggio, e San Silverio il 20 giugno: insomma a ciascuno il suo. Il 2016 per via del Giubileo è un anno straordinario e della misericordia? Vada pure per quest’anno, ma poi mai più. Ricordo un’altra processione con entrambe le statue “in mano” a don Erasmo Materazzo, che per l’occasione registrò parecchie critiche.
E già che ci siamo, “mi tolgo un altro sassolino dalla scarpa”: non mi è piaciuto la sera dell’entratura attendere sulla spiaggia di Santa Maria la motonave Korsar che oltre allo stendardo di San Silverio portava tante altre persone, in una cornice da “gita aziendale”. Eravamo lì per salutare e rendere omaggio al nostro santo, non a tutta la gente che scendeva. Erano alcuni anni che non partecipavo a questa bella cerimonia, quindi non so da quando è stata abbandonata la consuetudine della “varchetella” con poche luci che porta l’effigie di San Silverio a terra.
Insomma, critica più critica meno, questa è la realtà. Va a finire che anche l’ultima certezza che avevamo, San Silverio, come ha scritto Sandro Vitiello nella sua recente epicrisi (leggi qui), comincia a barcollare.
Cosa ci resta dunque, Fausto Leali? Neanche lui. Sappiamo perfettamente che terrà il suo concerto la sera del 20. Ma sull’opuscolo c’è scritto che ciò accadrà il 22.
Sarà pur vero che “chi non fa non falla” ma “chi fa” dovrebbe metterci un po’ d’impegno “a non fallare”.
Biagio Vitiello
16 Giugno 2016 at 11:08
Vorrei far notare a Luisa, che certamente lo avrà solo pensato, che alla processione del nostro Santo Patrono c’è gente che (come me) va poco a messa, ma porta “con la mantella rossa” la statua del Santo.
Poi ci sono molti altri che seguono la processione parlando “del più e del meno”. Ma sono queste le tradizioni del passato? …Io non me le ricordo così!
Come cattolico credente, anche se poco praticante, sono colpito più da queste cose che da altre…
Luisa Guarino
16 Giugno 2016 at 18:04
Caro Biagio, i comportamenti ai quali ti riferisci sono purtroppo da tempo “conclamati” e più o meno mal tollerati dai fedeli più rigorosi. E sono comuni a tante piccole comunità. Colpiscono certamente anche me, ma ciò non toglie che bisogna in qualche modo contrastare anche il costante e arbitrario “imbarbarimento” di usi e costumi legati al culto di San Silverio. Colgo l’occasione per precisare meglio una delle cose che ho scritto: Santa Domitilla non è mai stata co-patrona di Ponza e non lo sarà mai. E questa non è davvero… una guerra tra santi.
vincenzo
16 Giugno 2016 at 20:13
I fedeli più rigorosi si sono abituati a tutto, visto che continuano a vivere questi momenti fianco a fianco al folclorismo popolare.
Ma certo un altro aspetto che va tenuto in considerazione sono quei personaggi che invadono i comitati di festeggiamento per prepararsi alle elezioni amministrative. Non mi preoccupo dei comitati di festeggiamento che servono a fare delle scelte sul cantante e sui fuochi e a raccogliere soldi per la festa; ovviamente mi preoccupo delle amministrazioni comunali che seguono livelli di dibattito e di governo basati su un opinionismo molto simile ai comitati di festeggiamento.