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Premessa. Mi auguro che a nessuno venga una crisi di orticaria, venendo a conoscenza – oltre che del mio amore per la lingua latina – della mia straordinaria passione per la lingua greca.
Ed allora partiamo dall’etimologia della parola: sindaco.
Deriva da due termini della lingua greca: “syn”, preposizione che si usa per il complemento di compagnia e che si traduce: “insieme” e “dike” che significa: “giustizia”.
Quindi il sindaco è colui che vive insieme alla giustizia, in sua compagnia.
Non si diventa sindaci per iniziare a vivere insieme alla giustizia, ma si perfeziona la propria vita, vissuta insieme alla giustizia, per continuare a seguirla.
Per il bene comune.
A parte l’amore per la giustizia che ha permeato la vita passata del sindaco, l’ideale è che questo primo cittadino (“primus inter pares”):
- non abbia scheletri nell’armadio;
- non abbia conflitti di interessi;
- non abbia cause pendenti con chicchessia;
- non abbia nemici personali;
- non abbia “crediti” o “debiti” con i politici;
- non si sia “appecoronato” a nessuno.
Il capo vero (sostiene qualcuno), per essere tale, deve essere: amato, stimato e temuto (!).
Non il sindaco, che, equilibrato e disponibile, è amato e stimato da tutti i suoi concittadini. Tutti. Sia quelli che lo hanno votato che quelli che non lo hanno votato.
E mai temuto.
Da nessuno.
E la sera il sindaco può continuare ad andare a dormire “con il cielo stellato sopra il suo capo e la legge morale dentro il suo cuore”. Sempre. Per tutto il tempo del suo mandato, come ha sempre fatto anche prima di essere stato eletto.
Biagio Vitiello
27 Maggio 2016 at 09:25
L’elencazione di Silverio delle sei qualità di un “sindaco ideale” sono pura “Utopia” (nome fittizio di un paese ideale, coniato da Tommaso Moro).
A me basterebbe trovare un Sindaco veramente votato al “bene comune” che capisca quali sono le necessità del paese, e risolva i problemi che si pongono; e che non tratti i suoi concittadini come se fosse uno sceriffo.
Trovare un ideale di sindaco a Ponza che abbia almeno tre (delle sei qualità citate da Silverio), è cosa molto difficile; sarebbe più facile, forse, trovare un Santo .
Per me, chi ambisce alla carica di sindaco a Ponza, deve concentrarsi a far qualcosa per l’occupazione giovanile e per la cura degli anziani; non spreco di risorse per “centri diurni” ed altro, ma una casa di riposo per anziani: non chiederei altro.
vincenzo
27 Maggio 2016 at 10:29
Venerdì Santo ho incontrato Silverio Lamonica e mentre si aspettava che ‘u fucarazzo si accendesse, abbiamo parlato del più e del meno e tra l’altro gli ho detto: “Silverio, come collaboratore di Ponzaracconta, hai trovato la giusta ispirazione, quella di metterti alla ricerca di articoli scritti in inglese (tua passione) che riguardano l’isola e tradurli per Ponzaracconta e per tutti noi. Ottima operazione di recupero e divulgazione”.
La stessa cosa oggi mi permetto di dirla a Silverio Guarino: “interessante quello che hai scritto sull’etimologia del termine Sindaco ispirata dalla tua passione per il latino e il greco, da cui in effetti derivano le nostre parole e i significati di queste che in qualche modo vanno tramandati, per comprendere la reale distanza tra le parole e i fatti concreti”.
Operazione sicuramente “professorale” ma utile perché:
“La democrazia ha bisogno di parole oneste con le quali possiamo condividere il destino delle nostre comunità. Attraverso le parole prendono forma i pensieri, e le idee acquistano consistenza. Con le parole costruiamo la nostra narrazione del mondo e in ultima analisi la nostra verità” (G. Zagrebelsky).
Adriano Madonna
27 Maggio 2016 at 16:05
All’elenco del dott. Guarino su “che cosa non deve essere un sindaco”, mi permetto di aggiungere che non deve essere arrogante e maleducato. Questa parola: “educazione”, ormai dimenticata, andrebbe ritrovata e valorizzata nel suo importante significato.