di Sandro Vitiello
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Nei giorni scorsi un’altra inumana tragedia ha colpito i migranti che dalle coste del nordafrica cercano la salvezza attraversando il Mediterraneo su imbarcazioni assolutamente inadatte.
Al largo delle coste della Libia un barcone con oltre seicento persone a bordo è andato a fondo in pochi minuti lasciando sull’acqua tutti i suoi occupanti.
Tra loro anche una bambina di pochi mesi: lei si è salvata, la madre è morta nel naufragio.
Si parla di pochi morti al momento e, malgrado i tanti naufraghi, la tragedia non ha avuto altre dimensioni perchè la nostra marina militare, insieme a tante altre imbarcazioni “umanitarie”, sta facendo un importante lavoro di controllo e salvataggio.
Non nascondo un motivo di orgoglio nel leggere che gran parte di quegli uomini finiti in mare si siano salvati perchè il comandante della missione “Mare sicuro” Salvatore Vitiello presente in zona al comando della nave Bergamini si è diretto a tutta forza sul luogo della tragedia recuperando i vivi e raccogliendo i morti che il mare non aveva ancora portato nelle sue profondità.
In una bella intervista al Corriere della Sera ha raccontato le fasi del salvataggio e ha fatto delle belle considerazioni sul lavoro che svolgono in quel mare che per troppi esseri umani è diventato una tomba.
Di Salvatore Vitiello, figlio di ponzesi che vivono all’isola d’Elba, abbiamo scritto a fine febbraio (Sergio Monforte e Raffaele Sandolo) quando ha ricevuto l’importante incarico di comandante della missione “Mare sicuro”.
Oggi ci complimentiamo con lui per l’importante lavoro che sta portando avanti.