di Rosanna Conte
L’immagine familiare che emerge dal monitor mi proietta immediatamente nella tematica Ponza-Resistenza.
Prima ancora di leggere il titolo dell’articolo, so di chi parla.
E’ Maria Vitiello, sorella di don Mario, il sindaco, che gioca con la figlioletta Enrica.
Ne avevo riprodotto la foto dal testo di Silverio Corvisieri per parlarne con i ragazzi di Ponza a scuola durante l’incontro dello scorso anno. L’immagine che vedo risulta tratta dal blog Frammentidiponza
Quello che mi scorre davanti è il Secolo XIX di Genova del 19 aprile di quest’anno e l’articolo (di Annalisa Rimassa) s’intitola: La baby partigiana: “In spalla di notte per nascondermi ai fascisti”.
Il quotidiano riporta l’iniziativa di alcune scuole genovesi che hanno invitato Enrica Cànepa, la figlia di Maria Vitiello e del comandante partigiano ‘Marzo’, a testimoniare la sua esperienza resistenziale.
E’ il secondo giorno di seguito che il giornale parla dell’argomento (leggi anche qui).
Noi ponzesi sappiamo che la nostra compaesana Maria è stata in montagna a fare la resistenza col marito, prodigandosi a curare i feriti, a spidocchiare e a sfamare i partigiani della Divisione Cichero che combatteva contro i nazifascisti sulle montagne liguri. La piccola Enrica stava con lei, vivendo tutti i pericoli della situazione.
Oggi può testimoniare agli alunni genovesi quella esperienza che gli adulti tentarono, comunque, di farle vivere con leggerezza, ma che ha lasciato impressa nella sua mente e nel suo animo la quotidianità e i dolori della vita di montagna. “Il Severino” che la portava sulle spalle per scappare e che la faceva divertire, fu preso prigioniero e ucciso dai fascisti.
Enrica ricorda come, benché bambina, sapesse chiaramente quando doveva tacere e come dovesse far sparire documenti all’apparire di persone in divisa. E noi abbiamo trovato altra testimonianza di bambini, figli di antifascisti come gli Abbiati, che sapevano cosa fare nei casi di emergenza (sul sito, leggi qui). Bambini cresciuti molto più in fretta degli altri.
Ma Enrica Canepa è lì anche per parlare di sua madre. La municipalità di Genova a cui appartengono le due scuole ha intitolato una strada a Donne della Resistenza e fra esse c’è senz’altro Maria Vitiello.
Se pensiamo che a diverse confinate a Ponza sono state dedicate strade nelle loro ed altrui città (da Dolores Abbiati a Brescia, a Cesira Fiori a Roma, a Camilla Ravera in ben altre dieci città oltre che nella sua Alessandria) ci sembra opportuno, se non doveroso, dedicarne qualcuna a Maria, la prima partigiana d’Italia, qui a Ponza, l’isola dove è nata.