Attualità

Cronache da altri mari

di Monia Sciarra
lauro
Le notizie dal mondo del cabotaggio oggi ci toccano solo indirettamente. La Siremar passa alla Società di Navigazione Siciliana di cui sono soci Ustica Lines (proprietà Morace, papà di Lauretta) e Caronte&Tourist (proprietà Franza e Matacena).
Quattro anni fa, a seguito della privatizzazione, Siremar fu acquisita dalla Compagnia delle Isole formata da Salvatore Lauro (proprietario di Alilauro e socio di Laziomar) e dalla Regione Sicilia; l’acquisizione fu resa possibile da una fidejussione di 30 milioni della Regione, all’epoca presieduta da Raffaele Lombardo: bell’esempio di privatizzazione con i soldi pubblici su cui il Tar prima e il Consiglio di Stato poi hanno avuto da ridire, annullando la gara perché la presenza della Regione configura aiuto di Stato. Siremar è un gruppo dalle dimensioni notevoli: fattura 75 milioni annui di cui 55 di contributi pubblici e conta 380 dipendenti a cui si aggiungono gli stagionali.
I soci che oggi rilevano Siremar andranno ad operare “secondo le specifiche aree di competenza” cioè faranno concorrenza a loro stessi: Morace si occuperà degli aliscafi, Caronte dei traghetti. Cosa questo significhi lo si capisce considerando quanto accade nei collegamenti con la Sardegna, dove Onorato ha una posizione dominante: l’Antitrust sta verificando l’accusa del concorrente Grimaldi secondo cui non solo Onorato ostacola l’ingresso nel mercato di altre compagnie, ma rifiuta di imbarcare i mezzi di operatori colpevoli di essere anche clienti di Grimaldi o pratica loro condizioni sfavorevoli (leggi qui su www.repubblica.it).
Insomma, come è oramai acclarato, la liberalizzazione anziché favorire l’ingresso di altri operatori e quindi una sana concorrenza, benefica per l’utenza, si è tradotta in monopoli o in posizioni dominanti. Il contratto per l’acquisizione di Siremar prevede l’immissione di quattro nuovi aliscafi, il rinnovo della flotta, l’ottimizzazione degli orari.
Il primo punto è per noi particolarmente interessante perché una fonte autorevole quale il Sole24h non si riferisce genericamente a mezzi veloci bensì ad aliscafi, ossia a natanti che, secondo il sindaco di Ponza, nessuno costruisce più.
Invece, a quanto apprendiamo oggi, gli aliscafi si costruiscono, ma solo dopo aver venduto a caro prezzo i ‘monocarena’ come Lauretta ed averli mandati nell’unico posto del mondo in cui sanno capirli e apprezzarli. In realtà Morace costruisce dei bellissimi aliscafi secondo la tecnologia dei famosi cantieri Rodriquez, dalla capienza di 240 posti, con un pescaggio di 4,5 metri (che non tutti i porti consentono); costano 7 milioni rispetto ai quali il costo d’acquisto di Lauretta è uno sproposito.
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Come al solito: tuttapposto!
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 Immagine di copertina: la foto ritrae Salvatore Lauro
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