di Silverio Lamonica
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No, cari lettori, non mi riferisco alle meravigliose ginestre e agli inimitabili guastaccette che si apprestano a vestire Ponza di giallo e a profumarla con un aroma soave e inebriante.
Invece intendo dire che questa nostra meravigliosa isola ha ispirato, pensate un po’, un romanzo giallo alla scrittrice americana Aileen Novatzki, forse perché Ponza è vista dagli amici anglosassoni come un luogo che affascina, proprio perché avvolto in un alone di mistero. Il titolo originale dell’opera è Peril on Ponza, di cui ho tradotto dall’inglese la seguente recensione:
Pericolo su Ponza
di Aileen Novatzki
Si profila un dilemma sull’isola di Ponza, al largo della costa italiana e minaccia seriamente i mezzi di sussistenza dei suoi pescatori. I mitili sono stati contaminati da tre mesi e un tentativo per risolvere il problema è sfociato in un omicidio. Il caso intricato della contaminazione spinge la locale forza di polizia a chiedere l’appoggio dei colleghi in terraferma. Due coniugi agenti segreti, di stanza a Napoli, arrivano sull’isola fingendosi giornalisti americani. Bev e Brian Moore sbrogliano il mistero della contaminazione. Essi indagano sui lavoratori interni all’isola e scoprono qualche sinistra attività che conduce al rapimento, alla violenza e alla morte. La giovane coppia americana sbroglia un complotto internazionale finalizzato a rovesciare la nascente democrazia. Il tutto grazie ad una meravigliosa messa a punto di un perfetto tempismo. Ponza tornerà alla prosperità e alla tranquillità? Essenziale è la rapidità.
Aileen Novatzki di professione insegnante, istruttrice di college e traduttrice. Ha scritto brevi racconti, novelle per bambini e saggi; ha viaggiato molto con il marito. Dedica parte del suo tempo come docente nel parco naturalista dell’area di Los Angeles. (dal blog sotto riportato)
http://www.amazon.it/Peril-English-Edition-Aileen-Nowatzki-ebook/dp/B0070W2VBW
Di Silverio Lamonica, in condivisione con www.buongiornolatina.it
Nota
Qualche anno fa – ottobre 2012 – lo stesso libro è stato segnalato sul sito da Paolo Iannuccelli (leggi qui); ma in casi come questi è il caso di dire ‘repetita iuvant’ – (NdR)