Non so quanti hanno conosciuto e seguito la musica di Keith Emerson: per la mia generazione un mostro sacro delle tastiere.
”Quello che Jimi Hendrix è stato per la chitarra, Keith Emerson è per le tastiere” – si diceva ai miei tempi… In assoluto uno dei tastieristi di maggior talento della storia del rock; un innovatore nell’uso dell’organo Hammond ed in particolare dei sintetizzatori Moog. Fortemente imbevuto di musica classica tanto che si poteva permettere spericolate contaminazioni / elaborazioni classico-rock… Fondamentale al riguardo la sua versione de “Quadri da un’esposizione”, una suite per pianoforte di Modest Musorgskij (1874), diventato come “Pictures at an exhibition” (1971) uno dei suoi capolavori.
Keith Emerson lo seguivo dai tempi in cui suonava con The Nice (dal 1967 fino al ’70 quando il gruppo si sciolse) e poi con gli ”Emerson, Lake & Palmer”. Un gruppo di musicisti invasati, ciascuno di nobile pedigree, composto – oltre a Keith Emerson -, da Greg Lake (chitarrista-cantante-bassista), proveniente dai King Crimson (!), e Carl Palmer (batteria-percussioni), proveniente dagli Atomic Rooster.
Ho sempre ritenuto che fosse un miracolo in musica: una coordinazione assoluta tra gli strumenti (tastiere, chitarra e batteria), improvvise variazioni ritmiche e mai una sbavatura tra gli stacchi e gli attacchi!
Erano già un mio mito, gli Emerson Lake & Palmer (ELP)… Mi entrarono definitivamente nel cuore in quel confuso / meraviglioso dormiveglia che è ancora oggi per me l’avventura dell’isola di Wight del ’70 [raccontata qui, qui e qui]. Nel programma – il più ricco della storia del rock – ci sono anche loro, gli ELP, insieme a: …Jimi Hendrix, Chicago, The Doors, Lighthouse, The Moody Blues, The Who, Miles Davis, Joan Baez, Joni Mitchell, Jethro Tull, Sly & the Family Stone, Ten Years After, Emerson, Lake & Palmer, Donovan, Richie Evans, Procul Harum… e tanti altri.
Tarkus è il secondo album degli ELP (il primo si intitolava semplicemente “Emerson, Lake & Palmer” considerato uno dei più rappresentativi del trio e del rock progressivo. È un album concept in cui tutta la prima facciata narra le vicende del mostro Tarkus, visibile nella copertina dell’album. È una specie di armadillo gigantesco, motorizzato e cingolato, che di volta in volta combatte contro altri mostri mezzi reali e mezzi macchine
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Leggo dalle notizie di cronaca che Keith Emerson ha deciso di porre fine volontariamente alla propria vita con un colpo di pistola alla testa. Da qualche tempo combatteva con una malattia invalidante (e progressiva) che aveva colpito la sua mano destra. Per un musicista come lui doveva essere il massimo della frustrazione e in effetti spesso mi sono chiesto come affrontano le limitazioni della vecchiaia i grandi virtuosi di arti molto centrate su una specifica abilità… Penso ai musicisti, ma anche a Monet che continuava a dipingere le sue Ninfee quando era quasi cieco o, o per altri aspetti, ai poeti e agli scrittori…
Grande (e pesante) argomento da affrontare…
Per ricordare questo grande artista ho scelto un brano di 9 minuti circa che fa comprendere come una semplice ballata – “Lucky man” – possa venire dilatata e nobilitata da un assolo per tastiere che va dal tempo 5’05’’ fino alla fine.
Le parole, in un certo senso profetiche ‘a posteriori’ sono riportate di seguito.
Ma c’è anche un’altra particolarità nel brano che rende ragione della mia scelta, nell’ambito di una produzione impressionante: dal tempo 7’ 10’’circa (fino a 7’ 34’’) Emerson suona il theremin, uno dei congegni più strani mai creati, che non prevede il contatto fisico dell’esecutore con lo strumento. Si basa su oscillatori di frequenza e produce, in rapporto alla presenza delle mani del musicista nel campo d’onda, dei suoni sul principio fisico del ‘battimento’ nel campo delle frequenze udibili (per saperne, leggi su Wikipedia: Theremin).
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Da YouTube, Lucky man con Keith Emerson e la sua Band (non con Lake e Palmer)
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Keith Emerson at Emo Nearfest 2006