“Voglio trovare un senso a questa sera, anche se questa sera di senso non ne ha. Voglio trovare un senso a questa vita… ” canta Vasco Rossi.
Alle volte anche noi che scriviamo ci ostiniamo a cercare un senso all’epicrisi settimanale, a trovare un filo conduttore, un tema portante. Ma a volte il bello dell’insieme delle notizie pubblicate giorno dopo giorno, arricchite e integrate dai diversi commenti, sta proprio nell’essere differenti, di tipo e taglio diverso: un pot pourri, un puzzle, che proprio dagli argomenti più disparati trae fascino e forza.
È un dato di fatto però che a tenere banco anche questa volta sia il problema dei collegamenti, reso ancora più drammatico quando è associato dall’emergenza sanitaria. E il caso dell’anziana signora scoppiato addirittura una settimana fa ha registrato interventi, commenti, giudizi, accuse, spiegazioni, chiarimenti forse, che ci auguriamo possano portare davvero a proposte operative concrete, a conclusione di un confronto di idee, per quanto movimentato possa essere.
Un altro argomento molto importante e delicato viene messo in evidenza dai ragazzi dell’ITC Filangieri con “Non è un paese per studenti” che mutua il titolo del famoso film dei fratelli Coen “Non è un paese per vecchi”. Le condizioni degli edifici scolastici in gran parte della provincia lascia a desiderare, e gli studenti chiamano in causa proprio la Provincia: vogliamo aspettare qualche brutto episodio di cronaca per prendere qualche provvedimento? Inoltre Ponza è un po’ “fuori mano” ma non può certo valere il principio “lontano dagli occhi, lontano dal cuore… ”.
Insomma l’isola non è un paese per studenti, non è un paese per vecchi (scomodo, senza servizi), non è un paese per bambini (nascono tutti fuori e dopo i primi anni di scuola fuggono quasi tutti in terraferma). Insomma, per chi è questo paese? Forse tanto varrebbe rassegnarsi al concetto di “villaggio vacanze”, frustrante forse, ma consolatorio e anche realistico, alla luce dei fatti.
Durante la settimana non è passata certo sotto silenzio la data dell’8 marzo, giornata internazionale della donna, e significativi sono stati i contributi espressi giustamente al femminile, spaziando fra le “stroleghe” (streghe) dei Monti Lepini e le donne erranti, sempre uguali e sempre diverse da che esiste il mondo.
Fa discutere il riaffacciarsi del provvedimento del ministro Delrio per l’accorpamento dei piccoli Comuni, con la proposta del senatore Maurizio Calvi che vedrebbe associati i territori di Sperlonga, Ponza e Ventotene, che a loro volta entrerebbero poi a far parte di una più vasta “area sud”. La proposta suscita vari commenti, tutti contrari e preoccupati. A parte la bellezza, cosa hanno in comune Sperlonga, Ponza e Ventotene? E a mio parere non trova consistenza nemmeno l’idea di un accorpamento con le isole dell’arcipelago campane: il cordone ombelicale è stato tagliato da tempo e in questi decenni l’essere inseriti in due province diverse ha comportato cambiamenti di tale portata da non consentire di tornare indietro.
Come sempre non le manda a dire Sang’ ’i Retunne nella sua rubrica settimanale. Lui auspica niente di meno che il ritorno di un rivoluzionario del calibro di Carlo Pisacane, che arrivi sull’isola e dia addirittura fuoco al Palazzo comunale, al punto che si preoccupa… – Pisacane manca da tanto di quel tempo e magari non sa che il Municipio ha cambiato sede: “Informatelo che lo hanno spostato, sennò rischia di fare un danno irreparabile alle case della Punta Bianca” – avverte preoccupato.
Mi ha colpito, in tutt’altro genere di scrittura, il lavoro che riguarda il testo di Derek White che trae spunto dalla sua visita a Ponza nel 2012, e che dopo essersi ispirato per due puntate all’opera “The fixed stars” di Brian Conn, passa ora a “Componendo fango sotto il faro di un’isola imprecisata”, che nasce dalla lettura di “We make mud” di Peter Markus. Non è un testo facile, anche se i commenti servono a illuminarlo, e si capisce che a monte c’è un lavoro impegnativo, ma il risultato è di grande suggestione e coinvolgimento: un’emozione rara.
Rimanendo nell’ambito di argomenti solo apparentemente più leggeri, mi piace concludere con il richiamo, d’attualità ma già con una punta di nostalgia, ai preparativi per l’imminente festa di San Giuseppe a Santa Maria, perfetta nella sua cornice di primavera: l’ho vista solo una volta e diversi anni fa ma ne conservo tuttora un ricordo bellissimo.
E parlando di primavera, cosa c’è di più bello delle “Cartoline di Ponza in fiore”? Con quegli scorci verdi e fioriti che in estate sono solo un ricordo lontano, con le eriche, i vastaccetti, le ginestre e tutte le altre meraviglia, con quel mare che sembra “pittato” a fare da sfondo.
È la Ponza che amiamo di più, quella che ci fa dimenticare tutti i disagi, i problemi, le difficoltà. È il panorama che certamente ora si sta godendo dall’alto e in buona compagnia anche Peppino Cucinotta, che ci ha lasciato una settimana fa, un altro dei ponzesi d’adozione innamorato di questa terra nel più profondo del cuore.