Tutto comincia con questo articolo – pubblicato sul sito il 9 luglio 2015 (leggi qui) – che fa rilevare una discrepanza tra il numero dei residenti di Ponza iscritti all’anagrafe (poco oltre i tremila), ed il numero degli assistiti iscritti negli elenchi dei due medici (poco oltre i 2500).
Interpellato in proposito dal sottoscritto, il Sindaco di Ponza, con lettera protocollata in data 8 febbraio 2016 (quindi pochi giorni fa) risponde: “Per sua scienza, i residenti a Ponza sono attualmente 3395 e di questi 140 maschi e 142 femmine non sono cittadini italiani”.
Lettera protocollata del Sindaco, dell’8 febbraio u.s.
Ma l’ineffabile primo cittadino non si limita a questo: qualche giorno prima, il 25 gennaio, aveva affidato alla sua pagina Facebook una esternazione dal titolo “La fesseria del giorno” (v. immagine qui sotto), in cui con il suo solito stile irridente minimizza sul mio allarme e fornisce i suoi numeri, aggiungendo una mia foto.
Così attento alla salvaguardia della sua immagine, il nostro Sindaco che minaccia querele a destra e a manca, e così poco rispettoso della privacy dei suoi concittadini!
Ma a parte questo, è sul senso del messaggio che vorrei richiamare l’attenzione: la differenza numerica tra i residenti effettivi (anagrafe) e quelli iscritti negli elenchi dei medici è enorme: è mai possibile che tutte queste persone non hanno mai fatto una vaccinazione (obbligatoria), un certificato di assenza a scuola, un certificato per lo sport o per il conseguimento di una patente, per il porto d’armi o un libretto di navigazione?
Nell’articolo citato, a firma mia e del dott. Isidoro Feola, ipotizzavamo una serie di possibilità per spiegare la discrepanza numerica, ma l’insistenza del Sindaco a minimizzare il problema e metterlo in burla è indice di superficialità di giudizio o peggio ancora, e certo non tranquillizza.
In un commento sul sito (del 23 gennaio u.s -NdR) ad un articolo di Vincenzo Ambrosino (leggi qui) mi chiedevo:
“Cosa fa questa amministrazione per scovare i falsi residenti che non pagano la tassa sulla prima casa e che viaggiano da sempre usufruendo del biglietto ridotto sui mezzi di comunicazione per il continente?”
Avevo già anticipato la risposta: “Proprio nulla!”
File .pdf della lettera protocollata del 4 febbr. 2016: Dr. B. Vitiello. All’egr. Sindaco di Ponza
Immagine di copertina: Marc Chagall, illustrazione per ‘Le Anime Morte’ di N. Gogol’, Nozdrёv e Cicikov, 1923-1926
Pasquale
22 Febbraio 2016 at 10:59
Mi sovviene il filosofo Diogene: lui con il lanternino cercava l’uomo. Qui si può fare lo stesso: con il lanternino si va a cercare il… residente. Ma, essendo anche ghost (fantasma) sarà un po’ difficile trovarlo; oppure si ha paura perché, si sa: i fantasmi possono venire la notte a tirare i piedi… Pasquale
Biagio Vitiello
22 Febbraio 2016 at 13:12
A me sovviene un altro proverbio: “La lingua batte dove il dente duole..!”
antonio scotti
22 Febbraio 2016 at 14:59
Ma chi non è credibile: l’Ufficio Anagrafe del Comune o il Prof. Dott. Vitiello Biagio?
Ai posteri l’ardua sentenza. Nel dubbio ci giochiamo i numeri al lotto 25 – 33 – 14 – 42 (sulla ruota di Roma): una bella quaterna secca.
Biagio Vitiello
22 Febbraio 2016 at 20:38
Vorrei spiegare (anche al Prof. Dott. Antonio Scotti, che io non conosco come residente in Ponza) quello che il proverbio da me menzionato sintetizza: “l’uomo per sua natura è portato anche contro la sua volontà razionale a rimuginare su ciò che lo fa soffrire” …e a me fa soffrire chi è falso residente in Ponza e ne trae vantaggi impropri.
I numeri saranno giusti (da entrambe le parti); è la lettura che se ne fa ad essere fuorviante! Perché la differenza c’è e va spiegata!
A parte questo, l’articolo metteva in evidenza anche una questione di forma, come è quella di ironizzare (con tanto di foto) su chi non si allinea alla versione dei fatti presentata.
Quindi niente Lotto per stavolta!
Pasquale
23 Febbraio 2016 at 12:38
Eh sì! E’ proprio così: quel dolore di denti è tanto forte, da far gonfiare (“abbuffare”) anche le guance. Come soluzione non bastano le gocce di analgesico o un cataplasma o ‘na scolla annodata sul capo (qualcuno o molti la fanno passare anche sugli occhi; sia ben chiaro: è semplicemente una pura… distrazione!), ma bisognerebbe estirpare al più presto il o i denti cariati o fradici del tutto. Bisogna anche aggiungere, però, che, certe volte, ciò non avviene perché o si ha paura del dentista (forse un po’ inesperto) oppure costui è latitante per ferie o per altre ragioni.
Ma, bando alle ciance, per verificare se si è veri residenti o meno a mio avviso non ci vuole “l’arc’ i’ scienz’ (come si diceva una volta). Dove si vive realmente,infatti, si deve consumare, necessariamente, tra l’altro: luce, gas ed acqua… A meno che qualcuno: a) non cucina con il carbone o la legna, b) usa ‘u cerogeno per illuminare la casa; c) va a prendere l’acqua al pozzo come nei tempi andati. Inoltre si sa: i fantasmi non necessitano di tutto questo.
D’altro canto, però, ci potrebbe anche essere chi, semplicemente per diletto, potrebbe tenere costantemente la luce accesa per illuminare stanze vuote, fa scorrere ininterrottamente l’acqua dai rubinetti per avere le condotte pulite ed infine accendere il gas per riscaldare la cucina vuota dove non c’è niente e nessuno. In questo caso ognuno gestisce i propri beni come meglio crede! Pertanto risulta un po’ incomprensibile la rigidità dura come un bastone di ferro nei confronti di chi nativo, ma non residente, vorrebbe fruire di una qualche agevolazione nel titolo di viaggio ed il permissivismo verso coloro che, pur dichiarandosi residenti, non usano affatto o usano in maniera infinitesimale, per la maggior parte dell’anno, i beni essenziali anzidetti. Forse che i loro misuratori si bloccano, durante il periodo invernale a causa del levante furioso o della eccessiva umidità? Se, poi, costoro sono così capaci di risparmiare da non consumare niente o quasi per buona parte dell’anno, lo insegnassero a tutti gli italiani o per meglio dire a tutto il mondo!
antonio scotti
23 Febbraio 2016 at 19:30
Caro Biagio Vitiello
Senza ironizzare io sono ponzese perché sono nato a Ponza il 18/06/1947( puoi controllare all’anagrafe) e/o
richiedere informativa agli amici Franco Schiano – Franco Ferraiolo – Franco de Luca e via dicendo.
Effettivamente non sono residente e non ho mai richiesto agevolazioni.
Comunque la diatriba tra nativi e residenti e non sta assomigliando allo starnazzare del pollaio