14 febbraio. E’ la festa degli innamorati, scusate se ripeto questo “luogo comune”. Per celebrarla degnamente propongo un brano poetico in francese “la lingua degli innamorati”, altro luogo comune, perdonate.
L’autore è Paul Verlaine…
– “Quando si vuol bene / non ci vuol Verlaine / basta saper dir / su per giù così / Je t’aime …” – Così recita il testo di una vecchia canzone.
Però è il caso, secondo me, di scoprire i sentimenti di questo “poeta maledetto” nei confronti del “gentil sesso” e il suo tormento per un amore irraggiungibile.
A une femme
A vous ces vers de par la grâce consolante
De vos grands yeux où rit et pleure un rêve doux,
De par votre âme pure et toute bonne, à vous
Ces vers du fond de ma détresse violente
C’est qu’hélas ! le hideux cauchemar qui me hante
N’a pas de trêve et va furieux, fou, jaloux,
Se multipliant comme un cortège de loups
Et se pendant après mon sort qu’il ensanglante !
Oh ! je souffre, je souffre affreusement, si bien
Que le gémissement premier du premier homme
Chassé d’Eden n’est qu’une églogue au prix du mien !
Et les soucis que vous pouvez avoir sont comme
Des hirondelles sur un ciel d’après-midi,
– Chère, – par un beau jour de septembre attiédi.
(Paul Verlaine)
Anche i componimenti poetici francesi, come quelli inglesi, di solito sono formati da versi con un numero maggiore di vocaboli, rispetto a quelli italiani. Per cui nel tradurre la bellissima poesia nella nostra lingua, mi sono limitato a riportare le parole più significative ed “essenziali” (secondo il mio punto di vista) osservando pure la rima, come nel testo originale. Un ottimo vocabolario e una grammatica, anche in questo caso, mi hanno aiutato.
A una donna
Rivolgo a voi con grazia questi versi,
ai vostri occhi dolci, in riso e in pianto,
ché l’alma vostra ammiro in un incanto
dal fondo dell’angoscia in cui m’ immersi.
Ah! Incubo crudele in cui mi persi;
follia, furia e gelosia intanto
qual lupi in branco a me le vedo accanto
e il mio destin che sanguina godersi!
Oh! Come orrendo e immenso è il mio soffrire,
d’Adamo i lai, dall’Eden fu cacciato,
son egloga per me, quasi un gioire!
L’ambascia che talor v’ha tormentato
qual rondine a settembre è il garrire
in un meriggio, o cara, delicato.
Nota
Paul Marie Verlaine (1844 – 1896) definì se stesso poeta maledetto a causa del tenore di vita fuori dalle regole che amava condurre e a cui molte sue opere si ispirarono. Il sonetto “A une femme” è tratto da “Poèmes Saturniens (Poemi Saturnini): l’amore è inteso come sofferenza, ricerca di protezione, tenerezza … (da Wikipedia).
A tutti Buon San Valentino!
Di Silverio Lamonica; in condivisione con www.buongiornolatina.it