La Redazione
I cittadini ponzesi – ma verrebbe da dire i cittadini delle isole pontine – sono stanchi, offesi, amareggiati, indignati per come vengono trattati da questa Laziomar gestita da armatori privati – con un bel contributo pubblico, però – e da chi consente il quotidiano scempio dei nostri più elementari diritti.
In primis il Sindaco Vigorelli che, dopo aver salutato con termini trionfalistici la nuova compagnia privata, di fronte ai problemi seri e ripetuti che da mesi si stanno verificando resta sostanzialmente in silenzio, ad eccezione di alcuni brevi interventi su facebook sulla bontà dei “nuovi” mezzi, in polemica con gli isolani che esternano le loro delusioni e difficoltà nel viaggiare da e per l’isola.
Una volta si conoscevano gli orari di partenza ed eravamo in grado di organizzarci e valutare con una buona probabilità se le condizioni meteo-marine avrebbero consentito o meno la traversata, oggi non più.
Fino all’ultimo non si sa se si parte, a che ora e con che mezzo, in più a Formia da quale molo, se dalla Banchina Azzurra o dal molo Vespucci.
Solo l’ultimo esempio. Domenica 31 gennaio fino alle ore 13 la nave Quirino da Ponza per Formia era programmata in partenza alle 14,30. Improvvisamente viene esposto questo avviso:
L’unità veloce Ponza-Formia delle ore 16 è sospesa per condizioni meteo avverse. La nave Ponza-Formia delle ore 14.30 è posticipata alle 16.00.
Una leggera increspatura della superficie del mare, sarebbero queste le condizione meteo avverse!?
In prossimità di Zannone – foto scattata dal Quirino il 31/01/2016 alle ore 16,30
Si vuol forse dire che il “nuovo” e decantato mezzo veloce Laura – arrivato sulla linea da un mese – non è in grado di navigare neppure con il mare praticamente calmo? O, più verosimilmente, Laura ha problemi tecnici che la compagnia preferisce non rendere pubblici? Forse è un comodo ripiego per risparmiare carburante, tanto si tratta solo di un gruppetto di isolani da trasportare.
Questo a dispetto della continuità territoriale e dei soldi pubblici che vengono spesi.
Giorni fa si è fermato il catamarano Don Francesco. Altre volte il mezzo veloce per Ventotene.
Fino a questa estate la Laziomar dava la responsabilità ai mezzi ereditati dalla società pubblica e adesso che li sta sostituendo, sta utilizzando forse mezzi peggiori dei precedenti?
E’ il caso di accennare anche alla capacità di tenere il mare di questi “nuovi” mezzi, visto che, a detta di chi ha avuto la sventura di affrontare una traversata con un po’ di mare mosso, è inesistente e molti hanno giurato di non salirci più sopra.
Laura è anche rumorosa e non ha le caratteristiche previste dal contratto di servizio firmato tra la Laziomar e la Regione Lazio (velocità di esercizio delle linee veloci – aliscafi – non inferiore a 30 nodi a pieno carico). Il “motoscafo” Laura sulla carta ha una velocità massima di 32 nodi, attualmente va a poco più di 20 nodi ed impiega circa 2 ore, contro un’ora e 15 dell’aliscafo Monte Gargano, velocità mantenuta fino all’ultimo giorno rimasto sulla rotta per la nostra isola.
Che dire poi del catamarano Don Francesco, prima rifiutato da tutte e due le isole, mentre adesso fa alcune corse per Ventotene e altre per Ponza, dove tra l’altro per le operazioni di imbarco/sbarco deve utilizzare una pedana mobile! Con il rallentamento e l’ingombro provocato da questa pedana la prossima estate se ne vedranno delle belle nel porto di Ponza, qualora venisse confermato il suo utilizzo per 5 giorni la settimana.
Ed anche questo mezzo ha una “tenuta di mare” ridicola.
Sono stati ceduti i mezzi della Laziomar pubblica (che andranno comunque a navigare nel golfo di Napoli con altre bandiere), come previsto dal contratto di servizio, e al loro posto sono stati immessi sulla linea mezzi nuovi di anni ma “vecchi” di affidabilità.
Sempre di ieri la notizia che la nave Tetide è tornata sulla linea mentre il Quirino ha salutato ed è andato via.
In un primo tempo era stata stanziata una consistente cifra (pare 1,8 milioni di euro) per tutta una serie di lavori da effettuare sul Quirino (tra cui l’ascensore), si è invece preferito “regalarlo” ad uno dei 3 soci della Laziomar privata e tenere il Don Francesco, preso a nolo da un altro dei soci.
Un quadro complessivo, peraltro parziale e appena accennato, che pone non pochi interrogativi che richiederebbero un’adeguata verifica e risposta e non il silenzio assordante delle autorità, non ultime le amministrazioni isolane.