di Silverio Lamonica
Da poco è trascorso mezzo secolo da quando, negli Stati Uniti d’America, furono abolite le leggi “Jim Crow” (così definite dagli afro-americani) emanate per la prima volta nel 1876. Tali leggi crearono e mantennero la segregazione razziale tra bianchi e neri in tutti i luoghi pubblici, sui mezzi di trasporto ecc. Esse ebbero definitivamente termine nel 1965 col “Voting Rights Act” (Legge sul Diritto di Voto) promossa da Martin Luther King. (fonte:Wikipedia).
E’ Carnevale, c’è una giostra, il bimbo di colore vuole montarvi su e chiede al gestore: “Dov’è la sezione Jim Crow?”
Merry-go-round
COLORED CHILD AT CARNIVAL
by Langston Hughes
Where is the Jim Crow section
On this merry-go-round,
Mister, cause I want to ride?
Down South where I come from
White and colored
Can’t sit side by side.
Down South on the train
There’s a Jim Crow car.
On the bus we’re put in the back–
But there ain’t no back
To a merry-go-round!
Where’s the horse
For a kid that’s black?
***
Il Carnevale di un bimbo di colore
(La giostra)
Dov’è la sezione Jim Crow
su questa giostra, Signore,
così io posso salirvi?
Laggiù, da dove provengo,
bianchi e neri, nel Sud
fianco a fianco non posson sedere.
Laggiù nel Sud, in treno
c’è una carrozza Jim Crow
e dietro ci ficcan nel bus.
Ma lì, “dietro” non c’è
sulla giostra che gira.
E il cavallo dov’è
per un negretto come me?
NOTA:
Langston Hughes (1902 – 1967) è stato scrittore, giornalista, drammaturgo e poeta statunitense. Nel 1929 si laureò alla Lincoln University in Pennsylvania. Conseguì la Medaglia d’Oro per la Letteratura, per il romanzo “Not without Laughter” (Mai senza ridere).
È noto soprattutto per i suoi vivaci ritratti dei neri d’America e simpatizzò a favore dei loro diritti.
(da Wikipedia)
In condivisione con www.buongiornolatina.it
Luisa Guarino
28 Gennaio 2016 at 18:04
Leggendo la poesia riportata da Silverio e la sua traduzione sorridevo: non certo per il contenuto. Semplicemente riflettevo sul titolo “Carnevale di un bimbo di colore”. Quando usavamo quest’espressione l’amico percussionista Carl Potter, un omone che era un concentrato di simpatia e musicalità di origine afro-americana scomparso da qualche anno, commentava: “Di colore… nero”. Con ironia spiegava bene il concetto. Che male c’è a dire nero, o anche negro (mai inteso in senso dispregiativo, naturalmente)? A volte siamo ridicoli con il nostro linguaggio edulcorato e inutilmente perbenista. E Carl sottolineava proprio questo. Per la cronaca ricordo a chi non lo sapesse che Potter è stato spesso a Ponza, ma soprattutto Ventotene era diventata la sua seconda patria. Lì aveva dato vita a uno straordinario “Percussion Group” con il quale ha realizzato kermesse indimenticabili, in occasione della festa di Santa Candida e non solo.
silverio lamonica1
28 Gennaio 2016 at 19:33
Carissima Luisa, innanzitutto ti ringrazio per l’attenzione. Va bene che nel tradurre i versi io, di solito, li adatto in base alla metrica e quindi apporto delle modifiche. Ma per quanto riguarda i titoli io mi attengo alla traduzione letterale: non me la sono sentita di cambiarlo, del resto la poesia risale a oltre 60 fa, quando negli USA vigeva ancora la segregazione razziale.Ho scelto anche questo periodo per pubblicarla, perché si commemora la persecuzione agli ebrei, anche quello razzismo, ma nella accezione ben più tragica. Spero che anche in questo senso possa esserci qualche riflessione.