Non ho mai visto preparare dolci di Natale in casa nostra: la titolare nonché esperta di cucina era nonna Fortunata, Mazzella, ma dalle sue mani ho visto solo impastare casatielli e pastiere per Pasqua. Sarà anche per questo che amo tanto la Pasqua per quanto mi lascia indifferente il Natale: bah!
Fatto sta che i dolci della tradizione ponzese di Natale li conosco, ma in casa li abbiamo sempre comprati o ce li hanno regalati.
L’unica che preparasse i roccocò era mia cugina Giovanna Conte, la quale aveva anche un’altra bell’abitudine, derivata non so da dove, visto cheè un dolce che non appartiene né alla Campania né al Lazio, la cassata siciliana. Oggi che Giovanna non c’è più, un’altra mia cugina, Rosanna, vi si cimenta, senza grande successo dice lei: ma è una perfezionista e non si accontenta mai.
Ma torniamo ai dolci della tradizione ponzese che circolavano e continuano a circolare nella mia famiglia. Dati per scontati gli ottimi roccocò e fermo restando che tutte queste specialità sono a base di frutta secca e molto speziate, voglio ricordare i ‘susamielli’, di forma più grande e allungata a S, forse più morbidi. Non so se da quest’ultima caratteristica deriva l’omonimo aggettivo dispregiativo che permette di poter dire a qualcuno: “Si’ proprio ’nu susamiello!”. Ci sono poi i ‘mostaccioli’, più o meno con gli stessi ingredienti ma meno saporiti, in compenso la loro forma è del tutto diversa: tagliati a rombo, sono ricoperti di cioccolato duro e pertanto sono di colore marrone scuro.
Accanto a queste specialità troviamo inoltre le castagne, le mosciarelle (che si mangiano così oppure cotte in acqua con alloro, come d’altronde le castagne fresche) e le cosiddette ‘castagne d’o preute’ (del prete), più scure e più morbide.
Fra tanto ben di Dio io preferisco i roccocò e le castagne in entrambe le versioni.
Al di là di questi prodotti tipici, i miei dolci di Natale sono comunque il panettone con canditi e uvetta, diventato oggi quasi introvabile, ma soprattutto il panforte, squisita specialità di Siena.
Nota
Un articolo di Latina Oggi (del 14 dic. u.s.) sui dolci del Monti Lepini che ha dato l’innesco a parlare dei dolci della tradizione ponzese è stato allegato come file .pdf al primo articolo di Martina sul tema: leggi qui