Venerdì 4 dicembre nella sala consiliare del Comune di Ponza si è svolto l’incontro aperto al pubblico (leggi qui) sul progetto PonDerat finanziato dalla Commissione europea e che riguarderà l’intero Arcipelago Ponziano.
Di cosa si tratta esattamente?
Il quadro generale è stato spiegato dai rappresentati delle quattro parti che hanno ideato e scritto il progetto, ovvero: l’ARP (Agenzia Regionale Parchi), l’ISPRA (Istituto Superiore per la Ricerca e la Protezione Ambientale), il Dipartimento di Biologia Ambientale dell’Università Sapienza di Roma e NEMO s.r.l.
L’incontro del 4 dicembre
È stato subito sottolineato che tale progetto non prevede l’aggiunta di vincoli, divieti o limitazioni, né controlli sul territorio. Gli scopi sono rivolti alla componente animale e vegetale delle isole, principalmente verso quelle specie dette aliene (o alloctone) e invasive ovvero specie non originarie dell’area e dannose per altre specie.
Specie alloctone
Per la componente animale l’intento principale è l’eradicazione del ratto (portatore della peste bubbonica e di altre malattie) dalle isole di Ventotene e Palmarola e nelle aree urbane di Ponza. Insieme ad una serie di obiettivi congiunti come salvaguardare i nidi delle berte, i parlanti, a Palmarola e controllare la presenza delle capre inselvatichite a Palmarola (si parla di un centinaio di capre la cui presenza e diffusione rendono i dirupi più soggetti a frane ).
Due delle diapositive proiettate, riguardanti le capre e Palmarola (cliccare per ingrandire)
Per quanto attiene a Zannone l’azione sarà più ridotta perché l’isola è già stata derattizzata quindi saranno effettuati controlli per evitare la ricolonizzazione da parte dei roditori. Saranno però monitorati gli effetti che i mufloni hanno sulla lecceta e per questo ne sarà recintata una piccola parte.
Per quanto riguarda la componente vegetale l’intento è l’eradicazione di piante invasive la cui diffusione minaccia la presenza di altre piante endemiche e quindi uniche dell’arcipelago (si veda sul sito l’articolo sugli endemismi e la bioponzesità).
Tra le 100 piante più invasive al mondo c’è la rosa marina o fico degli ottentotti che con i suoi tappeti compromette la presenza del “nostro” Limonium pontium, con un fiore più piccolo e dai colori più delicati ma di certo altrettanto bello.
Il Progetto è, quindi, molto vasto e ha un marchio naturalistico di forte spicco ma va da sé che le implicazioni riguarderanno anche la qualità della vita sulle isole ovvero l’aspetto sanitario (via i ratti e possibili malattie) e l’aspetto economico giacché il turismo, sostanziale fonte di guadagno, nelle caratteristiche ambientali trova motivi di attrazione e di scelta.
Tale piano è stato scelto tra i circa 200 inviati alla Commissione europea e dai simili temi e tra questi solo 40 sono stati finanziati. Pertanto è stato riconosciuto l’alto valore naturalistico, paesaggistico e turistico dell’Arcipelago Ponziano.
Questo è stato recepito dal pubblico che, infervorato da tanta passione per le isole, ha arricchito la discussione, con domande, spunti e proposte.
I rappresentanti dei vari Istituti coinvolti (ARP, ISPRA, Università ‘La Sapienza’, NEMO s.r.l.) si sono dimostrati ricettivi a tali suggerimenti manifestando la loro propensione e volontà ad interagire con gli isolani.
Ci si è salutati così con un appuntamento al prossimo incontro.