Attraverso la vostra posta, vorrei ringraziare Tonino Esposito per la bellissima interpretazione dei due inni all’Immacolata.
Io li ho vissuti, quei tempi, essendo iscritta all’Azione Cattolica e ne sento tanta mancanza… La nostalgia ci sarà sempre, meno male che ogni tanto Tonino si incarica di farceli ritornare in mente.
Bravooo..!
Una preghiera per Mons. Dies, nostro Grande Maestro.
Auguri di Buone Feste Natalizie a tutti della redazione e a tutta Ponza!
Fra 17 giorni è Natale
La sapevate questa ? …’Mmaculata Cuncetta, a Natale 17…
Bene ora vi saluto, a presto rileggere notizie di Ponza da N.Y. e – perché no? – mi voglio presentare: sono Liliana Tagliamonte Izzo, ex proprietaria del chiosco a Sant’Antonio “La Lucciola”.
Ancora una volta, bei tempi…
Ciao a tutti!
Il chioschetto di Liliana “ai bei tempi”
Dell’incontro con Liliana nel luglio 2013 ha scritto Rosanna Conte su questo sito: leggi qui
La foto è stata pubblicata nella serie “Sant’antonio com’era” (leggi qui)
conny42
9 Dicembre 2015 at 21:28
Sono Concetta da Piacenza, lo ricordo anch’io perfettamente quel chiosco dei bei tempi andati e le passeggiate serali per Sant’Antonio fino al porto.
Auguri a tutti!
Rita Bosso
11 Dicembre 2015 at 06:11
per noi bambini del porto il gelato si prendeva al Tripoli però, eccezionalmente, zia (Giuseppina Regine) dopo la chiusura del negozio ci portava a sant’Antonio, dove c’erano il juke-box e l’allegria e simpatia di Liliana. E il gelato prendeva un sapore speciale.
Luisa Guarino
11 Dicembre 2015 at 11:24
Che gioia poter salutare anche se da lontano la cara Liliana, amica e compagna di tante serate. Al contrario di Rita, noi adolescenti della piazza (oltre a mio fratello, Franco, Sandro, Fausto fissi, con altre presenze variabili) il gelato lo mangiavamo sempre a Sant’Antonio, da Liliana appunto, eccezion fatta per la granita che era quella del Bar Panoramica; ah dimenticavo il tè freddo, che invece prendevamo al Santa Lucia, al Molo Musco, e ci piaceva perché aveva sapore di rosa.
Ma torniamo a noi. Quanti gelati, quante bibite al chiosco di Liliana: il mio gusto era limone e fragola (forse perché faceva tanto ragazza perbene? Ora adoro le creme!) e bevevamo un po’ di tutto: solo Fausto era fissato con il Tropical, una sorta di cocktail analcolico a base di latte di mandorla e sciroppo di menta che mi piace paragonare (!?) all’attuale mojito, anche se non c’entra niente.
Cosa dire poi del juke box, 50 lire un pezzo, 100 lire tre pezzi? Ricordo che l’estate del ’60 ho consumato “Il nostro concerto” di Umberto Bindi, persa dietro a una delle prime cotte, estiva e dell’anno prima, un ragazzo poco più grande che speravo tornasse anque quell’estate.
Il piccolo chiosco si è poi trasformato in piccola pizzeria, La Lucciola, e anche in quel caso siamo rimasti dei fedelissimi. Oltre a Liliana, che non ricordo poi quando è andata via, c’era la mamma: entrambe sempre sorridenti; a fare da contraltare il papà, detto ‘u surecille, e Maria Rosaria: entrambi quasi sempre nervosi e non molto affabili nonostante il cliente, come si sa, abbia sempre ragione.
Ma forse noi, a quell’età e con la nostra ‘capa fresca’ dovevamo essere clienti un po’ sui generis.
Buon Natale, cara Liliana, e un caro abbraccio.
Silverio Guarino
11 Dicembre 2015 at 22:08
Il mio “pezzo” preferito era “Esagerata” di Neil Sedaka (traduzione di “Little devil”) e il retro era “Un giorno inutile”
Consumati e straconsumati a forza di 100 lire nel juke-box di Liliana-
Ciao Liliana!