Invio un’altra poesia sempre dalla raccolta di Franco De Luca, “Come l’agave”: “Vento”, sta a pagina 22 del libretto.
La musicai una decina di anni fa, ma come ho fatto per quasi tutte le mie composizioni, ho dovuto dare la mia voce un po’ invecchiata a ciò che avevo elaborato, perché non c’è stato chi potesse e volesse cantarle, forse anche perché non ho mai messo i manifesti…
In questa poesia Franco ha voluto mettere in evidenza gli effetti che il vento provoca sull’isola, e questo mi ha colpito perché da giovane e soprattutto da ragazzino, quando ero dalla nonna a Ponza e c’erano delle giornate piovose o ventose, stavo per ore ad osservare tutti gli effetti che la pioggia o il vento provocavano sul mare, increspato o agitato, sferzato e ribollente d’acqua ’i cielo; sulla terra la pioggia che creava pozzanghere qua e là, gli uccellini che il vento frenava in volo, la gente che camminava tentando di ripararsi con l’ombrello dalla pioggia e che il vento rivoltava e faceva volare.
Tutte queste cose le ho sempre guardate con interesse sin da piccolo e ancora oggi le giornata piovose, col vento e il mare mosso mi danno sensazioni sempre nuove, raramente di tristezza.
Perciò quello che Franco ha voluto dire in versi, io ho cercato di dirlo in musica.
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Vento
Vivi vento,
insinuati nell’intestino bianco dei vicoli,
travolgi questa noia di uomini morti,
ridà agli spigoli parlanti
le favole fantasmiche.
Nei crocicchi, soffia
vocii di speranza,
vento immortale.
Sii tu l’anima viva
di questo teschio di terra.
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franco schiano
2 Dicembre 2015 at 20:58
Noi non possiamo che ringraziarti per queste perle nascoste che stai tirando fuori una per volta.