Rispondo o meglio, cerco di rispondere, alle domande che Gennaro di Fazio si fa intervenendo con un commento in calce all’articolo del 14 novembre a cura della Redazione intitolato “Ponza, rassegna stampa” (leggi qui) e che riguarda le ultime vicende giudiziarie della vecchia e della nuova amministrazione di Ponza:
Nella società esistono almeno tre verità: La verità oggettiva, la verità mediatica e quella giuridica.
– La verità oggettiva è il fatto realmente accaduto, l’azione conosciuta realmente solo da chi l’ha vissuta o subita.
– La verità mediatica è la narrazione degli atti compiuti agli altri; spesso viene mitizzata per amplificare o minimizzata per ridurne l’impatto a seconda delle diverse necessità.
– La verità giuridica invece è il giudizio dei fatti in base alle regole della società.
Nella nostra società alla verità giuridica si giunge tramite il processo penale, vale a dire quella serie di attività compiute da giudici indipendenti nelle forme previste dalla legge e dirette alla formulazione, in pubblico contraddittorio tra accusa e difesa, di un giudizio e quindi alla conseguente condanna o assoluzione dell’imputato (*).
Detto questo risulta chiaro che l’unica verità pubblica che possiamo raggiungere è quella giuridica, a cui si arriva solo dopo il vaglio da parte di un giudice terzo di un’ipotesi accusatoria.
Quindi la verità giuridica nel nostro caso ci dice che non c’è nessun dubbio: Porzio è innocente! Senza se e senza ma.
È stato per 2 anni e 4 mesi vittima di un errore giudiziario che ha rubato la vita a lui e alla sua famiglia. Non è il primo caso e purtroppo non sarà l’ultimo!
Una presunta verità mediatica ha voluto farci credere il contrario e c’è riuscita per molto tempo, fino a quando l’accusa è caduta sotto il vaglio di giudici indipendenti in tre gradi di giudizio.
Spesso attraverso gli atti giudiziari si scrive la storia.
Credo che ormai sia ora che la storia di Ponza degli ultimi anni – finora scritta mediaticamente attraverso diverse inchieste e accuse – sia totalmente da riscrivere alla luce delle dodici (dico 12) assoluzioni che sono arrivate in questi quattro anni e di cui l’ultima è solo la più eclatante.
Essa chiarisce con tutta la sua potenza che nessuna “cricca” di delinquenti ha governato a Ponza fino al 2011.
Chi pagherà il torto subito, l’immagine infangata, l’economia spezzata e il morale lacerato? Nessuno!
Nessuna moneta potrà mai ristorare i danni!
Ma qualcuno dovrebbe sentire il dovere di chiedere almeno scusa!
Nota
(*) – Nulla poena, nulla culpa sine iudicio; nullum iudicium sine accusatione; nulla accusatio sine probatione; nulla probatio sine defensione (si ricava dalla lettura coordinata degli artt. 24, 25, 27, 101, 102, 104, 105, 111 e 112 della ns. Costituzione)