a cura della Redazione
La stampa pontina, cartacea e on-line, riporta la notizia dell’approvazione di un importante progetto per le isole che riprendiamo integralmente dall’edizione odierna di Latina Oggi (pag. 29: anche in file .pdf alla fine dell’articolo]. La stessa notizia è riportata anche su h24notizie.com del 1° novembre 2015 (leggi qui)
Il progetto. Approvato dall’Unione Europea e finanziato dall’Agenzia Regionale
Ora recupero degli ecosistemi e rimozione delle specie invasive
Eradicazione dei ratti e piante aliene a Palmarola, S. Stefano e Ventotene
Ventotene.
E’ stato approvato il progetto Life Natura & Biodiversità che prevede il recupero degli ecosistemi delle isole ponziane tramite la rimozione di specie aliene invasive.
Il progetto, il cui acronimo è “Life PonDerat”, presentato dalla Regione Lazio – Agenzia Regionale per i Parchi e cofinanziato dall’Unione Europea, ha come obiettivo quello di liberare le isole ponziane dalla pressione esercitata da ratti, capre e piante invasive.
A questo lungo progetto, che è partito il 1° ottobre scorso, e che si concluderà solo nel marzo del 2020, partecipano come beneficiari associati l’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), il Dipartimento di Biologia Ambientale dell’Università La Sapienza di Roma, la Riserva Naturale Statale Isole di Ventotene e Santo Stefano, e la società Nemo srl di Firenze.
E’ prevista l’eradicazione dei ratti sulle isole di Palmarola, S. Stefano e Ventotene.
L’azione si rende necessaria innanzitutto per garantire la sopravvivenza delle popolazioni di uccelli marini nidificanti su tali isole, quali le berte, minacciate dalla predazione spietata dei ratti sui pulcini.
Una parte importante del progetto riguarderà poi l’eradicazione di piante aliene invasive su S. Stefano, Palmarola e Ventotene. Il progetto prevede infine l’adozione di un ampio programma di misure di biosicurezza, messe in atto allo scopo di prevenire la reinvasione delle isole da parte delle specie eradicate.
In particolare, sarà mantenuto libero dai ratti tutto l’abitato dell’isola di Ponza e la zona dell’imbarco di Le Forna, punti di partenza delle imbarcazioni, onde evitare che i ratti possano essere trasportati sulle isole vicine.
Saranno inoltre oggetto di interventi di biosicurezza tutti i punti di imbarco delle altre isole del progetto.
Il progetto porterà notevoli benefici agli ecosistemi naturali e alle specie minacciate dalle specie invasive.
Tuttavia, non vanno dimenticati gli importanti vantaggi che si avranno dal punto di vista socio-economico e sanitario: la rimozione dei ratti avrà infatti da una parte ripercussioni positive sul turismo, riducendo inoltre la spesa per le attività di controllo dei privati e dei comuni e quella per i danni arrecati alle coltivazioni e alle attività umane in generale, dall’altra comporterà una significativa riduzione del rischio di malattie da essi trasmesse alla popolazione.
Soddisfazione è stata espressa dal direttore della Area Marina Protetta e Riserva Naturale Statale di Ventotene e Santo Stefano, Antonio Romano: “Ventotene sarà la prima isola del Mediterraneo con un centro abitato liberata dai ratti. L’esito positivo del progetto aprirà la strada ad analoghe esperienze in altre isole del Mediterraneo, italiane e non solo. Erano più di 15 anni che l’isola non prendeva parte ad un progetto LIFE, dobbiamo puntare alle grandi opportunità che i fondi Europei riservano ai piccoli territori come i nostri”.
Martedì 3 novembre 2015
Il file .pdf: LT Oggi del 3.11.2015 p. 29
Biagio Vitiello
4 Novembre 2015 at 20:05
Questo studio, così come viene presentato sulla stampa, mi suscita diverse perplessità.
Si vogliono liberare le isole ponziane “dalla pressione esercitata da ratti, capre e piante invasive”.
I ratti perché distruggerebbero le uova degli uccelli nidificanti; le capre perché voraci nei confronti della flora endemica.
Dopo l’affermazione iniziale, poi delle capre non si fa più cenno. E sulle ‘piante invasive’ la vaghezza è totale: i fichi d’India per esempio, sono piante invasive? A rigore sì, perché originari del Messico!
Di nidificanti nelle isole Ponziane ci sono da molti anni grandi colonie di gabbiani, cresciute a dismisura alla faccia dei ratti che dovrebbero predare le loro uova! L’attenzione degli estensori del progetto è alla protezione delle berte, ma con i gabbiani come la mettiamo?
Io penso che il problema non si risolva debellando i ratti (che è pura utopia), ma controllando le colonie dei gabbiani che sono divenuti predatori di altri uccelli.
Essi riescono a mettere in fuga persino falchi e poiane dal loro territorio (posso asserirlo con cognizione di causa, per averlo osservato di persona).
A debellare i ratti ci hanno provato a Zannone qualche anno fa, ma con scarsi risultati: i ratti ci sono ancora, mentre i mufloni (leggi i commenti a quest’articolo dello scorso settembre)… sono molto pochi, se ancora ci sono..! Per qualche dimenticanza da parte degli addetti del Parco del Circeo?
A chi spetta la coordinazione dei vari interventi che si fanno sulle isole? O sono considerate territorio di conquista per chi vuole ‘provare’ un progetto e riesce a reperire i fondi?
Per quanto riguarda le capre: ci sono da moltissimo tempo. Non vedo i danni che hanno causato a Ponza e a Palmarola. Penso che abbiano solo ridimensionato la crescita dei rovi. E poi… perché a Montecristo o alle Tremiti le capre possono esserci e nelle isole Ponziane no?
Ma più in generale mi chiedo: perché non fare una ricerca seria e mirata, uno studio epidemiologico e statistico su problemi più importanti da accertare per la nostra collettività isolana, come l’abnorme incidenza di malattie tumorali?