Ambiente e Natura

Carena

di Rita Bosso
Parti de una imbarcazione

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Sarebbe potuto essere un tranquillo, autunnale, cioccolatoso fine settimana.
Fatta la crianza, tolto il penziero, adornato il loculo marmoreo ’i zi’ Vicenza, ci si sarebbe dedicati con calma al “Ponza chocolate”, amabilmente tifando per il fondente o per il nocciolato, confrontando le diverse qualità di cacao, ammettendo la nutella-dipendenza, enunciando i classici propositi di dieta e di attività fisica…

Invece ingegneria navale e meteorologia hanno monopolizzato ogni conversazione. All’uscita di scuola le mamme, anziché sparlare della maestra, discettavano di ‘monocarena’ e di ormeggi, di venti e di mari.

Rimandati a data da destinarsi gli ultimi gossip, precedenza assoluta alla navigazione di giardinetta, sottovento o sottocosta.

Abbasciebbanchine era tutta un’apologia dell’aliscafo by rodriquez, gioiellini cosi chi te li dà più, signora mia, veloci e stabili. Nel catamarano si sommano gravita’ e accelerazione del mezzo, il risultato è di non so quante g, roba da far vomitare pure astrosamantha cristoforetti.

Però i catamarani si comprano di seconda mano in nord europa, sono più semplici e più capienti, comunque questo passa il convento. Quanti anni ha il mono-carena? E quanti strati di vernice sullo scafo? D’alluminio, d’accordo, ma qual è la lega esatta?

Rispetto alle previsioni, il fine settimana appena trascorso è stato molto dietetico…

 

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