Sul Venerdì di Repubblica, settimana in corso, “La bottiglia”, nella rubrica “Dolce Vita”, di Gianni e Paola Mura; pag. 91
Fiori gialli e agrumi: il bouquet parla d’estate
Furono i Borbone all’inizio deI ‘700 ad assegnare i terreni coltivabili di Ponza ai coloni ischitani. che così introdussero i loro vitigni: Biancolella, Forastera, Per ’e Palummo, Aglianico, Guarnaccia.
A Punta Fieno s’insediò Pietro Migliaccio. Un erede per vie materne, Emanuele Vittorio, con la moglie Luciana Sabino, ha preso a occuparsi col nuovo millennio della piccola tenuta (3 ettari). Probabilmente con la stessa fatica degli antenati: si arriva in vigna con una scarpinata di 40 minuti oppure, via mare, saltando dalla barca sugli scogli.
A Punta Fieno c’è la cantina di vinificazione, dove le uve arrivano a dorso d’asino, ma l’affinamento avviene in paese.
Sui terreni tufaceo-sabbiosi, di origine vulcanica, la resa è molto bassa, mai oltre i 35 quintali per ettaro. La produzione: un Biancolella in purezza e tre Fieno di Ponza, bianco, rosato e rosso. Bottiglie ben curate, grazie alla consulenza enologica di Vincenzo Mercurio.
Abbiamo scelto il bianco: 85 per cento di Biancolella, resto Forastera. Un vino che parla d’estate. Brillante il colore, solare il bouquet: fiori giaIli (ginestre), frutti a polpa bianca, agrumi, Gusto attraente, fresco e armonico, tutta piacevolezza.
A Roma all’enoteca Del Frate, a Napoli da Convivium Colonna. sui 20/22 curo.
FIENO DI PONZA
BIANCO
Antiche cantine Migliaccio. Ponza (Lt)