di Carlo Marcone
Con questi contributi anche a Bahia Blanca si sarebbero sentiti più a casa. Ritornando alla nostra domenica mattina, alcuni di noi sono stati invitati a pranzo dai loro parenti e altri hanno deciso di fare un giro per la città. Faceva molto caldo. L’appuntamento era in hotel alle 16,00 per andare tutti insieme in chiesa. Quella mattina avrei voluto essere libero anch’io di girare per la città insieme con gli altri del gruppo, invece il mio amico Leandro mi ha convinto a partecipare ad un programma radiofonico in diretta molto seguito dagli emigranti, di lingua spagnola intitolato “Ciao Italia”. I due conduttori mi hanno intervistato facendomi domande sulla nostra isola, sullo scopo del nostro viaggio in Argentina e sulla storia di San Silverio.
Alle 16,00 siamo partiti con un mini bus per la chiesa dell’Esaltazione della Croce (pensate anche l’autista era di origine ponzese) dove si sarebbe svolta la festa.
Quel pomeriggio si era messo un discreto vento di maestrale che accarezzava i nostri volti e il sole timidamente riscaldava quel giorno di festa. Attesi sul piazzale da un gruppo di concittadini, siamo stati accolti all’interno della chiesa da un forte brusio.
Sono entrato timidamente in punta di piedi, quasi avessi paura, volevo assaporare quel momento così pieno di emozione. Le gambe mi tremavano, mi guardavo intorno e mi sembrava di riconoscere quella chiesa. Era così familiare: le statue dei Santi, l’altare Maggiore e poi c’era Lui, San Silverio, già pronto nella sua barca piena di garofani rossi. Mi ero completamente estraniato, avrei voluto vivere quel momento tutto per me. Poi, di colpo Rita Onorato mi ha riportato alla realtà, chiedendomi di far presto a scartare i doni che avevamo annunciato. Tutti erano incuriositi.
Abbiamo legato con il nastro rosso la pianta di corallo, la pigna d’uva al braccio e abbiamo messo la palma del martirio ad incastro nel pastorale.
È stata una grossa emozione partecipare al decoro della statua. In quel momento ho capito quanto deve essere emozionante per il Comitato di Ponza vestire il nostro Santo nel giorno della Sua festa.
Alla fine della preparazione quattro ponzesi hanno preso sulle spalle la barca per uscire con la statua in processione, in quel momento tutti in chiesa ad alta voce hanno gridato “Viva San Silverio”. Ho avuto la pelle d’oca per l’emozione, molti di noi avevano le lacrime agli occhi, ci sembrava di essere a Ponza il 20 giugno, di rivivere la gioia che abbiamo noi ponzesi all’uscita della statua dalla chiesa.
Sul sagrato c’era tanta gente: era bello scoprire che San Silverio era amato anche da altri emigranti italiani. La ragione forse sta nel fatto che San Silverio è stato eletto Patrono del porto di Bahia Blanca. All’uscita dalla chiesa la banda militare intonò l’inno di San Silverio, e la statua proseguì in processione, portata non a spalla come da noi a Ponza, ma su un antico carro di legno prestato per l’occasione dal museo. Fuori c’era il Sindaco con altri amministratori, la polizia municipale e le altre forze militari: tutti insieme ci siamo incamminati verso il porto, cantando in italiano l’inno del nostro Santo. Man mano che camminavamo si aggregava altra gente, non si sentivano botti o sirene ma l’atmosfera era di festa.
Arrivati al porto scoprimmo con sorpresa che anche lì ad attenderci c’era tantissima gente, di tutte l’età, ma la cosa più bella è stato vedere le imbarcazioni dei pescatori verniciate di rosso e giallo, i colori di San Silverio. La statua venne trasferita sulla motovedetta della Prefectura Naval (la Guardia Costiera Argentina), sulla quale siamo saliti tutti noi ospiti, insieme alle autorità politiche locali, per uscire al largo per la benedizione del mare, seguiti da tutte le altre imbarcazioni dei pescatori. Tutti insieme hanno suonato le loro sirene: era meraviglioso assistere a tutto ciò in un luogo così lontano da Ponza.
All’uscita in mare il mio amico Giovanni D’Arco ha intonato di nuovo l’inno di San Silverio e noi l’abbiamo seguito in coro (che momenti stavamo vivendo tutti noi!).
Al largo il sacerdote ha impartito la benedizione del mare ed è stata gettata una corona di fiori in memoria dei pescatori che non hanno fatto più ritorno a casa.
Al ritorno in porto, tutti insieme per un altra strada siamo arrivati in chiesa. Il giro fu lunghissimo, l’intera processione era durata più di tre ore, in chiesa siamo arrivati stanchissimi ma felici. Il sacerdote, quando tutti si erano sistemati nei banchi, ha iniziato la Santa Messa.
Fu una messa molto profonda, alla quale abbiamo partecipato in gran silenzio. Il sacerdote fece una bellissima omelia sull’avvenimento che ci vedeva tutti coinvolti per un unico scopo, il ritrovarsi tutti insieme nel nome di San Silverio, il Santo che tutti noi ponzesi amiamo pur essendo lontani dalla nostra isola, colui che intercede per noi presso l’Altissimo. Dopo la messa ho avuto la fortuna di leggere e far ascoltare a tutti i presenti la supplica di San Silverio in italiano. Fu una novità per tutti loro, perché sul retro delle loro immagini di San Silverio non vi è la supplica.
Alla fine anche lì sono stati distribuiti i garofani a tutti i fedeli. Io ne presi due: uno per me e l’altro per il mio amico Gioacchino De Martino*.
* Gioacchino me lo aveva chiesto prima della nostra partenza, ci teneva ad averli, oggi che non è più tra noi sono sicuro che il 20 giugno ci guarderà da lassù.
Alla fine della funzione religiosa ci siamo ritrovati tutti sul sagrato della chiesa, ci siamo scambiati i saluti tra la commozione, le lacrime e la gioia di essere stati lì insieme con loro.
Verso le ore 22,00 noi tredici insieme a Giovanni Aiello, Juan Carlos Paglialunga e Josè Conte con le rispettive mogli, siamo stati invitati a cena dal Console Dr. Nicola Di Tullio *
* Ironia della sorte nato a Scerni (CH) dove il Santo Patrono è sempre San Silverio, festeggiato il 20 giugno in occasione della “Festa del grano”
(persona di straordinaria simpatia: ci ha fatto sentire a nostro agio dalla prima sera in cui siamo arrivati) in un bellissimo ristorante argentino, dove abbiamo mangiato tantissime pietanze locali, principalmente a base di pesce. Alla fine della serata ci ha ringraziati del nostro arrivo in città e dell’emozione che i nostri concittadini hanno vissuto.
Da vero gentiluomo a fine cena il Console ha fatto ad ogni signora un omaggio floreale e a noi uomini ha donato un libro sulla città di Bahia Blanca. Sul tardi siamo tornati in hotel: tutto era finito. Il giorno dopo di buon’ora ci dovevamo alzare per proseguire il nostro viaggio in Patagonia e Terra del Fuoco *.
* Uno degli ultimi due giorni trascorsi a Buenos Aires ho avuto modo di conoscere per un aperitivo l’Onorevole Ricardo Merlo. Era in compagnia di Leandro e del Presidente del Com.Is.Es. Lo scopo di questa nuova amicizia era quello di stringere rapporti in vista di un futuro gemellaggio, al quale l’onorevole ha mostrato interesse.
È stato bello vedere i luoghi dove i nostri ponzesi si sono trasferiti per necessità sul finire del 1800, di quanti sono partiti con le loro famiglie sono rimasti in vita 46, gli altri sono tutti nati lì, oggi sono più di 3000. L’ultima famiglia di ponzesi che ha lasciato l’isola per emigrare in Argentina risale al 1958 ed è la famiglia di Silverio Aiello con la moglie Anna Califano (ormai deceduti) e i figli Francesco, Antonio e Giovanni (che ringrazio vivamente).
Forse questo viaggio lo dobbiamo proprio a Leandro Aiello figlio di Giovanni che ha tanto insistito e si è dato da fare per la riuscita del nostro soggiorno in Bahia Blanca.
Ringrazio i miei compagni di viaggio, senza di loro non sarei andato da nessuna parte.
Si è svolto tutto così velocemente ma è stato magnifico, ancora oggi quando c’incontriamo parliamo del nostro viaggio, un’esperienza molto intensa.
Vorrei nominarli tutti e ringraziarli ancora e sono in ordine alfabetico:
Maria Aprea, Margherita Aversano, Ornella Conte, Maria Grazia Conte, Vito Antonio Coppa, Giovanni D’Arco, Maria Migliaccio, Lucia Migliaccio, Rita Onorato, Maria Scotti, Nunzio Serto, Giselda Vitiello.
Questo diario di viaggio, vuole servire soltanto a far conoscere ai miei concittadini ponzesi che lontano dalla nostra amata Isola c’è un’altra Ponza, che ha un cuore che batte forte e vive silenziosamente al di la dell’oceano.
Voglio ricordare a tutti coloro che fossero interessati che nel mese di novembre 2008, a Bahia Blanca e Ingeniero White si festeggeranno gli 80 anni delle Celebrazioni in onore di San Silverio. Per l’occasione ci sarà una grande festa che coinvolgerà la provincia di Buenos Aires. Alcuni di noi ritorneranno lì per l’avvenimento, sarebbe bello se fossimo in tanti a recarci in visita.
Abbiamo intenzione di portare una mitria papale come omaggio al Santo. Voglio ancora dire che stanno progettando una Cappella sul porto di Bahia Blanca che sarà dedicata a San Silverio e sarà identica alla nostra chiesa della S.S. Trinità. Per queste due iniziative verrà promossa una sottoscrizione a testimonianza tangibile del legame tra la nostra Isola e questa lontana comunità.
Grazie
Carlo Marcone
Per la prima parte leggi qui
Per la seconda parte leggi qui
[Da Ponza a Bahia Blanca: appunti di un viaggio. (3 – Fine]
Alleghiamo qui di seguito il file .pdf completo del reportage di Carlo, contenente anche le foto del proseguimento del viaggio in Patagonia e Terra del Fuoco: Da Ponza a Bahia Blanca. Di Carlo Marcone