di Silverio Guarino
In occasione del mio contributo a Ponzaracconta dal titolo “Uccidere e morire per una grotta”, ho potuto constatare l’assoluto silenzio al riguardo della maggioranza dei lettori (distratti?); un commento del solito Vincenzo mi ha illuminato invece sulla importanza della grotta nella evoluzione, crescita culturale ed economica degli abitanti dell’amato scoglio.
Fonte di dissidi e di alterchi (per fortuna sfociati solo in quel nobile sentimento sfasciafamiglie che è l’odio, senza far ricorso ad armi da fuoco o da taglio), le grotte rappresenterebbero, infatti, il fondamento culturale della nostra realtà isolana.
Ed è davvero così. Non c’è famiglia che non sia proprietaria di almeno una grotta, che ne abbia usu-capionata qualcuna a qualcuno, o carpita a parenti distratti, con l’ausilio dei blasonati azzeccagarbugli (oggi ormai tutte ex-grotte, divenute lussuosi e moderni appartamenti da affittare)
Pensate che anche il sottoscritto è stato proprietario per qualche attimo di una grotta sita alla Piana Bianca, che mio cognato Dante (geologo, non il primo venuto) non è riuscito ad identificare perché crollata o nascosta da qualche arbusto impertinente (forse fatto crescere da qualche vicino di grotta).
E allora è necessario ricordare ciò che ci viene tramandato.
Pare che il nostro santo barbuto vecchierello papa, solingo e solitario nel suo esilio pre-mortale sull’isola di Palmarola, alla vista delle tante grotte che si palesavano ai suoi occhi (prima di diventare delle accoglienti e sofisticate abitazioni), intuì a tal punto l’importanza di tale primordiale rifugio per gli abitanti dell’isola che volle identificare con la grotta l’anima e l’essenza stessa dei ponzesi.
E formulò questo decalogo, che nulla ha da invidiare a quello di Mosè:
- Non avrai altra grotta all’infuori di quella che già hai
- Non parlarne troppo e non nominare invano il nome della tua grotta
- Ricordati di santificare la tua grotta
- Onora tuo padre e tua padre, soprattutto se ti lasceranno in eredità una grotta
- Non uccidere per una grotta, rivolgiti alla legge
- Non commettere impurità nella tua grotta, mantienila sempre pulita
- Non rubare la grotta che non ti appartiene
- Non dire falsa testimonianza per ottenere una grotta che non è tua
- Non desiderare la donna che vive in grotte non tue
- Non desiderare la grotta di altri
Decalogo che l’abitante dell’amato scoglio porta scolpito nel suo codice genetico e nel suo stile di vita.
silverio lamonica1
13 Settembre 2015 at 10:32
La grotta (o caverna) …. mi sovviene “il mito della caverna” di Platone: “Viviamo come prigionieri incatenati che guardano la parete di fondo della caverna, su cui si proiettano le ombre di uomini e cose che all’esterno si muovono e noi crediamo che quelle ombre siano vere … finché non riusciamo a liberarci dalle catene, uscire dalla grotta e scoprire la verità” Insomma uno scatto di orgoglio per superare le nostre piccinerie.
vincenzo
14 Settembre 2015 at 10:50
Caro Silverio Lamonica i nostri cavernicoli hanno usato la grotta come mezzo per sopravvivere ed evolversi. Quel possesso gli ha permesso di acquistare altri beni e magari di costruirsi un albergo. D’inverno molti di quei cavernicoli viaggiano e vanno magari a Las Vegas a giocare al casinò e poi tornano nei loro possedimenti ad investire per incrementare i loro possedimenti. Hanno avvocati, commercialisti e sono sempre pronti a fare causa al vicino per difendere o impossessarsi di altri beni.
I nostri cavernicoli sono usciti fuori dalla loro caverna da tempo; il problema che invece forse in questo ambito ci poniamo rimane filosofico: essere o avere questo è il dilemma.