Anche quest’anno in vacanza a Ponza, ho scoperto e goduto di uno degli angoli più belli di questa splendida isola.
Ponza, si sa, per la sua straordinaria bellezza ha ispirato poeti e artisti ed anch’io, appassionata fotografa voglio dare il mio piccolo contributo, commentando le “mie” immagini con alcune riflessioni.
Quest’anno ho scoperto una caletta segreta a Cala dell’Acqua, racchiusa dallo scoglio della Tartaruga, dove il mare si tinge di tutte le sfumature di blu e turchese.
Questa piccola ansa ancora oggi porta l’antico toponimo di Cala Cantina.
Incuriosita ho chiesto ad un gentile signore del posto maggiori informazioni.
Sotto il regno borbonico – racconta – nel Settecento, questa zona di Le Forna era abitata dalla famiglia Vitiello che vi coltivava la vite.
C’è, però, un altro aspetto, meno noto, che risale ad anni più recenti. Questa caletta era utilizzata, infatti, per tenere in apposite vasche scavate nella roccia le pregiate aragoste isolane, per tenerle in vita e metterle sul mercato all’occorrenza.
Suo nonno – aggiunge – negli anni Trenta, aveva trovato questo metodo, in alternativa ai classici nassoni in vimini che un fortunale aveva irrimediabilmente distrutto.
L’idea fu di scavare nella roccia tre piccole vasche comunicanti, assicurando così il continuo ricambio dell’acqua.
Ora, pensando a queste storie di antenati, osservo le vasche dall’acqua cristallina dove ricci, pesci piccoli e grandi hanno eletto la loro tana. Quello che resta soprattutto nel mio cuore e nella mia mente è la poesia di questo luogo “segreto” che tanto ha saputo ispirarmi.