Papa Bergoglio in un suo recente discorso ci ha ricordato che la parola “autorità” deriva dal latino “augere”, che significa “far crescere”.
Che cosa dice Bergoglio? “Augere”, cioè ‘far crescere’, significa permettere alla persona di crescere, significa essere capaci di creare uno spazio di crescita”.
Nello specifico di una comunità, è compito del Sindaco “augere”: “far crescere”.
Dunque l’autorità non è repressione; l’autorità che il Sindaco esercita come primo cittadino, non è l’esercizio di un potere inteso come azione di imperio verso chi è governato, ma l’esercizio della responsabilità di far crescere la propria comunità, i propri cittadini.
Ricordo il film “Prova d’orchestra” di Fellini, anche se lì il binomio era tra anarchia e dittatura, io penso invece a “un direttore d’orchestra” che sappia valorizzare i musicisti solisti coinvolgendoli attivamente prima nella comprensione e poi nella fattiva elaborazione di una vera sinfonia..
Bisogna finirla di litigare, finirla con la politica del sospetto e della sfiducia e cominciare ad elaborare un nuovo pensiero a misura di isola.
Bisogna stabilizzare l’economia locale, dare lavoro a tutti, ricostruire il tessuto sociale, dare continuità alla vita di questa comunità per l’intero anno solare, creare nuova occupazione; e fare questo senza indugio, avendo ben presente il senso del tempo che passa.
Ognuno di noi dovrebbe avere il senso della brevità dell’esistenza umana per capirne il reale significato; soprattutto gli amministratori dovrebbero avere l’idea del brevissimo tempo che hanno a disposizione per dare un senso al loro impegno pubblico per la comunità
Rendiamoci conto di essere stati fortunati ad essere nati e vivere in quest’isola.
Rendiamoci conto che individualmente abbiamo delle competenze, delle sensibilità politiche e filosofiche; in altre parole abbiamo un ‘talento’, irripetibile, da non sprecare solo per l’accumulo (o per la dissipazione), ma anche per dare un senso alla nostra esistenza.
Noi stiamo sprecando il nostro tempo, cari Ponzesi, e infatti non siamo felici; la felicità non può arrivare dall’individualismo né dall’accumulo o dallo sperpero ma dall’armonia di un ambiente sano, equilibrato, dove tutte le persone collaborano, si salutano con piacere, sono ‘trasparenti’, sono orgogliose di mostrare a se stessi e al mondo intero la ‘loro’ vita nella ‘loro’ isola.
Se decidiamo di collaborare nel pensare, nel progettare, nello sperimentare una nuova coesistenza su quest’isola, allora ognuno di noi suggerirà le giuste note sul pentagramma e arriveremo a curare la nostra “cristalleria” con quella delicatezza di cui ha bisogno per l’oggi e per gli anni a venire.
Vedete, Chiaia di Luna è l’emblema del nostro fallimento, della nostra delega politica agli amministratori.
La partenza silenziosa dei ponzesi nel periodo invernale è l’individuale, silenziosa rinuncia a un progetto di vita in questa isola.
Mi fermo a questi due esempi per dire che non paga più la guerra di posizione tra di noi, stiamo distruggendo l’isola, stiamo abbandonando l’isola e non siamo felici ma neanche soddisfatti della nostra esistenza.
Se, dopo una approfondita riflessione sulla nostra vita, ci predisporremo con il giusto animo allora ci renderemo conto che spesso le soluzioni ce le abbiamo sotto gli occhi, però dobbiamo affrontarle, dobbiamo prenderle di petto.
La rigenerazione urbana non passa solo attraverso la trasformazione degli immobili di cui già siamo in possesso ma passa attraverso il ripensamento degli spazi pubblici, dei luoghi aperti. Molte cose le possono fare i residenti se solo decidono di collaborare, di mettersi insieme e non in competizione.
Ecco, questa è la sfida che un Sindaco ha davanti e rimanendo con l’esempio del pentagramma, delle note e della musica il Sindaco come un bravo “direttore d’orchestra deve valorizzare i solisti, fare in modo che gli archi si sentano di più quando il momento lo richiede, deve abbassare la fase ritmica, amalgamare gli ottoni”.
Riaprire Chiaia di Luna si può e lo si deve fare coinvolgendo i cittadini.
Far diventare il PAI solo una marca di patatine si può fare solo chiamando a raccolta i cittadini.
Riprenderci Zannone lo si deve fare ma non per darlo al privato, piuttosto per creare nuova occupazione e questo e solo questo può motivare i cittadini a stare intorno al proprio Sindaco.
Le Cooperative sono la svolta, ma queste devono essere pensate per unire, aggregare creare nuova cultura e non dividere.
Il porto a Cala dell’Acqua deve integrare e sostenere l’economia già sviluppata dai fornesi e più in generale dai ponzesi e su questa base che i fornesi e i ponzesi non avranno esitazioni a sostenere il Sindaco.
Caro sindaco Vigorelli, la nostra isola è un insieme di spazi, sempre più limitati, dove consentire alla persona di trovare il suo ruolo per crescere, dove offrire strumenti di crescita al cittadino come singolo nella comunità. E questi sono gli spazi pubblici nelle piazze, nel centro e in periferia; sono i parchi dove l’amministrazione realizza i teatri, dove recupera reperti storici e archeologici. Sono anche gli spazi privati che vengono ripensati, o gli immobili pubblici che trovano una nuova funzione.
Ma l’“augere” (la crescita) di Bergoglio non è la crescita progressiva sempre professata dai liberisti: è crescita dello spirito sulla materia, è condivisione di spazi, è cooperazione per ridurre la concorrenza e ordine per ridurre il disordine.
È appunto armonia cioè cicli vitali che si instaurano tra l’uomo e la natura.
Il Sindaco deve avere sott’occhio la veduta aerea dell’isola, avere chiare le esigenze di tutte le famiglie residenti; avere sempre la consapevolezza e la misura degli spazi di crescita che sono spazi di libertà; avere la capacità di traghettare il vecchio nel nuovo non abbandonando nessuno al proprio destino.
Per la prima parte: leggi qui
Per la seconda parte: leggi qui
[Un’isola da far crescere (3) – Fine]