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La trasmissione di oggi 21 aprile, “Torto o Ragione?” (RAI 1 ore 14,05) ha avuto come protagonisti una giovane coppia di sposi: lei Sara, ventenne ponzese, lui Filippo più grande di età, bolognese e la mamma di lei Rosaria – stabilitasi a Bologna con figlia e genero. Lo schema classico di “ Io, mammeta e tu” così ben delineato da Pazzaglia – Modugno.
Il fatto mi ha incuriosito non poco ed ho cercato di condividere tale curiosità con gli amici di Facebook, anche perché “Filippo” ha esordito dicendo di aver conosciuto “Sara” a Ponza e ne ha celebrato le bellezze paesaggistiche: Ponza – come luogo turistico – è stata trattata molto bene, com’è logico, e ciò inorgoglisce noi isolani. Però non tollerava in casa la invadenza della suocera, per cui si era rivolto al foro televisivo per riacquistare l’intimità familiare.
Ma è apparso evidente a tutti (o quasi) che si trattava di attori: uno tra i più smaliziati ha commentato: “mai visti, né lui, né lei”. La cosa è apparsa evidente quando è stata tirata in ballo Rosaria, la quale è stata sentita al telefono, non è apparsa in TV perché mammina non si sentiva in forma: “teneva ‘ll’uocchi’e freve / pareva ca schiattave!”.
A Ponza tutti conoscono tutti , specie coloro che hanno superato gli … anta e quindi una ulteriore faccia sconosciuta avrebbe reso ancora meno credibile la storia televisiva. Purtroppo la sposina ponzese non ha fatto “una bella figura”: rappresentata come “spaesata” nel nuovo ambiente cittadino, a disagio nelle riunioni con gli amici, a teatro… Suo malgrado non riesce a tagliare il “cordone ombelicale” che ancora la lega a “mammà”.
Sotto tale aspetto dò perfettamente ragione ad una signora di Ponza la quale su Facebook ha osservato: “ Ma che ponzese e ponzese, su Rai 1 a ‘Torto o Ragione’. E’ vero che tutto ci fa pubblicità purché si nomini Ponza… ma farci passare per cenerentole state freschi..! Ma se le donne di Ponza hanno sposato confinati politici colti seguendoli nella buona e nella cattiva sorte, figuriamoci se ad una ragazza d’oggi fa impressione un salotto di una qualsiasi città! Poi ricordatevi che la civiltà viene dal mare!”
Condivido in pieno questa riflessione.
Però una domanda me la pongo: “ Come mai diamo a certi ‘forestieri’ l’impressione di essere come “pesci fuor d’acqua” appena ci allontaniamo dalla nostra isola?
Di Silverio Lamonica in condivisione con www.buongiornolatina.it
polina ambrosino
22 Aprile 2015 at 21:18
Quando ho frequentato il corso abilitante all’insegnamento, presso Roma 3, l’insegnante di psicologia dedicò una lezione alla “cultura degli stereotipi”: non credo che noi isolani diamo l’idea di essere spaesati e sprovveduti. Sembrerebbe, invece, che molti fra coloro che dall’isola vengono e si stabiliscono altrove, spesso ricoprendo ruoli professionali di tutto rispetto,non abbiano alcun problema con i “continentali” né con la loro società. Sono, piuttosto, gli stereotipi che pongono l’isolano in una dimensione ristretta, come sono i confini dell’isola. Lo stereotipo ci vuole limitati in tutti i sensi, ci dipinge, quindi, come creature semplici, dalle menti ristrette, abitudinari e poco evoluti… Purtroppo è cosi. Lo è stato nella fiction, sebbene di grande successo e di meravigliose inquadrature, e lo è stato nella puntata di “a torto o a ragione”… Peccato. Speriamo solo che, tra lo spopolamento incessante e l’esacerbarsi dei rapporti fra noi indigeni, il processo evolutivo dei ponzesi non si arresti e confermi tutti gli stereotipi di cui siamo oggetto, nostro malgrado…