di Rita Bosso
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Riproponiamo parte di una Cronaca dello Stracquo realizzata a marzo dell’anno scorso mentre gli artisti partecipavano all’evento ideato e organizzato da Monia Sciarra e da Franco Schiano.
L’articolo torna di attualità oggi, mentre da Istanbul giunge la notizia del sequestro del magistrato Mehmet Selim Kiraz e della sua morte nel corso del tentativo di liberazione; il magistrato stava indagando sull’uccisione del giovane Berkin Elvan che nel 2013 si era trovato casualmente in Gezi Park mentre era in corso una manifestazione.
A questa vicenda si è ispirato l’artista turco Murat Onol per l’installazione Inferno, Purgatorio e Paradiso Terrestri, realizzata nell’ambito dello Stracquo.
Non è un cuore, perdio, è un sandalo di pelle di bufalo
che cammina, incessantemente, cammina
senza lacerarsi
va avanti
su sentieri pietrosi
(Nazim Hikmet)
Scontato, citare i versi di Hikmet per presentare l’artista turco Murat Onol; se poi egli realizza l’installazione nel Museo di Ponza, l’associazione Ponza / confino / esilio / Hikmet / Turchia è quasi automatica.
No, non sono cuori gli oggetti racchiusi sottovuoto in sacchetti simili alle sacche ematiche, deposti sulla rete di un letto d’ospedale; sono mezzi filoncini di pane aperti, tagliati a metà, riempiti con piccole cose di stracquo e imbustati.
Due settimane fa, ad Istanbul, è morto uno studente turco, dopo un lungo coma che lo aveva ridotto a pesare sedici chili; stava andando a comprare del pane quando è stato preso alla testa da un lacrimogeno sparato dalla polizia.
Stamattina, a Giancos, Murat si è fatto portare sedici chili di pane con cui ha prima prodotto una performance, poi realizzato l’installazione Paradiso, Purgatorio, Inferno terrestri nella sala del Museo.
Il pane, simbolo di vita, diviene causa di morte, secondo un principio derivante dal pensiero Sufi che percorre molte delle opere di Murat: non c’è vita se non c’è il suo duale, la morte. Non c’è il vuoto senza il pieno: le sacche rese dense e compatte dall’estrazione d’aria giacciono sulla griglia a maglie larghe della rete del letto; ancora, l’immensa ricchezza che il mare contiene si mescola alla distruzione rappresentata dai piccoli oggetti di plastica stracquati a riva.
Murat Onol è nato ad Istanbul nel 1971; comincia l’attività come pittore espressionista, prosegue con la produzione di installazioni e video; attualmente realizza in prevalenza performance interattive.
Fa parte del secondo gruppo di artisti ospitati a Ponza dall’associazione Cala Felci, nell’ambito della rassegna Lo Stracquo: l’arte che viene dal mare.
Gli chiedo cosa evochi la parola stracquo; risponde con l’aggettivo pesante.