Dopo avere studiato il “fenomeno” per cinque decenni, Emilio Iodice racconta il tenore Mario Lanza in un libro
di Riccardo Chioni – venerdì 13 marzo 2015
Labels: Cultura
“L’ho conosciuto proprio il giorno della sua morte, ero un ragazzino e da lì è cominciato questo interesse profondo per studiare non solo la voce, ma la persona, il carattere” ha spiegato Emilio Iodice, autore del libro “A Kid From Philadelphia: Mario Lanza, The Voice of the Poets”, presentato alla Columbus Citizens Foundation mercoledì e ieri all’Italian American Museum.
Emilio Iodice, docente universitario, direttore del Rome Center Campus della Loyola University, già diplomatico americano e business executive, ha dedicato mezzo secolo della sua vita a studiare il grande tenore americano Mario Lanza, uno dei più incisivi talenti dell’opera lirica del XX secolo.
“Era fantastico. Già a 17 anni dimostrava qualità, abilità e passione in maniera eccezionale. Era unico, non solo per l’epoca, anche per tutti i tempi. Veniva da una famiglia italiana ed aveva una grande passione per l’italianità. A quel tempo, erano gli ultimi anni Quaranta – ha spiegato Iodice -, i cantanti d’opera venivano dall’Italia ed essere un tenore nato nel Mondo Nuovo era una rarità. Lanza ha sfidato anche la storia”.
L’autore ha proseguito precisando che Lanza si era preparato per la lirica, ma che grazie anche alla sua piacente presenza fisica era riuscito ad andare oltre l’elite dei teatri dell’opera, proponendosi anche come interprete di musica popolare, mentre spopolava sul grande schermo.
“Ha oltrepassato la frontiera dell’opera con la musica popolare ed ha fatto cinema, non solo per i soldi che già aveva accumulato in abbondanza, voleva portare la lirica italiana alla gente che prima non si sarebbe potuta permettere un biglietto per un tempio dell’opera” ha aggiunto l’autore.
Mario Lanza scomparso nel 1959, adesso sta vivendo un fenomenale revival che non conosce confini, tanto che il libro di Emilio Iodice è andato subito a ruba in Giappone.
“Fuori dagli Stati Uniti i miei libri vengono letti di più in Giappone. Penso perché i giapponesi sono gente di grande cultura, l’Italia oggi è inondata dai giapponesi. A loro piacciono cose che non sono della loro cultura e ciò che interessa loro più d’ogni altra è la musica e anche la parola che va con la musica, la canzone classica canzone napoletana è la più gettonata. Lanza per loro rappresenta una qualità particolare che oggi i grandi tenori sognano” – ha sostenuto Iodice.
Il tenore di Filadelfia era un uomo tutto d’un pezzo, generoso e onesto, amava la gente.
Iodice ha raccontato un episodio in cui il cantante emergente Al Martino ha chiesto a Lanza di poter cantare la canzone “Here in My Heart” appositamente scritta per lui nel 1952.
“Sal Martino ha chiamato Lanza e gli ha detto: vorrei essere io a cantare per primo quella canzone scritta per te. Lanza gli ha risposto che il brano era suo: vai, figlio mio, gli ha risposto. E la canzone ha lanciato la carriera di Al Martino che all’apertura di ogni suo concerto ringraziava Mario Lanza. Era così, un uomo di enorme generosità”.
Secondo il docente e autore Iodice, tutti gli studenti universitari americani dovrebbero trascorrere un periodo all’estero, nella culla della cultura.
“Per me è una cosa essenziale. Sono onorato di essere il direttore della Loyola University Rome Center nella capitale, a Monte Mario. Vedo ragazzi che vengono e non sanno chi sono, escono che sanno chi sono, dove andranno e questo succede in cento giorni. In questo periodo – ha raccontato il docente – facciamo una trasformazione unica e diventano italiani, diventano cittadini del mondo, la mente si apre e sono pronti alla leadership del futuro”.
Il Rome Center Campus della Loyola esiste perché Mario Lanza l’ha voluto, è stato realizzato infatti con i fondi raccolti ad un suo concerto di beneficenza.
“Il concerto ha fruttato abbastanza da poter realizzare l’edificio. Ho fatto installare una targa a ricordo e ho scritto il libro anche per questo” ha proseguito Iodice, autore di altri libri, tra cui “Profili in leadership: da Giulio Cesare a Oprah Winfrey”.
“Vediamo cosa possono insegnarci tutti i personaggi che sono passati attraverso duemila anni per essere leader del futuro. È un libro che viene usato in molte università, considerato una Bibbia in leadership. Un altro libro si intitola “Sorelle” ed è molto familiare, l’ho scritto per mia madre e mia zia: due italiane straordinarie dell’isola di Ponza. Mamma è venuta in America e la zia è rimasta in Italia: due personaggi che sono modelli contemporanei” ha detto Iodice.
Un altro porta il titolo “Future Shock 2.0, The Dragon Brief 2020”, che l’autore ha definito una “fiction basata sui fatti”.
“A cinque anni da oggi la donna presidente degli Stati Uniti deve affrontare un problema mondiale, come svolgere il ruolo di presidente in un mondo che sta vivendo un disastro dopo un altro. Penso che i nostri leader di oggi non sono in grado di affrontare i problemi” ha concluso l’autore.
Articolo di Riccardo Chione, ripreso integralmente da “Oggi a New York” – http://www.media2work.net
Immagine di copertina: Emilio Iodice autografa copie del libro, alla Columbus Citizens Foundation
.
Nota della Redazione
Il libro era già stato segnalato sul sito alla sua uscita, nel dicembre 2014 (leggi qui), con un breve estratto dalla prefazione.