Quasi sembra che quest’isola scivoli in mare. La pioggia annulla i colori, i più brillanti riflettori di questo punto di terra.
Dio mio… chi ci tratterrà dal finire nel dimenticatoio della storia ora che le mani di questa comunità sono poche e deboli.
Le gocce plorano insistenti ma… cos’è che sfreccia davanti a me. E’ un esserino nero e bianco. E’ una rondine. E’ arrivata la prima rondine.
Non potrà seguire che il sereno.
Canzone proposta dall’Autore (FDL) . Da YouTube: “E’ la pioggia che va” dei Rokes
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Nota (a cura della redazione)
È la pioggia che va / Finché c’è musica mi tengo su sono i due brani contenuti in un singolo 45 giri dei Rokes pubblicato nell’ottobre del 1966.
È la pioggia che va, registrata sul lato A del disco, è il brano con il quale i Rokes si ripromettevano di ripetere il successo del singolo precedente, Che colpa abbiamo noi. Anche per questo fu nuovamente scelto di pubblicare una cover di una canzone del cantautore statunitense Bob Lind, Remember The Rain (1966), con il testo riscritto da Mogol seguendo il filone della canzone “di protesta” in voga in quegli anni.
Il testo originale, meno banale della versione italiana, parla della fine di un amore.
Ne riportiamo solo un refrain:
Just remember the rain
when you think of the sunshine
On the ocean of a smile
we floated easy for awhile
But now we’re drifted to the shore
where beauty dies
Ma ricorda la pioggia
quando pensi al sole che splende
Su un oceano di sorrisi
abbiamo fluttuato facilmente per un po’
Ma ora andiamo alla deriva verso una spiaggia
dove la bellezza muore
Le rondini. Realizzazione delle Vetrate d’Arte Giuliani alla Casina delle Civette, su bozzetti di Duilio Cambellotti – Villa Torlonia. Roma