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In accordo con la sua derivazione da ‘monstrum’ – o monestrum, dal latino ‘monere’: avvertire; ovvero comunicare agli uomini la volontà degli dei – il “mostro” è qualcosa da mostrare perché straordinario, un prodigio, contro la natura o fuori dalla norma.
A partire da questa radice etimologica, i significati e le implicazioni della parola sono stati i più vari, nel corso della storia umana: dalla meraviglia all’orrore con tutti i gradi intermedi, e hanno determinato in campo artistico una esplosione di creatività come pochi altri temi. Con connotazioni positive o – più spesso – negative.
In senso positivo, o almeno ambiguo, il ‘mostro’ è accostabile ai mirabilia, ai freaks: da esibire, irridere o venerare, a seconda delle circostanze; basti pensare alla presenza di ‘fenomeni da baraccone’ nei circhi e alle corti dei potenti d’altri tempi; o all’attributo di ‘divinità’ dato agli ermafroditi in antiche culture.
Locandina di ‘Freaks’, film di Tod Browning del 1932
Film anomalo come pochi altri, nella storia del cinema; girato senza particolari trucchi con attori che erano veri fenomeni da baraccone; fu ripudiato dalla stessa casa produttrice (la Metro-Goldwyn-Mayer) e per anni vietato in molti paesi, tra cui l’Inghilterra. Rigorosa allegoria sulla ‘diversita’, sostiene la tesi – indigeribile al tempo, ma ‘tosta’ ancora oggi – che ancora più mostruosi dei mostri da baraccone possono essere gli esseri umani ‘normali’.
Copertine del romanzo di fantascienza – meglio sarebbe definirlo ‘fantasy’ – Cristalli sognanti (The Dreaming Jewels, 1950) di Theodore Sturgeon; edizioni italiane (in Urania) del 1953 e 1963. Più di recente riproposto da Adelphi (1997)
Cristalli sognanti. Il romanzo di Theodore Sturgeon.
Il libro ipotizza la presenza sulla terra di creature aliene, ‘i cristalli’ appunto, che appaiono agli occhi umani come prismi sfaccettati. Entità parallele al mondo degli uomini e supremamente indifferenti ad esso, che esprimono una creatività naturale; una aspirazione alla bellezza che si manifesta a volte nel mondo reale in forma di cose, alberi, esseri di aspetto umano. Molte di queste creazioni, cercate in giro per il mondo da un uomo terribile – un misantropo chiamato ‘il Cannibale’ – che ha scoperto il segreto dell’esistenza dei ‘Cristalli’, sono riunite in un circo, che per certi aspetti ricorda quello dei ‘Freaks’ di Tod Browning.
Le storie di questi fenomeni e la loro autentica umanità, a dispetto dell’aspetto deforme, la figura femminile di Zena, le vicende del nano Horton e dell’uomo serpente Solum, sono creazioni letterarie tra le più affascinanti che si possano leggere, quanto ad apertura dei propri orizzonti.
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Abbiamo parlato fin qui di aberrazioni, devianze anatomiche e/o genetiche; comunque fenomeni o ‘mostri’ del mondo fisico. Ma non fanno troppa paura i mostri di questo tipo, anche se, in senso negativo, la loro presenza si carica di un giudizio morale o di implicazioni esoteriche, a seconda del contesto.
Ben più invadenti e angoscianti sono i mostri di dentro; le proiezioni del nostro inconscio. Non è un caso che la fantasia umana sia stata attratta – in ogni tempo e cultura, nelle sue più varie espressioni artistiche – dal diverso e dal mostruoso.
I mostri più pericolosi sono dentro di noi; mostri innati o molto precoci. Quelli che turbano forse i sogni dei bambini che si svegliano piangendo; che danno un aspetto orrido alla paura della fame, della solitudine, dell’abbandono. Mostri che nella vita adulta si impara a tenere a bada o a mettere fuori di sé, razionalizzandoli in vario modo. Che riaffiorano nelle opere degli artisti per aver essi una più acuta percezione, il coraggio di penetrare e di rappresentare le zone oscure dell’animo umano.
Il prototipo dei libri di trasformazioni e di mostri, che affonda le sue radici nell’antichità greca è “Le Metamorfosi”- Metamorphoseon , in quindici libri – di Publio Ovidio Nasone (43 a.C. – 18). Nell’immagine qui sopra, in una stampa del 1474, Circe e Odisseo con i compagni trasformati in animali (Woodcut illustration)
Storie di mostruosità e leggende terrifiche hanno accompagnato gli uomini nei secoli bui del profondo Medio Evo; esse hanno avuto maggior dignità letteraria e ampio seguito nel periodo romantico e da allora continuano a segnare l’immaginario occidentale. Dal Frankenstein di Mary Shelley del 1818; al Dracula dell’irlandese Bram Stocker del 1897, da cui tutti gli epigoni letterari e cinematografici legati ai vampiri (Nosferatu e compagni).
Ancora, tutta l’opera di Edgar Allan Poe (1809 – 1849) pervasa di mistero, inquietudine e angoscia. O anche Howard Phillips Lovecraft 1890 – 1937), alla base della moderna letteratura di science fiction e di fantasy, fino al più famoso dei contemporanei in campo: Stephen King.
“Frankenstein, or the modern Prometheus”, scritto all’età di 19 anni da di Mary Wollstonecraft Shelley – una vita funestata da tragedie di ogni genere – moglie del poeta romantico Percy Bysshe Shelley, pubblicato nel 1818. Si richiama ai Golem della mitologia ebraica e del folklore medioevale con la sovrapposizione di elementi proto-romantici, come la diffidenza nei confronti della tecnologia, e in termini personali, la sofferenza per il rifiuto causato dalla diversità, la solitudine, la ribellione
La prima edizione del romanzo di Robert Louis Stevenson (1886): Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde – The Strange Case of Dr. Jekyll and Mr. Hyde e la locandina di una delle tante trasposizioni filmiche della storia (la prima nell’epoca del sonoro): Dr. Jekyll and Mr. Hyde (1931), di Rouben Mamoulian (1931)
Il libro di Stevenson è tra i più compiuti esempi della natura duale dell’animo umano: luce e ombra, il Bene e il Male.
Insieme al ‘Ritratto di Dorian Gray ‘(The Picture of Dorian Gray’, 1886) di Oscar Wilde, è tra i romanzi basilari sul tema del doppio.
Due trasposizioni cinematografiche ispirate al libro di Bram Stoker (Cfr. nel testo): la versione espressionista di Friedrich Wilhelm Murnau (Nosferatu, il vampiro, del 1922 ); e la più famosa di Werner Herzog – Nosferatu, il principe della notte, con Klaus Kinski del 1979
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Ci sono tanti mostri nel nostro immaginario; mostri buoni e cattivi, i mostri del cinema e quelli delle favole, che qualche funzione pure l’avranno. Né dimenticheremo (come promesso) i mostri marini.
Il seguito alle prossime puntate…
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[Guida per riconoscere i propri mostri. Mostri letterari e cinematografici. (2) – Continua qui]