Da oltre un mese sulla stampa locale si leggono notizie riguardanti la realizzazione dei dissalatori per Ponza e Ventotene (per tutti l’articolo del Messaggero del 4 gennaio 2015 Cronaca di Latina – Allegato 1 in file .pdf).
Il rinnovato interesse della cronaca per questi impianti è iniziato negli ultimi giorni del 2014, quando la Regione Lazio, nell’approvare il proprio bilancio – tra i 45 nuovi progetti da conseguire con fondi unitari della Regione e dell’Unione Europea – ha confermato un investimento di 17,8 milioni di euro per la realizzazione degli impianti di dissalazione delle “Isole Pontine”.
Questo in realtà è solo l’ultimo atto – fino ad ora – di una storia che parte da lontano.
Già nel settembre del 2004 la Regione Lazio, il Comune di Ponza, il Comune di Ventotene e la Comunità Arcipelago Isole Pontine, sottoscrissero un “Protocollo d’Intesa” per l’attuazione del “Programma integrato di valorizzazione dell’ambiente delle Isole Pontine”, che prevedeva tra i campi di intervento, la gestione integrata delle risorse idriche.
A tale atto fece seguito la Delibera di Giunta Regionale n 165/04 con uno stanziamento pari a 3.000.000 di euro per la realizzazione di opere fognarie nei Comuni Isolani).
Accordo recepito nel successivo e più vasto “Protocollo di Intesa” tra la Regione Lazio, l’Autorità del “Lazio Meridionale Latina” (A.T.O. 4), i Comuni di Ponza e Ventotene ed Acqualatina Spa – DGR n. 59 del 21 gennaio 2005 – che prevedeva tra l’altro l’impegno dell’ATO.4 (1) ed Acqualatina (2) a realizzare gli impianti di dissalazione da rendere operativi entro il 30 giugno 2006 per Ventotene ed il 31 dicembre 2006 per Ponza.
Dal canto suo la Regione Lazio si impegnava ad assicurare, con oneri a suo carico, fino all’entrata in funzione degli impianti di dissalazione e comunque non oltre il 31 dicembre 2006, il trasporto dell’acqua alle isole. Oltre tale data, anche se per qualsiasi motivo non fossero stati realizzati gli impianti di dissalazione, il trasporto ordinario dell’acqua per le isole doveva essere svolto da Acqualatina S.p.A. con oneri a carico della tariffa del servizio idrico integrato di ATO4.
Circa un anno e mezzo dopo – atto n° 6 del 14 luglio 2006 – in una conferenza dei Sindaci dell’Ato4, si prendeva atto della mancata realizzazione dei dissalatori e veniva chiesto alla Regione Lazio la proroga del rifornimento idrico via mare.
Nella stessa seduta venne approvato, tra l’altro, il piano tariffario di Acqualatina fino al 2032 (vedi Allegato C4 in file .pdf).
Nel dettaglio, il piano quantificava le tariffe che gli utenti dell’ATO4 avrebbero dovuto pagare nei successivi 25 anni, individuando innanzitutto i costi che Acqualatina avrebbe dovuto sopportare per la gestione del servizio idrico integrato [notare in particolare le singole voci all’interno del righino rosso del piano tariffario, nella varie pagine che lo compongono e per i diversi anni (fino al 2032)].
Nel calcolo delle tariffe di tutti gli utenti della ATO4 erano inclusi per l’anno 2008 i costi del rifornimento idrico alle nostre isole (4,4 milioni di €); inoltre, a partire dal 2009 fino teoricamente fino al 2032, da 1,4 fino ad 1,7 milioni di € (!) per la gestione dei dissalatori che non sono mai stati costruiti.
Il tutto sulla carta, poiché Acqualatina non si è mai fatta effettivamente carico né del rifornimento idrico alle isole né tanto meno della costruzione dei dissalatori.
Per lo meno non direttamente: c’è da aggiungere per rendere il quadro ancora più ingarbugliato, che nella filiera del rifornimento è presente Acqua Campania, società che dopo aver preso l’acqua (gratis) da Cassino trasportandola fino a Napoli, la rivende poi alla Regione Lazio per il trasporto sulle isole. In Acqua Campania è presente con il 24% delle quote societarie la Veolia, società francese che come vedremo nello specifico, curiosamente è quotata anche in Acqua Latina… Come riferimento, cfr. l’articolo di Attilio Bolzoni su “la Repubblica” del 9 dic. 2012: “La beffa dell’acqua, così il Lazio ricompra quella che regala a Napoli” (leggi qui oppure anche file.pdf La Repubblica. Dic. 2012) e su “Latina Oggi” del 13 dicembre 2012 l’articolo di Graziella di Mambro: “Acqua, i padroni di tutto – Chi non vuole i dissalatori di Ponza e Ventotene. Veolia ci guadagna” (Cfr. file .pdf Latina Oggi dic. 2012).
Nel frattempo la modalità di gestione di un bene primario come l’acqua, da parte di questa società, è stata in un primo momento fortemente contestata dai cittadini – con la costituzione di molti Comitati (particolarmente agguerrito quello di Aprilia che da anni non paga le bollette ad Acqualatina ma al Comune e sta anche vincendo tutti i ricorsi giudiziari, non avendo la città di Aprilia mai firmato la convenzione con Acqualatina) – e successivamente anche da alcuni sindaci del Lazio meridionale.
Nell’ultimo periodo uno dei motivi di contestazione sono proprio i costi che gli utenti dell’ATO4 avrebbero sopportato per la realizzazione dei dissalatori per le isole, come si è detto mai costruiti.
In più, viene fatto notare a gran voce, che con il recente stanziamento della Regione Lazio ulteriori fondi pubblici vengono impiegati per fare ciò che Acqualatina si era impegnata a realizzare già da una decina di anni e per cui ha goduto di benefici economici.
Su questo punto nei giorni scorsi il Comitato contro Acqualatina di Formia ha diffuso un comunicato stampa con cui informa di aver inoltrato un’interrogazione ai consiglieri regionali del Movimento Cinque Stelle dall’esplicativo interrogativo: Dove finiscono gli introiti delle bollette dell’acqua? (cfr. All. h24notizie del 30 gennaio 2015).
Dal canto loro i dirigenti di Acqualatina tendono a smentire che effettivamente nelle tariffe dell’acqua siano conteggiati anche gli oneri per i dissalatori “inesistenti”.
Affermazione ribadita ancora nel recentissimo articolo apparso giorno 5 febbraio sul Quotidiano di Latina (Cfr. Allegato 2 file .pdf).
Poiché l’interrogazione regionale è a risposta scritta sarà interessante conoscerne le risultanze.
A Ponza, per comprendere meglio le problematiche che si stanno sviluppando sulla questione acqua, la situazione va scissa nei suoi due aspetti: rifornimento idrico e Acqualatina.
La questione di una diversa modalità di rifornimento idrico fu posta già durante il mandato di don Mario Vitiello alla fine degli anni ‘70, come già scritto in altri articoli (cfr quello di Vincenzo Ambrosino e relativi commenti: “L’acqua è un bene comune?” leggi qui); anche nel pezzo di Rosanna Conte su don Mario se ne parlava (leggi qui).
Purtroppo la scelta lungimirante di quella amministrazione non fu confermata nei successivi mandati di Antonio Balzano che invece vide nella condotta sottomarina dal Circeo il rischio di una riduzione dei posti di lavoro per i ponzesi sulle navi cisterne, condizione che si è verificata comunque a prescindere dalla scelta a suo tempo fatta.
Va anche detto che dopo quel primo rifiuto nessuna delle successive amministrazioni ha più riproposto l’ipotesi della condotta sottomarina.
Ad alcune delle polemiche che avversano Acqualatina in questione si è già fatto cenno e molto altro si potrebbe dire. In sostanza più passa il tempo e meno questa Azienda è apprezzata dai suoi utenti; è ormai diffusa la percezione che il rapporto qualità del servizio e costi sia assolutamente sbilanciato sul secondo punto.
L’ipotesi più ragionevole sarebbe perciò che Ponza non vada a cadere sotto la sua gestione.
Solo che ormai questa possibilità appare quanto meno improbabile.
Sia per il punto a cui si è giunti – in un documento della provincia di Latina dello scorso mese di agosto si parla di un protocollo d’intesa in corso di definizione presso la Regione Lazio per la gestione del “servizio idrico integrato” dell’intera isola – sia per le particolarità che la legge riserva al servizio idrico. Infatti dal 1994 questo servizio gestisce acqua potabile, fogne e depurazione.
Questo ultimo aspetto diventa pertanto rilevante soprattutto in ordine ad una corretta gestione dei ‘depuratori’ (al plurale poiché si è sempre in attesa di avere un depuratore funzionante anche alle Forna) che prevede controlli costanti da parte di tecnici specializzati (tutti ricordiamo la lunga diatriba estiva del cattivo odore dal depuratore di Giancos). Ci auguriamo perciò che dovendo finire nelle poco accoglienti “braccia” di Acqualatina, almeno si avrà la determinazione di chiedere un servizio adeguato per il depuratore/i.
Altrettanto complessa è la questione dissalatori, ipotesi accreditata in Regione e pienamente condivisa dall’attuale Amministrazione.
Nella prossima puntata proveremo a porre almeno i termini generali della questione; non può essere infatti questa la sede e non abbiamo le competenze tecniche specifiche, per approfondimenti più dettagliati. Ci siamo tuttavia informati con professionisti esperti in materia ed il quadro che ne è emerso non è incoraggiante.
Note
(1) In sintesi su ATO 4
: L’ATO 4 Latina dal punto di vista idrografico l’ambito comprende i bacini regionali del litorale a sud di Ardea fino al Liri-Garigliano.
Nell’ambito ricadono n. 38 Comuni:
– 32 Comuni appartengono alla Provincia di Latina (tutti i Comuni tranne Campodimele);
– 2 Comuni appartengono alla Provincia di Roma (Comuni di Anzio e Nettuno);
– 4 Comuni appartengono alla Provincia di Frosinone (Comuni di Amaseno, Vallecorsa, Villa S. Stefano e Giuliano di Roma).
(2) In sintesi su Acqualatina: Acqualatina Spa è una società mista pubblico-privato, costituita nel 2002. Il 51% della proprietà è suddivisa tra i Comuni dell’ATO4 (quasi tutti i comuni, Ponza ad esempio no), la quota maggiore, il 10%, appartiene al Comune di Latina. Il 49% è della società Idrolatina srl del Gruppo francese Veolia.
Allegati
– ALL.1. Il Messaggero LT – 4 genn. 2015
– All. C4 tariffe acqua ATO4 fino al 2032 (uno degli Allegati dell’Atto n° 6 del 14 luglio 2006; la parte evidenziata in giallo fa parte del documento originale)
– H24notizie. Dissalatori a Ponza e Ventotene
– ALL.2. Quotidiano di Latina. Dissalatori. La replica di Acqualatina. 5 febbr
– Da Repubblica. La beffa dell’acqua
– LatinaOggi – Acqua i padroni di tutto
[Acqua e dissalatori per le isole (1) – Continua qui]