di Sandro Russo
Vedere la zia Iole nel pezzo di Emanuela (leggi qui) fotografata vicino alla minuscola edicola di Buddha, mi ha riportato dritto dritto agli anni in cui l’ho costruita (una quindicina, ormai – leggi anche qui), e ad uno scritto che mandai agli amici, a quel tempo .
S.R.
Il piccolo Buddha
“L’Albero Bo [Inglese: Bo tree; indiano: Pipal; botanico: Ficus religiosa] è un grande albero, molto longevo, oggetto di culto in tutta l’Asia di tradizione buddhista e induista; alla sua ombra, si tramanda, meditava il principe Siddharta quando ricevette l’illuminazione che lo trasformò nel ‘Buddha’.
Camminando per le strade, in India, ma anche qui, in Sri-Lanka, sotto ogni albero bo si trova una cappelletta votiva. Contiene la statuina del Buddha, davanti alla quale vengono deposte offerte di fiori profumati e piccole lampade votive.
Ha belle foglie, l’albero Bo, lucide, larghe e lanceolate dal cui profilo, si dice, sia stata ripresa la forma panciuta dei templi (dagoba).
Un piccolo albero Bo è inaspettatamente spuntato a casa, tra le radici di un’alta pianta di cocco, al bordo del giardino. Una sede quanto mai improbabile, perché le radici del cocco hanno una prepotenza compatta, escludente, eppure…
In Oriente si imparano a rispettare i segni, le coincidenze …come se ci fosse un disegno da capire; o un quadro di cui entrare a far parte al posto giusto, in punta i piedi.
Al negozietto del vicolo dei commercianti chiedi ‘budu pilimayak tienewa deh?’ (‘avete una statuina di Buddha?’) – e già questo basta a scatenare una ridda di curiosità e supposizioni tra la gente del posto.
Poi una mezza giornata di lavoro per costruire, sotto il piccolo albero bo, un parallelepipedo di mattoni alto meno di un metro, sormontato da una piccola nicchia ad arco dentro cui riporre, al riparo dal vento, la statuina bianca di Buddha.
Infine impari a preparare le ciotoline (methi pahan) con l’olio, che vanno corredate di uno stoppino e riempite di olio di cocco (pol-tel); ma anche altri tipi di olio vanno bene, come l’olio di sesamo (thala-tel) o il ghee (elanghi-tel), un liquido grasso e giallastro derivato dal latte.
L’olio che si usa è importante…
Seduti al portico di casa, dove si sta sempre a leggere o a chiacchierare, l’altarino con il piccolo Buddha è proprio di fronte. Al calar della sera, dopo il rapido tramonto dei Tropici, il guardiano riempie la piccola ciotola di olio e l’accende. Anche la moglie, una signora anziana con i denti in disordine, refrattaria a qualunque tentativo di socializzazione, ti sorride, una volta che stai compiendo il piccolo rito in sostituzione del guardiano. Giunge le mani, fa ondeggiare il capo alla maniera degli indiani, e sorride.
Le volte che di notte va via la corrente (spesso), la luce tremolante della ciotola è l’unica dei dintorni. Anche la gente che passa al di là del muro, dalla parte del mare, si ferma e fa un cenno di devozione.
Ti hanno spiegato perché è importante l’olio che si usa …É che i corvi preferiscono l’elanghi-tel…
Funziona così. Quando hai un brutto pensiero, un’angoscia, anche solo una tristezza ricorrente, metti l’olio nella ciotola, sull’altarino di Buddha. Se un corvo ruba lo stoppino imbevuto di olio, è un ottimo auspicio – dicono. Significa che il tuo desiderio di liberarti dai cattivi pensieri verrà esaudito.
Per un po’ rimani a rifletterci sopra: forse i tuoi pensieri sono così brutti che neanche i corvi li vogliono, e trovi il modo di non dare importanza alla cosa : – Figuriamoci… queste stupide credenze locali…
Quando però succede, quando davvero arriva, un corvo, e si porta via a volo, tutto: – lo stoppino, l’olio e anche la ciotolina… – ti senti stranamente sollevato, come se qualcosa di buono, in fondo, fosse proprio accaduto.
Sri Lanka. Dogoba a Polonnaruwa
Il giardino dello Sri-Lanka all’alba. La piccola edicola è visibile in fondo, quasi al centro della foto, dopo la fila dei cocchi