di Francesco De Luca
Il “piro piro” becchetta fra le alghette nello scivolo antistante la pescheria d’u Iscaiuolo. Incurante delle auto che passano sulla strada e dei radi frequentatori dell’attracco, ‘a gallinella ‘i mare, come la chiamano i ponzesi, trae dalla battigia i vermetti per il pasto. Il mare sciacquetta e non la infastidisce.
Così, senza il fastidio del freddo, sta trascorrendo l’inverno che a cannelora ha profetizzato come morente, e nel giorno seguente, il tre febbraio, san Biagio ha già anticipato il sole per le case.
Non sembra, l’ inverno non sembra in agonia. Non appena nel cielo il chiaro del sole si incupisce, l’inverno isolano porta in evidenza tutti i mali sociali dell’isola.
Perché la malattia di Ponza non è derivante dai suoi tratti geografico-ambientali bensì dalla sua dimensione sociale.
Non è malata l’isola siamo noi isolani ad essere portatori infetti di un male. Anzi più di uno.
Il primo, fondamentale, è quello di privilegiare, specie nella dimensione mentale, il tornaconto personale. Siamo insinceri per opportunismo, indignati quel tanto che non guasta, siamo impegnati per quel tanto che non ci turbi.
Probabilmente apparirò come una Cassandra insopportabile ma non posso condividere aspetti del nostro passato che ha visto Amministrazioni impegnate in guerre fra bande e incuranti del binomio ambiente-popolazione. Nel nostro recente passato abbiamo assistito indifferenti a disastri. La conseguenza peggiore non è lo spopolamento bensì l’ignavia con cui si assiste a tale fenomeno. Con cui assistiamo a questo fenomeno.
Ne scopriremo l’urgenza tre mesi prima delle elezioni e ogni consorteria presenterà la cura risolutiva.
E’ spettacolo già visto eppure non riusciamo a trarre insegnamento. Cos’è… miopia? Ignoranza..? Tolleranza interessata? Celata connivenza?
Cos’ è che ci frena dall’essere cittadini coerenti?
Il buio offusca ogni visione. La sagoma ballerina del piro-piro diviene spettrale.
Meglio adagiarsi nel ricordo dei nostri morti. Anch’essi hanno partecipato del sogno di un’isola dove il tempo accompagna la mente.
Sogno? Stiamo diventando anime sognanti