Ambiente e Natura

Una cartolina dal Cimitero di Matara, Sri Lanka

di Sandro Russo

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Ascoltavo le parole della bella canzone di Alain Souchon (Et si en plus y’a personne – leggi e ascolta qui) – e pensavo alle insanabili rivalità tra le religioni – causa di tragedie passate e recenti – e all’unico posto dove, nella mia esperienza, le ho viste convivere, apparentemente in armonia.
Ho vissuto continuativamente in Sri-Lanka, per motivi di lavoro, dal 1999 al 2001: a Matara, piccola città della costa sud-occidentale. Vi ho fatto esperienze significative, non solo professionali. Ero molto attratto da come la pratica buddista ivi dominante permea diversi aspetti del vivere comune.

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Non c’è quasi mai nessuno, la mattina, al cimitero di Matara; solo un guardiano sparuto, con le gambe secche che spuntano dai pantaloncini kaki. Gli chiedo:
– Faccio un giro… posso? (puluan deh?) – Mi risponde con il solito dondolìo della testa e un sorriso.

E’ bello, il cimitero di Matara, su Aukana Rd. Conserva in parte il fascino dei cimiteri da strada che si incontrano dovunque qui, sulla costa, appena finita la sabbia. Ma questo è un vero cimitero, anche piuttosto grande, con una parte più antica, di tombe in pietra, scure e austere, ed una moderna, a maioliche lucide preferibilmente bianche.
Il bianco qui è il colore della morte, come il nero da noi. Quando per strada si trovano drappi e bandierine bianche vuol dire che la casa che le espone – o a cui conducono – ha subìto un lutto.

Le tombe sono tutte lì, ben visibili dal vialone centrale ricoperto di ghiaia. Si incontrano per prime delle sepolture cristiane, con la croce di marmo e una simbologia conosciuta: viticci, colonne spezzate. Alcune sono vecchie di un centinaio di anni, e hanno preso un bel colore verde-brunito e un aspetto muschioso.
Le tombe buddiste hanno sempre la ruota, incisa sul marmo; oppure è l’intera tomba ad essere costituita da una ruota, che in alcune rappresentazioni sembra un timone. Poi vi si trovano alcune simbologie ricorrenti: pavoni o colombi che si guardano; per le coppie di coniugi, immagino.
Le tombe musulmane sono giù in fondo, più strette e raggruppate insieme; nel complesso meno curate, ma sempre contraddistinte dalla mezzaluna e la stella.

Matara Cemetery
Cimitero di Matara. E’ visibile sulle tombe il simbolo buddista della ruota della vita. Tra le lapidi, gli alberi nodosi del fiore dei templi (Plumeria alba) e una vacca che bruca l’erba.

Piccolo cimitero bordo mare
Una tomba recente del villaggio, a pochi passi dalla spiaggia. Sono visibili i simboli della vita spezzata e i resti dei nastrini bianchi di carta che hanno pavesato il luogo il giorno della cerimonia. Un cane dorme all’ombra della scritta

Piccolo cimitero di villaggio
Un cimitero di villaggio: le lapidi sono sul bordo della strada con il mare alle spalle, tra alberi di Plumeria alba, Pandanus e alte palme

Fiore di loto

Piante e fiore di loto – Nelumbo nucifera – Fam. Nelumbonaceae; dello stesso ordine delle ninfee

Fuori dai templi buddisti o dai cimiteri spesso in Sri-Lanka vendono i fiori di loto. La pianta nasce in acque fangose ed emerge in superficie con un lungo stelo che termina con un bocciolo e poi un fiore di particolare bellezza. Di notte il fiore si chiude e torna sott’acqua, per riemergere all’alba. Il loto è uno dei più antichi simboli floreali, prediletto da buddisti e induisti con sfumature diverse. Simboleggia la perfezione e il risveglio alla vita spirituale.

Moonstone

La simmetria del fiore del loto rappresenta l’ordine del cosmo e viene utilizzata come modello per la realizzazione di mandala e motivi ornamentali scolpiti in pietra (moonstone).

Qui al Cimitero non si è visto nessuno per tutta la mattinata: solo mucche, qualche cane, un paio di varani e molti king-fisher (martin-pescatore) sui fili della luce, dal lungo becco e il piumaggio elegante di colore verde-azzurro metallizzato.

Martin pescatore. Alcedo atthis
Tanti fiori bianchi a terra, caduti durante la notte dagli alberi di frangipane (Plumeria alba). Questi alberi nodosi sono caratteristici di tutti i luoghi di culto – qui li chiamano anche temple flower – ma si trovano un po’ dovunque, lungo le strade.

Plumeria rubra

Plumeria alba. Part. Fiori

Aspetto generale della pianta e particolare dei fiori di Plumeria alba – Fam. Apocynaceae. I fiori sono molto profumati 

Davanti a tombe recenti ci sono cestelli votivi fatti con la scorza intrecciata dell’albero del banano; contengono petali di fiori, infiorescenze della palma da cocco, riso bollito; spesso insieme a una ciotola per bruciare l’incenso.

Altarino votivo

Fiori bianchi di gelsomino e gialli di allamanda; plumeria e alcuni fiori di loto su un piccolo altarino votivo

Ma cosa chiedere? E a quale Dio? ..in questo pezzo di terra spartito fra tre religioni diverse dove, bene che vada, almeno i 2/3 dei presenti – nel senso di Assenti – si devono essere sbagliati?

1 Comment

1 Comments

  1. Sandro Russo

    22 Gennaio 2015 at 11:32

    Da più parti mi ricordano le opinioni più recenti che affermano esserci un unico Dio.
    L’ha ribadito anche il Papa, come riportato dall’editoriale di Eugenio Scalfari su Repubblica di domenica scorsa, 18 gennaio:

    «Dio non è cattolico», mi disse Francesco in uno dei nostri incontri. «È ecumenico, è un unico Dio che ogni religione legge attraverso le proprie Sacre Scritture », sapendo però che il Dio è unico, non ha nome, non ha figura.
    Ma il Papa non dimentica che per molti secoli della loro storia anche i cattolici quel peccato l’hanno commesso. Con le Crociate, con l’Inquisizione, con la notte di San Bartolomeo, con la guerra dei contadini, con la vendita delle indulgenze. Non basta chiedere scusa per questi peccati. (…)

    Ma il brano di Souchon – in forma poetica, non teologica – va anche oltre questa ipotesi: – E se poi non ci fosse nessuno? Se il cielo fosse vuoto?

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