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‘MuCEM’ e ‘Villa Méditerranée’ a Marsiglia. Idee per un Museo del Mediterraneo esportabili a Ponza
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Il progetto di ristrutturazione ha utilizzato lo spazio del precedente molo d’approdo, detto complesso J4, contiguo al Fort Saint-Jean e all’intersezione tra il Vieux Port e il nuovo; esso include ora due nuovi Musei che arricchiscono la città di Marsiglia:
– Il MuCEM – Le Musée des Civilisations de l’Europe et de la Méditerranée – Museo delle Civiltà dell’Europa e del Mediterraneo, al cui progetto hanno partecipato gli architetti Roland Carta, per il recupero e la nuova utilizzazione del Fort Saint Jean, e Rudy Ricciotti per la creazione del cubo in cemento e vetro del molo J4;
– La Villa Méditerranée, ovvero un “Centro per il dialogo e gli scambi nel Mediterraneo”, attiguo al MuCEM, realizzato su progetto dell’architetto italiano Stefano Boeri.
Entrambi i Musei sono stati inaugurati nel 2013, anno in cui Marsiglia è stata capitale europea della cultura; e la gestazione è durata 13 anni (a partire dal 2000, anno in cui è stata formulata l’idea e bandito il concorso) per una nuova istituzione che allarga il suo campo d’interesse all’Europa e al Mediterraneo, in un’ottica comparativa e multi-disciplinare.
Le due strutture: il MuCEM a sin. nella foto e la Villa Mediterranée a dx. All’estrema destra, in fondo, la cattedrale di Sainte Marie Majeure
Una visione d’insieme, dall’alto, della risistemazione dell’area, con le due nuove strutture, l’antica cittadella fortificata (con le sue due torri, rotonda e quadrata) e le passerelle di collegamento
MuCEM, angolo e facciata anteriore (verso il mare), con Cattedrale sullo sfondo
La facciata del MuCEM che guarda verso il porto-canale con la Tour du Fanal sullo sfondo
Per il MuCEM i progettisti hanno giocato sulle trasparenze del vetro e la solidità del cemento, senza impiego di armature metalliche intruse nel cemento, inventando un disegno che richiama insieme una rete da pesca e gli arabeschi frangivento e frangisole dell’architettura araba (le moucharabieh).
Una parte del molo J4 e il MuCEM con il collegamento col Fort St. Jacques
Indicazioni costruttive. Il MuCem è citato su tutte le pubblicazioni che trattano di Architettura per le soluzioni tecniche innovative dispiegate.
Intanto la “rete”, costituita da enormi pannelli apposti l’uno sull’altro per costituire due delle facciate del MuCEM (quella che guarda verso l’imbocco del poero-canale e verso il Fort St. Jacques, mentre verso la Villa Mediterranée e verso il mare le facciate sono vetrate).
Nell’immagine qui sopra, la ‘passerella” di collegamento (di 115 m., sempre in BFUP) che unisce la nuova struttura al complesso museale della Tour St. Jacques.
I materiali impiegati. Un fibro-cemento di nuova concezione [BFUP – béton fibrés ultra performant] – il Ductal®, capace di una resistenza inaudita sia in trazione che in compressione (fino a otto volte il cemento normale) nonostante una diminuzione significativa della materia impiegata, di straordinaria duttilità e senza l’impiego di armature metalliche.
Interni: giochi di luce
Il tetto della struttura, di giorno e di notte
Il progetto monolitico di Rudy Ricciotti è costituito da un quadrato perfetto di 72 metri di lato, mentre un quadrato interno (52 x 52 m.) costituisce ‘il cuore’ del Museo e contiene le sale conferenze e le sale esposizione. La struttura interna, realizzata in acciaio e vetro, è coperta da una delicata trama ornamentale in cemento filigranato, lo stesso materiale innovativo utilizzato per la struttura verticale della costruzione: 308 pilastri a forma di albero alti oltre 8 metri.
‘La rete’ di cemento decorato come un pizzo apre l’edificio alla luce naturale e al panorama circostante, permettendo all’atmosfera marina di pervadere completamente il suo interno e creando intricati giochi di luci e ombre, quasi in “una proiezione del fondale marino, accidentato e irregolare” – commenta Ricciotti, affermando di seguito che il suo Museo è – “aperto sul mare, per disegnare un orizzonte dove le due rive del Mediterraneo si possano incontrare”.
Il Museo è organizzato su tre livelli con una serie di sale espositive, un auditorium e una libreria. Il tetto ne costituisce una caratteristica peculiare e si candida a diventare una location iconica della città con splendidi panorami sul mare e sul porto.
Le Fort St. Jean, l’antica cittadella fortificata trasformata in spazio museale, è stato ripensato in chiave sinergica con il MuCEM cui è collegato dalla passerella sospesa, di cui abbiamo visto le immagini, dello stesso materiale (BFUP) della lunghezza di 115 m. senza appoggi intermedi.
Nel Fort St. Jean trova spazio anche il “Il Giardino mediterraneo” (le Jardin des Migrations), ricco di 12.000 m2 di piante che racconta – con un approccio diverso e complementare alle migrazioni delle genti – la grande epopea della migrazione delle piante attraverso il Mediterraneo; allo stesso tempo permette una visione a 360 gradi sul panorama circostante, il mare e l’ex-molo J4 (MuCEM e Villa), la cattedrale di Sainte Marie Majeure – Santa Maria Maggiore, le Vieux Port e l’entroterra di Marsiglia.
Dal giardino: sullo sfondo, la Cattedrale
Dal giardino: la Tour du Fanal, l’imbocco del porto e il mare aperto
Al MuCEM sono state trasferite le collezioni dell’antico Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari di Parigi.
La Villa Mediterranée
L’edificio della Villa ha la forma di una L rovesciata, con un aggetto di 40 metri proiettato al disopra delle acque del bacino ed è quasi interamente circondato dal mare. Ospita sale riunioni, spazi espositivi e un auditorium.
Secondo una dichiarazione di Stefano Boeri, l’architetto dell’edificio:
“L’intuizione portante è stata quella di far penetrare un po’ di mare all’interno della costruzione; è l’elemento principale di unione che orienta, anima e organizza l’intero progetto”
Il Villa Mediterranée nella serata inaugurale (7 aprile 2013)
Nel prossimo articolo vorremmo presentare le idee di base che hanno guidato la creazione di questi due Musei, a tema complementare, peraltro, in cui noi, come isolani, siamo fortemente implicati: il Mediterrareo, le genti e le migrazioni.
Come si ‘pensa’ un Museo? È possibile trarre da questi esempi di rilevanza molto maggiore, dall’approfondimento di quanto è stato fatto a Marsiglia, qualche indicazione per i piccoli problemi espositivi che ci riguardano?
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Per la puntata precedente, leggi qui
[Il sogno mediterraneo di Marsiglia (2) – Continua qui]
Sandro Russo
30 Gennaio 2015 at 08:51
Il commento anonimo collegato ad un link che attesterebbe che gli articoli su Marsiglia sono stati “copiati” è stato tolto.
La risposta includerà anche l’articolo riportato nel link e molte altre cose. Tempo, per favore
L’Autore