di Francesco Piras
Anche se le notti sono gelide, osservare il cielo nella stagione invernale ha per me un fascino indescrivibile. Le notti sono più lunghe e più fredde e durante il giorno il Sole è più basso nel cielo. Non essendo visibile in prima serata il Grande Carro a causa dell’inquinamento luminoso, le notti hanno il loro punto di riferimento nella costellazione che gli antichi greci chiamavano Orione.
Schiller nel suo “Cielo Cristiano” vide in questa costellazione la figura di San Giuseppe. Per fortuna questa interpretazione non ha avuto seguito.
Questa costellazione è caratterizzata da tre stelle quasi perfettamente allineate dove la fantasia popolare sia scorto a volte, la “cintura del cacciatore Orione”, “i Re Magi” ed “il tre di denari” così come vengono chiamate dagli anziani di Ponza (leggi qui).
Per gli antichi egizi rappresentavano la cintura di Osiride, il dio-sole della rinascita e dell’oltretomba.
Se dall’alto si guardano le piramidi della necropoli di Giza si nota che c’è una correlazione tra la posizione delle tre principali piramidi e le tre stelle centrali della costellazione di Orione; è evidente che questa correlazione fu volontariamente creata da chi costruì le piramidi.
Ma ritorniamo gli antichi greci. Secondo loro in questa costellazione si nascondeva un bellissimo cacciatore che riuscì a sedurre la dea dell’aurora Eos che da allora arrossisce ogni giorno a causa profanazione subita. In altri miti venne ucciso da uno scorpione la cui costellazione sorge quando quella di Orione tramonta in quanto le due costellazioni sono sistemate l’una di fronte all’altra. In altri miti fu ucciso da Artemide per un tragico equivoco provocato da Apollo che voleva punirlo per aver amato sua sorella Eos.
Questa costellazione è adornata da stelle brillanti e da magnifiche nebulose. Le tre stelle della cintura si chiamano Alnitak, Alnilam Mintaka che sostiene la spada. Il centro della spada contiene una delle meraviglie del cielo, una stella sfocata a occhio nudo, ma una visione stupenda con un grosso telescopio. Si chiama M 42, ossia “la Grande Nebulosa di Orione”. Un’immensa nube di gas e polvere primordiale con una estensione di 30 anni luce. Un luogo dove nascono nuove stelle:
Secondo gli astronomi il nostro sole è nato 4,5 miliardi di anni fa da una nube simile. Ma la cintura in prossimità di Alnitak nasconde due altre meraviglie: “la Nebulosa Fiamma”:
e l’astro ancora più celebre: “la Nebulosa Testa di Cavallo”, una nube oscura di polveri visibile solo con potenti telescopi:
La cintura si trova all’interno di uno quadrilatero di stelle molto splendenti.
L’Alfa Orionis ossia la stella più luminosa posta in alto a sinistra del rettangolo che delinea il tozzo corpo del calciatore, è la celebre Betelgeuse che significa la spalla del gigante. È di colore arancione perché la sua superficie è molto meno calda delle altre stelle che si trovano nelle sue vicinanze.
E’ 15 volte più grande del nostro sole, con un diametro di 1300 milioni di km: come dire che se si trovasse al centro del sistema solare lambirebbe l’orbita di Giove.
Nel vertice opposto si trova Rigel, una super gigante bianco-azzurra con una temperatura in superficie di 12.000° ed è una luminosità 60.000 volte maggiore di quella del nostro Sole.
Le altre stelle del quadrilatero sono Bellatrix in alto a destra e Saiph in basso a sinistra.
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Un saluto a tutti da Antonio Francesco Piras
Note
P.S.1 – Vi invito a rileggere l’articolo dedicato al Guardiano del Faro (leggi qui).
P.S.2 – Per riprendere le fila del discorso iniziale sulle stelle, digita nel riquadro CERCA NEL SITO, in Frontespizio: i nomi dialettali delle stelle
[Il cielo di gennaio (1) – Continua]