Luci dai colori freddi, corse trafelate alla ricerca del superfluo, frastuono di un mondo che confonde e sempre più spesso delude. Perdita di valori antichi, crisi che incalza con il passare del tempo, eccessi di superficialità e di parole sprecate…
Ho nostalgia del Natale, quello antico e sacro, quello che cercano di cancellare o sostituire con doni-oggetto che sanno di finzione e ipocrisia. Nostalgia che è l’ardente desiderio di riandare alle radici della storia, propria e del mondo.
La gioia dell’attesa del Natale che sollecita semplici riti domestici: l’allestimento del presepe, l’addobbo dell’albero, la preparazione dei biscotti speziati di zenzero e cannella, la casa che si riempie del loro profumo, il sottofondo dei canti tradizionali che rendono magica l’atmosfera.
Il Natale è la realizzazione della promessa nata dal cuore di Dio all’alba della creazione. Promessa che è per tutti, e di tutti illumina le speranze dalla notte dei tempi.
La Notte Santa rivela lo strabiliante mistero del Cielo che entra nella Terra, dell’Eternità che si unisce al Tempo, di Dio che si fa uomo.
Agli amici di Ponza racconta auguro la pace del cuore che apre alla bellezza di Dio, fonte di ogni bene, e… la nostalgia del Natale!
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Immagine di copertina – Rubens. L’adorazione dei pastori; 1608. Pinacoteca Civile di Fermo