Riprendiamo dall’edizione de “Il Messaggero” stamattina in edicola, queste gravissime notizie che non possono non coinvolgere tutti quelli che a Ponza sono affettivamente legati.
Mafia Capitale: Carminati voleva conquistare Ponza, maxi operazione immobiliare del Nero sull’isola
“ll Cecato” e i complici pianificavano una maxi operazione immobiliare sull’isola pontina grazie ad un assessore amico
Era ammaliato dalla vista di una terrazza a picco sul mare e pensava di poter allargare le braccia agguantando anche l’Isola di Ponza, il “buen retiro” sul litorale tanto amato dai vip. A Massimo Carminati, capo indiscusso di quella che gli inquirenti definiscono di quella «associazione di stampo mafioso» che dettava legge sulla Capitale, la sovranità a Roma non bastava: era a un passo dall’accaparrarsi un affare immobiliare al largo del Tirreno, in combutta con il braccio destro, Riccardo Brugia, “fratello camerata” del Cecato, e con l’imprenditore Mario Zurlo. Tutto scritto in un’informativa dei carabinieri del Reparto Anticrimine finita agli atti dell’inchiesta “Mondo di mezzo”.
IL PROGETTO Il progetto emerge da una conversazione intercettata il 13 dicembre 2012. Carminati e i soci si incontrano nel bar “Vigna Stelluti”. Parlano di «una speculazione immobiliare da eseguirsi a Ponza, tramite la costituzione di società ad hoc con la partecipazione occulta dello stesso Carminati», specificano gli investigatori. È Zurlo a tenere le fila del discorso: «Massimo, se dobbiamo farlo con te io cambio la società, intesto tutto, ripartiamo… facciamo quello che vogliamo… io c’ho amministratore, societa’, collaboratori». Zurlo, a Ponza, vanta contatti importanti: l’affare sarebbe stato facilitato dall’intercessione di un membro dell’amministrazione comunale, pronto a firmare le delibere necessarie. Uno che, a detta dell’imprenditore, «c’ha cose pazzesche, c’ha case a Roma, c’ha lo studio… Che fai, con 1.300 euro al mese c’hai tre case a Roma?».
APPOGGI IN COMUNE Il funzionario avrebbe accettato di rendersi utile dando l’ok ai lavori. «L’appoggio suo ce l’abbiamo, perchè a marzo va in pensione. Vuole andare via per non farsi denunciare – continua Zurlo – Si parte il 10 ottobre». Prima di entrare nell’affare, però, Carminati vuole un ulteriore sopralluogo. «Tocca anda’ a fa’ un salto a vedè», dice. Zurlo è entusiasta: «Dobbiamo andare dalla mattina alla sera. È una giornata che ti rimette a nuovo la vita… arriva l’aliscafo, c’abbiamo la macchina, andiamo, ti faccio vedere, mangiamo un boccone». L’investimento è importante e il boss vuole avere certezze: «Fretta non ce l’abbiamo, dobbiamo fare le cose bene, non dobbiamo avere dubbi». A detta dei soci, la location è meravigliosa: vista mozzafiato «in un’isola che è unica al mondo, tutta abusiva», dicono. La decisione verrà presa dopo che Carminati avrà visto di persona i cantieri.
LA BIONDA La conversazione poi si fa leggera: i tre parlano di amici in comune. Anche Zurlo, scrivono gli investigatori, avrebbe in passato militato nei Nar. Conosce Luigi Ciavardini, ex terrorista nero, condannato per la Strage di Bologna e ora coinvolto nell’inchiesta sulla Mafia Capitale. Nel 2012, Ciavardini è semilibertà e gestisce una cooperativa sociale. «È passato l’altro giorno per farmi gli auguri – racconta Zurlo – stava con una bionda in macchina». «Ma che era un trans?», replica Brugia. “No! – continua l’imprenditore – era il direttore del carcere di Frosinone, se la stava portando a casa… gli ho detto «attento il giorno che non te la trombi più questa te fa leva la semilibertà!». Brugia sorride ammirato: «E’ davvero un grande», dice.
Ripreso da “Il Messaggero” – Cronaca di Roma, di giovedì 11.12.2014
Apri e leggi qui il file .pdf: messaggero mafia capitale ponza