Non voglio commentare il Consiglio Comunale; voglio parlare di dialettica democratica.
V.A.
Poniamoci una domanda: a Ponza esiste una politica di maggioranze e una di opposizione?
A Ponza c’è una politica che tende a risolvere i problemi reali dei residenti?
A Ponza c’è una politica di governo e una di alternativa di governo?
A Ponza ci sono due consiglieri di minoranza a loro è delegata una funzione di controllo dell’operato della maggioranza.
La loro opposizione, in seno al Consiglio Comunale, è anche, a loro dire, costruttiva e infatti: esprimono le loro opinioni, le fanno verbalizzare per cui votano contro, a favore o si astengono valutando, senza preconcetti, la proposta della maggioranza. A volte non si presentano al consiglio o lo abbandonano per protesta.
A Ponza ci sono anche ‘Comitati di quartiere’ che vengono convocati per perorare cause di quartiere: questi sono cittadini che si aspettano dal Sindaco risposte concrete per cui non fanno opposizione.
A Ponza ci sono anche ‘Associazioni di categoria’ che a volte si incontrano per difendere istanze di parte: questi per esempio si uniscono quando c’è un pericolo imminente, per poi dividersi a tutelare il proprio orticello a pericolo rimandato.
A Ponza ci sono i gruppi di discussione su Facebook, dove molto liberamente, anche anonimi, esprimono le proprie opinioni, ma la grande miscela di pensieri produce frappé di idee che certamente aumentano la confusione non l’opposizione.
Ponzaracconta è un sito di cultura ma anche di discussione; non di opposizione, concetto ribadito con forza e orgoglio da un “fondatore” del sito nel famoso articolo “In una sola linea” (leggi qui): “Ponzaracconta non è un’arma impropria per tutelare interessi di parte o spingere gli isolani in una certa direzione”.
Individualmente agiscono tanti cittadini presentando ricorsi al Tar per difendersi da presunte ingiustizie comunali: questi non fanno opposizione politica, semmai difendono la propria situazione economica e/o patrimoniale.
La vittoria alle elezioni, anche per un voto in più, dà il potere al Sindaco e alla sua maggioranza di rappresentare l’isola e i cittadini di Ponza in tutti i consessi e prendere in nome di Ponza e dei Ponzesi le decisioni che ritiene necessarie.
E infatti la Maggioranza con le sue scelte porta avanti il suo programma politico e, come si dice, dalla sua agenda, sceglie modi, tempi e forme per mandare avanti le sue priorità per l’isola.
Il Sindaco in Giunta fa le sue scelte politiche e poi in Consiglio Comunale con la sua maggioranza le approva. Decide di indire appalti pubblici, chiede finanziamenti, si fa dare deleghe, organizza conferenze di servizio, manda avanti progetti e blocca altri. Decide, in definitiva, del presente e del futuro dell’isola.
Quello che sto dicendo è un’ovvietà: il Sindaco ha il potere, l’opposizione è senza potere.
Il Sindaco con la sua maggioranza ha la possibilità di fare, di realizzare progetti e conseguentemente ha l’opportunità di incrementare il consenso, il quale dà solidità al suo potere con grosse possibilità di perpetuarlo in futuro.
Chi rappresenta la Minoranza?
Sento dire che la minoranza rappresenta il 70% dell’elettorato, ma ritengo che sia un’illusione affermare questo: e infatti dov’è il 70% degli elettori che si oppone alla politica della maggioranza?
Proseguendo ‘nell’abbaglio’ sento dire: “Questa amministrazione non ha consenso perché tutti sono scontenti!”.
E come facciamo a dirlo? Perché la gente si lamenta? Oppure perché qui e là si incontrano quattro amici e parlano male di questa amministrazione?
I membri dell’opposizione consiliare, sono rimasti, come è prassi da tempo a Ponza, da soli, con pochi sostenitori, magari, vengono avvicinati da alcuni cittadini che individualmente chiedono a loro la difesa di diritti, la difesa di ingiustizie: sono spesso, cittadini che chiedono ai membri dell’opposizione, la difesa di principi generali ma poi si rivolgono agli amministratori di maggioranza per rivendicare presunti diritti privati che molto spesso cozzano con interessi e principi generali.
Ma questa inevitabile solitudine della minoranza era prevedibile all’atto della presentazione delle improvvisate compagini elettorali.
Le liste civiche, i ‘cartelli’ formatisi solo per la competizione elettorale, durano il tempo delle elezioni. Tutte le promesse di lotta e di coerenza nel portare avanti, anche dall’opposizione, le proprie idee sancite nei programmi elettorali, si dimenticano presto; in altre parole, gli stessi candidati dopo le elezioni, scompaiono e ritornano nell’anonimato a perorare le proprie cause individuali di sopravvivenza.
Quanti candidati improvvisati si presentano alle elezioni per poi scomparire il giorno dopo? Un attimo prima delle elezioni erano competenti candidati, pronti a governare il paese; un attimo dopo la sconfitta elettorale, ritornano ad essere anonimi cittadini a confermare la cultura dominante che persiste individualista.
Ma allora a che serve l’opposizione se non ha il potere di agire e non ha il potere perché non rappresenta nessuno in modo concreto ma solo in termini di principi che rimangono astratti, perché poi non vengono riconosciuti vitali per la maggioranza dei cittadini?
L’opposizione ha un valore quando lavora per creare un’alternativa di governo. L’alternativa di governo si crea avendo un progetto di governo alternativo a quello della maggioranza e lo si porta avanti con un’azione politica di controinformazione tra la gente: una continua azione di propaganda e di denuncia.
L’opposizione quindi ha un senso quando ha un progetto, ha dei militanti che lo condividono, ha una visibilità e quindi è organizzata in una struttura che può creare consenso.
L’opposizione cresce quando si collega con le componenti istituzionali continentali, quelle forze politiche, non affini dal punto di vista politico alla maggioranza che governa il proprio paese.
L’opposizione genera ‘politica’, che è l’arte di produrre idee e cerca interlocutori e consenso nelle forze sociali ed economiche colpite dall’azione della maggioranza.
In assenza di questo, di una vera politica, ci si illude sapendo che nulla potrà fermare la volontà della maggioranza e l’isola non potrà crescere perché nelle società moderne è indispensabile la dialettica matura tra maggioranza e opposizione.
Delegare, come è successo anche a Ponza, il destino dell’isola all’azione di repressione della Magistratura o ad elezioni improvvisate è lo scotto che stiamo pagando e che pagheremo ancora per molto.
In assenza di un progetto e di candidati maturi e competenti… “possiamo cambiare il cantante ma la musica rimarrà uguale”.
È solo dalla competizione/scontro di idee e di progetti alternativi tra maggioranza e opposizione alla ricerca del consenso che può migliorare la coscienza civile dei ponzesi; è solo dalla capacita di presentare politiche sociali ed economiche alternative che possono determinarsi le nuove proposte di governo e con quelle cercare il consenso tra la gente.
La maggioranza lavora quotidianamente per fare e consapevolmente lavora per creare consenso intorno a quel che fa.
L’opposizione deve dare alla sua azione una quotidianità per creare idee e consenso intorno ad una politica alternativa per un governo futuro.