Tra gli obiettivi del Comitato Studi Storici Meridionali c’è anche il recupero della storia del culto di San Silverio. Recupero che ci ha fatto scoprire tracce del nostro Santo in luoghi, come ad esempio Bologna, che mai ci saremo aspettati.
Questa volta, grazie all’occhio attento del dott. Daniele Iadicicco, validissimo componente del nostro Comitato, Presidente dell’Associazione Terra Aurunca, ricercatore e cultore della storia del Golfo di Gaeta, scopriamo una “Piazza San Silverio” quale sagrato della chiesa madre di Bonifacio, in Corsica.
All’interno della chiesa intitolata a Sant’Erasmo, la statua di San Silverio.
Purtroppo nessuno del luogo e neanche i sacerdoti hanno saputo dare spiegazioni della presenza del nostro Santo in Bonifacio.
Da una prima sommaria analisi, la statua, di bella fattezza e rifinitura, sia come dimensioni e sia come somiglianza del volto, può essere riferita a quella di Le Forna. Tale osservazione troverebbe riscontro nella folta presenza soprattutto di ponzesi di Le Forna in Sardegna dove, fin dai primi decenni dello scorso secolo, a centinaia vi si spostarono.
In effetti la statua di San Silverio posta in Bonifacio apre un nuovo orizzonte su questi spostamenti che, molto probabilmente, interessarono anche località francesi.
Tra l’altro, l’aver intitolato una piazza a San Silverio è segno di una presenza massiccia di una comunità ponzese che potrebbe essere ancora esistente e che andrebbe opportunamente contattata.
Sicuramente a noi sfuggono particolari e circostanze che altri ponzesi e/o lettori di Ponza Racconta conoscono e che preghiamo vivamente di fornire.
La Chiesa di Sant’Erasmo su Piazza San Silverio, a Bonifacio (Corsica)
francesco ferraiuolo
29 Ottobre 2014 at 00:50
E’ noto che già dai tempi del Regno di Napoli numerosi pescatori ponzesi si spostarono sull’Isola di La Maddalena e sulle coste settentrionali della Sardegna nonché sulla dirimpettaia cittadina di Bonifacio in Corsica. In tali località essi costituirono delle comunità che non mancarono di esercitare un ruolo di tutto rispetto sul piano socio-economico e politico. Da questo fatto è facile supporre che l’intestazione della piazza a S. Silverio e la presenza della sua statua all’interno della chiesa di S. Erasmo in Bonifacio siano dovuti alla loro non trascurabile presenza. In questo sono d’accordo con Sandro: c’è una logica. Quello che, invece, mi lascia molto stupito è la presenza del culto di S. Silverio in un paese di montagna. Si tratta del Comune di Valprato Soana (TO), nel Parco nazionale del Gran Paradiso, di 110 anime, il cui territorio è compreso tra un’altezza minima di 1063 ed un’altezza massima di 3308 metri s.l.m. ed è confinante con i comuni di Ronco Canavese, Champorcher (AO), Traversella, Cogne (AO) e Vico Canavese. Ebbene, il Patrono di questo Comune è S. Silverio e la festa patronale si tiene la penultima domenica di luglio. La chiesa parrocchiale, risalente al 1700, è, appunto, dedicata a S. Silverio. Sarebbe veramente utile sapere come e perché il culto del nostro Santo Protettore si sia radicato in quella località. In questo ci potrebbe aiutare anche il Comitato Studi Storici Meridionali citato da Sandro.
Mimma Califano
29 Ottobre 2014 at 17:29
Incuriosita da quanto scritto da Ferraiuolo, a proposito del culto di San Silverio nel piccolo paese di montagna Valprato Soana (TO), ho telefonato alla locale Pro-loco.
Mi ha risposto una persona molto gentile che mi ha fornito subito qualche spunto, ma soprattutto si è preso l’impegno di approfondire l’argomento e di farci sapere di più.
Mi ha però detto subito alcune cose. Loro sono ben al corrente che San Silverio è il santo patrono dell’isola di Ponza poiché diversi anni fa una delegazione del Comune di Ponza ha fatto visita al loro paese. Tant’è che da qualche anno un paio di giovani di Valprato vengono a Ponza a giugno proprio in occasione della nostra festa e sono proprio questi ragazzi che hanno approfondito le origini del culto di San Silverio in questo piccolissimo paese di montagna e ci faranno sapere.
Gli ho chiesto come mai la festività viene fatta ricadere il 20 luglio. Ha risposto che questa è una abitudine degli ultimi decenni, motivata essenzialmente dal turismo. Il paese, ormai ridotto a poche decine di persone, torna a vivere solo dalla seconda metà di luglio a fine di agosto; mentre il nonno gli raccontava che la vera festa di San Silverio era il 20 giugno e quella festa patronale costituiva per la loro piccola comunità un momento molto importante. Essa coincideva con il ritorno degli uomini che nei mesi invernali erano andati a lavorare in Francia, mentre le donne erano rimaste per badare alla casa, ai figli e alle bestie; e in più, in quei giorni, iniziava il primo taglio del fieno, attività essenziale per le comunità montane.
Alessandro Romano
29 Ottobre 2014 at 23:19
Per le presenza del culto di San Silverio sulle coste del Mediterraneo e negli USA non ci sono dubbi: l’opera è dei ponzesi. Diverso, invece, è per quanto riguarda la presenza del culto del Santo in aree dell’interno e, nel caso, di montagna.
Le due presenze, quella marina e quella montana, sono rispettivamente legate alle fasi che hanno caratterizzato la vita e la morte di San Silverio.
Conosciamo tutti l’origine dell’elevazione di papa Silverio a nostro Santo Patrono, avvenuta per scelta vescovile in seguito alla settecentesca colonizzazione di Ponza, mentre più complesso ci risulta il groviglio politico e teologico in cui Papa Silverio si trovò durante il suo breve e difficile pontificato.
Evitando di ripercorrere approfonditamente i passi di quella triste storia, possiamo riassumere che Silverio, eletto papa l’8 giugno 536 sotto gli auspici del re ostrogoto Teodato, si trovò nel bel mezzo di una sanguinosa contesa fra Bisanzio ed i Goti. Giustiniano, imperatore d’Oriente, era alla ricerca di pretesti non solo politici, ma anche teologici per scacciare da Roma e dall’Italia i regni barbarici ed imporre la sua autorità nella speranza di riunire l’impero sotto un unico potere: il suo.
In questa aspra contesa, papa Silverio fu incolpato dal potere d’Oriente che la storia ci impersona nella figura di Teodora, moglie di Giustiniano, di aver appoggiato i Goti in Italia e, quindi, per questa colpa pretestuosamente e violentemente deposto. Con l’elezione al suo posto del fedelissimo Vigilio, avvenuta il 22 novembre 537 per ordine di Belisario su disposizione di Giustiniano, l’imperatore d’Oriente si era assicurato un valido alleato a Roma necessario per procedere indisturbato nel consolidamento della sua conquista.
Ma tenuto conto delle stragi che Belisario, feroce generale d’Oriente, e degli altri suoi colleghi fecero in Africa, a Napoli ed in altre zone d’Italia, è chiaro che molte popolazioni si batterono più per “i barbari” Goti che per “i civilizzati” Bizantini.
Lo stesso papa Silverio, poco prima della sua deposizione, coraggiosamente e consapevole del pericolo in cui si metteva, rimproverò severamente ed in pubblico il generale Belisario per l’inutile sangue versato tra le popolazioni e gli intimò di riparare quanto aveva causato. Giusto per comprendere l’entità di quella tragedia, è proprio in questo periodo che la popolazione dei Vandali residenti in Africa viene letteralmente sterminata dai bizantini per sparire per sempre dalla storia.
E’ in questo stesso contesto storico che troviamo le tracce di Papa Silverio nel resto d’Italia. Infatti, a quel tempo e prima che la Chiesa di Roma esplicitasse le sue considerazioni politiche e le sue giustificazioni teologiche per conciliare nella Fede “papa ed antipapa”, a torto o a ragione (tutto ancora da dimostrare) Silverio appariva tra la gente italica come l’alleato dei Goti ed il “nemico” di Bisanzio. Ne conseguiva che il culto di Papa Silverio, deposto ingiustamente e fatto morire con il martirio dall’imperatore d’Oriente, era un culto politicamente in contrapposizione con l’Oriente e, quindi, appoggiato non solo dai Goti, ma anche da quelle popolazioni italiche che erano in contrasto economico e commerciale con l’Oriente.
Se si va avanti nella storia di qualche secolo, abbiamo una chiara ed esplicita attività politica della Chiesa di Roma messa in atto proprio per riappropriarsi dei territori della Penisola ancora sotto il controllo bizantino, fino ad arrivare ad una forte contesa con Venezia, ultimo caposaldo d’Oriente. In effetti questa fu la stessa antica politica timidamente messa in atto da Papa Ormisda prima e da Papa Silverio dopo.
Ritornando alla guerra Gotico-Bizantina ed alla deposizione di Papa Silverio, il “Mélanges d’archéologie et d’histoire” afferma che la sua venerazione quale martire si propagò appena dopo la sua morte, con pellegrinaggi fino a Ponza ed invocazioni in molte chiese del nord.
Ripercorrendo i luoghi interni dell’Abruzzo, della Romagna e del Piemonte dove abbiamo rilevato il culto di San Silverio attraverso parrocchie ed antichi toponimi, a conferma di quanto ipotizzato abbiamo notato che tali tracce, ben lontane dalle coste bizantine, sono localizzate non a caso proprio nelle antiche roccaforti e lungo gli itinerari controllati dai Goti.
Patricia Canniccioni
11 Novembre 2014 at 19:00
Bonsoir,
je suis à Bonifacio, et je voudrai dire que je suis très heureuse d’avoir découvert ce site, car j’adore l’île de Ponza d’où est originaire toute ma famille: D’ARCO, DI MEGLIO, PIRO, CONTE.
Je voudrai dire que bien sur Saint Silvere est le patron des pêcheurs de Bonifacio et de toute la Corse, car ils sont arrivés par la mer en bâteau, et ont choisi de s’y établir.