A Ponza chi sancisce ufficialmente l’ingresso nella stagione autunnale è l’arrivo del pettirosso !
Stamane mentre pulivo la terra dalle erbe è spuntato dalla macchia, mi ha guardato ed è volato via.
Il melograno dalla buccia spaccata mostra i grani di sangue e il fico lascia alle lucertole i frutti residui, e soltanto qualche barca esce per tentare di catturare la ricciola. Per le strade più rancori che sorrisi, più rinunce che imprese. E gli scafi delle barche, dimessi nei cortili e negli spiazzi, insensibili al richiamo del mare che ancora non ha il livore dell’inverno.
Dal ramo il pettirosso mi ha degnato di uno sguardo attento. Voleva riconoscermi e farsi riconoscere. Poi si è imbucato fra la ramaglia del lentisco. Ha ripreso il suo territorio, l’ho desunto dalla sicurezza con cui si è mostrato e poi dileguato.
Sarà la compagnia degli isolani per l’intero inverno.
I maravizze stanno passando e, all’imbrunire, ll’arpaie. Lui, il pettirosso, rimarrà. E chiederà briciole di pane nelle giornate uggiose, e ci indurrà a consolarci quando, col vento freddo, noi dal vetro della cucina lo vedremo gonfiarsi nelle piume per contrastarne la furia. Sarà allora che gli parleremo, infantilmente, pregandolo di andarsi a riparare. E da allora diventerà compagno di dialogo. Lo avvertiremo sulle insidie che il gatto, mascalzone, va tramando; gli diremo della campana che chiama invano ad una preghiera. Uno scambio frettoloso e scarno. Noi a chiedergli una compiacenza e lui a negarcela, perché la solitudine umana non si colma se non con i propri simili. Ce lo ricorderà ogni giorno, lui.
“Non è vero piccolo batuffolo dal petto rosso?”
Adriano Madonna
20 Ottobre 2014 at 06:35
Complimenti a Francesco De Luca per il suo pezzo “E’ entrato l’autunno”. È pieno di sentimento, è davvero ben scritto e ci rammenta un po’ le letture delle scuole elementari, intrise di pascoliana memoria. Questa immagine del pettirosso che divide il lungo inverno con la gente di Ponza è molto delicata e composta, disegnata con una bella penna. Bravo Francesco!
Sandro Vitiello
20 Ottobre 2014 at 08:42
Aggiungo un aneddoto semiserio al bellissimo scritto di Franco.
L’autunno è la stagione della semina e tanti nostri compaesani passavano ore in solitudine a zappare, accompagnati solo dal rumore del vento o dal cinguettio di un pettirosso.
Un giorno di novembre di tanti anni fa un nostro conoscente stava zappando all’Incenso.
Dopo un po’ arriva a fargli compagnia un pettirosso che attacca subito con il suo cinguettio.
Sarà stato il silenzio e la solitudine, sta di fatto che nella testa del nostro amico il “cip cip” diventa “c’ ce mitt” – cosa semini?
Dopo un po’ questo non ne può del pettirosso e del suo cinguettio e ad alta voce gli risponde: “ce mecc’ i muort’ ‘i mammet’ e ‘i pàtet'”.