proposto da Sandro Russo
E torniamo all’autunno e alle sue atmosfere; ai colori smorzati… alle nebbie che nascondono, suggeriscono, fanno immaginare…
La luce gioca con le foglie e il rumore del vento riempie il silenzio. Siamo disabituati al silenzio; avvezzi a sovrastarlo o riempirlo con ogni mezzo.
Ma ci sono anche estimatori. E c’è una letteratura del silenzio…
Bosco autunnale, nebbia e silenzio
“…Vorrei scrivere parole che siano inserite in un gran silenzio, e non parole che esistono soltanto per coprirlo, e disperderlo: dovrebbero accentuarlo, piuttosto… (…)
…E’ così che voglio scrivere [come aveva visto ad una mostra di stampe giapponesi – Ndr]: con altrettanto spazio intorno a poche parole (…)
…Mi piacerebbe dipingere poche parole su uno sfondo muto (…) e la cosa più importante sarà stabilire il giusto rapporto tra parole e silenzio: il silenzio in cui succedono più cose che in tutte le parole affastellate insieme… (…)
…Non sarà un silenzio vago e inafferrabile, ma avrà i suoi contorni, i suoi angoli, la sua forma: e dunque le parole dovranno servire solo a dare al silenzio la sua forma e i suoi contorni, e ciascuna di loro sarà come una piccola pietra miliare, o come un piccolo rilievo, lungo strade piane e senza fine o ai margini di vaste pianure”.
[Da: Etty Hillesum (*) – Diario (1941-1943), Adelphi Milano 1996]
(*) Etty Hillesum è una giovane intellettuale ebrea-olandese, morta ad Auschwitz a 29 anni.
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[Un altro autunno. (4). Continua]