L’ultima settimana di agosto ho trascorso una vacanza meravigliosa a Corsano (Lecce) ospite, assieme ad Anna Maria, dei miei consuoceri. Un soggiorno interessante durante il quale ho avuto l’opportunità di visitare il Salento, da Otranto a Santa Maria di Leuca.
Ma ciò che ha attirato maggiormente la mia attenzione è stato il villaggio rupestre di Macurano. E’ un interessante sito archeologico del Comune di Alessano (Le) che si trova appena fuori dal centro abitato, sulla strada che porta alla tomba di Don Tonino Bello.
A prima vista dà l’impressione di un insediamento preistorico, ed è probabile che lo sia stato: il Salento, com’è noto, fu abitato da Messapi e Iapigi. Ma quando entri in quelle grotte, ti accorgi che esse, quantomeno, hanno subito delle profonde modifiche nel corso dei secoli. Infatti si scorgono addirittura i resti di un frantoio e una croce incisa nella roccia calcarea.
In base alle ricerche su internet e l’Enciclopedia Treccani, ho scoperto che nel 726 l’imperatore bizantino Leone III emise un editto con cui vietava il culto delle immagini sacre, ordinandone la distruzione. Ma i monaci basiliani si rifiutarono di eseguire gli ordini imperiali, per cui vennero perseguitati. Di conseguenza essi si rifugiarono lungo le coste dell’Italia Meridionale, fondando altri cenobi secondo la regola del loro fondatore S. Basilio (330 – 379): “prega e lavora” (ripresa nel VI secolo da S. Benedetto). Così quel villaggio testimonia ancora la loro presenza, come affermano diversi autorevoli studiosi.
Grazie all’amica Nicoletta Maglione, la cui famiglia mi ha ospitato, allego alcune foto da cui si rileva la massima cura che ha per quel sito l’Amministrazione Comunale di Alessano.
Un esempio da seguire per i nostri siti archeologici, non pochi: dalle necropoli dei Guarini e Bagno Vecchio al tunnel di Chiaia di Luna, alla Grotta del Serpente, alle cisterne romane ed altri ancora e… perché no, anche al Mitreo.
arturogallia
19 Settembre 2014 at 08:21
Molto bello il complesso rupestre di Macurano.
Quasi quasi l’anno prossimo vado in Salento… (provocazione).
Non sarebbe bello se una simile affermazione avesse come complemento Ponza anziché la località pugliese?
Oltre alla semplice conservazione e tutela del bene (culturale, archeologico, storico…), un processo di valorizzazione potrebbe portare frutti ECONOMICI per tutta la società ponzese (“società” nell’accezione proposta da Francesco De Luca).