A guardare i dipinti di Umberto Berrino, esposti nella saletta del ristorante “Il Capriccio”, lungo via Galano, sembra di entrare in un mondo visivo variegato e contrapposto di cui Ponza è l’essenza.
La luminosità dei colori che sfumano l’uno nell’altro, esalta la sovrapposizione e il susseguirsi delle percezioni che l’artista ha rielaborato in segni di un mondo di sogno.
Il bianco, il giallo dorato, le trasparenza del mare e la stessa attenuazione dei colori tipici delle case di Ponza ci portano nell’essenza di questo sogno: il mare, le rupi scoscese, il paesaggio dominato dalle abitazioni isolane.
E non c’è solo l’abbandono dell’anima nei dipinti su legno di Berrino.
E’ molto presente anche l’esigenza di un ancoraggio in elementi fortemente simbolici che siano testimoni della concretezza da cui è partito il sogno.
Allora è la forma a prevalere e ad imbrigliare lo spazio nelle immagini riconosciute della lanterna del molo o nella cupola della chiesa o del faro della Guardia.
Se Ponza è un sogno, come ogni sogno, rischia di dissolversi.
Gli elementi simbolici possono arginare questa eventuale deriva e Berrino sceglie a simboli fari e cupole di chiese, elementi fortemente connotati dall’azione umana: è l’uomo l’unico custode dei suoi sogni.