Da pochi giorni sono state pubblicate le norme relative al cosiddetto fermo biologico per i natanti che esercitano la pesca a strascico e a volante. La Commissione di crisi istituita presso il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali ha approvato, dopo aver sentito Assessori, associazioni di categoria, ecc…, e sempre in ritardo rispetto alle richieste di una gran parte della categoria, i provvedimenti su pesca a strascico e a volante, con l’esclusione delle unità abilitate alla pesca oceanica. Questo significa che i motopesca che “lavorano” in acque internazionali, lontani dalle nostre coste, potranno continuare tranquillamente a “prelevare” il prodotto. E’ come dire: anche se non esiste una linea di confine, immaginiamo che i pesci non la oltrepasseranno per non essere catturati.
Il Ministero ha previsto il fermo dal 2 al 31 agosto da Trieste a Bari, ma già nelle Marche lo vogliono far slittare al 30 settembre. L’Abruzzo ha annunciato di avere ottenuto lo slittamento dei trenta giorni a fine settembre, ed il Molise ha annunciato ricorso al TAR, già fatto, con effetto di sospensiva, ottenuto per il provvedimento di fermo dell’anno scorso. Da Brindisi ad Imperia, invece, e quindi anche Gaeta e isole ponziane, il fermo riguarderà il mese di settembre, ma Sicilia e Sardegna possono fare quello che vogliono. Sono regioni a Statuto Speciale ed i rispettivi assessorati, entro il 31 luglio, potranno scegliere.
In sintesi il calendario sarà questo (cliccare per ingrandire):
Rimborsi per armatori, con qualche “mal di pancia” tra le diverse regioni e cassa integrazione per i marittimi.