Premessa: l’argomento non è cosi peregrino come sembra. Da qualche tempo mi sono spesso trovata indecisa davanti a due marche di maionese. Ho alternato l’acquisto e l’uso di entrambe per cercare di venirne a capo. Però oggi finalmente, su un hamburger casalingo e in compagnia del ketchup mi si è accesa la lampadina… e ho capito qual è la mia preferita. Non so se è perché è davvero la più buona, ma ciò che mi ha richiamato alla mente non è solo buono. È. il meglio che c’è.
In un flash-back in cui nostalgia fa rima con ‘gola’ ho rivisto quel tubo di maionese, proprio con quei colori, a Ponza, sulla panca di una barca, accanto alla borsa termica, in una mattinata di sole e mare su una spiaggetta dietro ’u Spaccapurp’ (più o meno). Tanti tanti anni fa.
La cricca è quella di sempre, in cui campeggiano Franco (Zecca), Sandro (Russo), Fausto (Capozzi), mio fratello Silverio, e forse qualcun altro che ora non mi viene in mente.
Ci sono panini, confezionati e da confezionare, di solito sono due fette di pane ben imbottite; ma c’è anche chi sa fare di meglio.
Sandro e/o Franco ad esempio, dotati di un ‘sano appetito’ invece di un panino si sono preparati un’intera palatella: ma da autentici ‘gourmand’ quali erano e mi risulta siano tutt’ora non hanno utilizzato un unico materiale per il ripieno. Così, in senso orizzontale e per la lunghezza dell’intera palatella si alternano ripieni diversi, affettato, frittata, pomodoro, tonno, mozzarella, con l’insostituibile maionese sempre a portata di mano.
E i due fanno agli altri anche una puntuale telecronaca quando passano da un gusto all’altro, che peraltro salutano sempre con soddisfazione e allegria. Momenti indimenticabili, vero ragazzi?!
Un altro piccolo particolare: per evitare il rischio che il bagno faccia male dopo aver mangiato, ’a marenna si consuma direttamente in acqua, sedendosi a pochi centimetri dalla battigia dove l’acqua è bassa: così non si corrono rischi… Immagino che l’abbiamo fatto in tanti.
Il tubo della maionese per quanto di grande formato finisce sempre strizzato fino all’ultimo grammo.
Il paragone con la ‘madeleine’ di Proust è a dir poco blasfemo, lo so. Ma sapeste quanti ricordi mi ha riportato alla mente il sapore di ‘quella’ maionese.
Post Scriptum – Anche all’epoca spesso dalle pareti cadevano sassi. Ponza è sempre stata splendida e fragile. E noi l’abbiamo sempre amata e vissuta così.