Prima di tutto chiedo scusa a Claudio Izzi per non aver scritto prima. Il fatto è che rientrando a Latina verso fine giugno ho lasciato la macchina fotografica a Ponza, e senza foto un pezzo sul ‘suo’ orologio non avrebbe davvero avuto senso. Ne sono rientrata in possesso mercoledì, ed eccomi subito pronta a colmare il ‘colpevole’ vuoto.
Quando a giugno Gino Pesce mi ha telefonato dicendomi che una persona voleva parlarmi mi sono incuriosita: quando poi mi ha passato Claudio, che non vedevo da venticinque anni, non vi dico la sorpresa e l’emozione.
– “Sono a Ponza per festeggiare i 25 anni dell’orologio della piazza: mi sono ricordata che all’epoca c’eri anche tu. Verresti a festeggiare con noi?.
Detto fatto, l’indomani mattina alle 12 in punto ero anche io in compagnia della ‘ghenga’, una rimpatriata fra amici in un’atmosfera calda e festosa, emozionante, in cui anche il ricordo delle tante persone che non ci sono più, ricordate con affetto da Claudio, è stato tenero e dolce, privo di tristezza, nella cornice di una giornata piena di sole, con i colori di Ponza più belli.
A questo punto un minimo di ‘ricostruzione storica’ è necessaria.
Era il giugno dell’89 e Claudio Izzi (il suo cognome non lo sapevo proprio: per me era Claudio tout court), dopo otto anni trascorsi a Ponza, impegnato nella gestione del suo laboratorio orafo, prima di lasciare l’isola per altri lidi (è proprio il caso di dirlo) ha voluto regalare alla facciata dell’edificio comunale un orologio tutto nuovo, con i colori e uno stile più adatto alle mediterraneità dell’isola.
Così ha disegnato il ‘suo’ orologio e lo ha fatto realizzare da un artigiano toscano. Claudio, che in tutti questo tempo è tornato quasi tutti gli anni a Ponza, tranne che per il più recente lungo lasso di un intero lustro, come ha detto lui stesso nel suo scritto, ha voluto condividere questo compleanno con tutti gli amici di allora (a Ponza, mi sento di dire, non ci sono conoscenti, ma solo amici, quando ci sono) e si è ricordato anche di me.
All’epoca ero entrata da alcuni mesi nella Redazione di Latina Oggi, per la quale ho pubblicato un articolo con tanto di foto, che ho ancora davanti agli occhi.
Per le ‘nozze d’argento’ con il suo orologio, di cui ha riconosciuto con l’orgoglio dell’artista la bellezza dei colori nonostante il tempo trascorso, lo hanno attorniato con entusiasmo tante persone, tra le quali il sindaco di allora, Francesco Ferraiuolo. Gino Pesce ha allestito con la consueta bravura e signorilità un delizioso buffet, siglato dal brindisi finale ‘d’ordinanza’. Per rendere ancora più indimenticabile l’evento, Gioacchino e Loredana di T-shirt Makers, su Corso Pisacane, hanno realizzato una deliziosa T-shirt che riproduce l’orologio, con l’aggiunta della scritta “… settecentoottantottomiloniquattrocentomilasecondi… tredicimilionicentoquarantamilaminuti… duecentodiciannovemilaore… novemilacentoventicinquegiorni… venticinqueanni… insieme!!!” (io la maglietta ce l’ho, si capisce?!).
Da tutti questi anni Claudio vive e lavora a Mahè, nelle Seychelles, dove ricopre peraltro il prestigioso incarico di ‘console onorario’. Non sarà fascinoso come il Richard Gere dell’omonima pellicola, ma noi gli vogliamo bene e lo teniamo nel cuore, sperando prima o poi di andare a trovarlo nel suo meraviglioso arcipelago. Perché, si sa, a noi che siamo nati in un’isola piace continuare… ad andare per isole.
A presto dunque Claudio, e ancora grazie.
Adriano Madonna
6 Luglio 2014 at 18:04
Ho letto l’articolo di Luisa Guarino sull’orologio della piazza. Questi pezzi scritti con il cuore mi ricordano un po’ i racconti di Giovannino Guareschi, che con mio padre divise i giorni tristi del campo di concentramento, in Germania.
Oggi è raro leggere delle “cose così”, fatte d’animo e di sentimenti, di ricordi e nostalgie, con il sapore agrodolce del tempo passato che scandisce i suoi rintocchi nel ricordo di persone sensibili, proprio come un orologio: l’orologio della piazza di Claudio.
Grazie, dunque, a Luisa Guarino, che nel ventunesimo secolo, in un’epoca per certi versi un po’ arida, riesce ancora a farci battere il cuore.
Grazie!
Luisa Guarino
7 Luglio 2014 at 14:58
Un caloroso grazie da parte mia ad Adriano Madonna, per la sensibilità e l’attenzione. Il confronto naturalmente mi inorgoglisce e mi imbarazza, ma so che in quel ‘piccolo’ pezzo c’era tutto l’amore e il rispetto per la mia isola: per chi ha contribuito e contribuisce a renderla più bella e a viverla non come semplici spettatori passivi. Grazie ancora.
Franco Zecca
10 Luglio 2014 at 17:10
In riferimento all’articolo di Luisa sull’orologio della piazza di Ponza vorrei dire che ne esistono copie in formato ridotto di cui una è in mio possesso; mi venne regalata da mio cugino Angelo Zecca in occasione del mio 20° anniversario di matrimonio.
Non so con precisione quante copie ne siano state create; suppongo una diecina.
La copia che ho, oltre ad essere preziosa per me per il ricordo di una ricorrenza, lo è anche per la mirabile e semplice fattura con ogni particolare ben rifinito e molto simile all’originale. Non conosco però il nome dell’artigiano creatore e le motivazioni che lo indussero a fare questa piccola opera d’arte.
Sarebbe bello che magari si facesse, tramite i lettori di Ponza racconta, una ricerca se esistono ancora le altre copie e chi le possiede.
E’ chiaro che in futuro si potrebbe dare l’incarico allo stesso artigiano di farne altre copie e dare così a chi è lontano da Ponza l’occasione di veder trascorrere il tempo con l’immagine di un piccolo particolare dell’isola e con la grande emozione che si prova nell’immaginare di essere sul posto: …sott’ ‘u ‘ruloggie..!