Senza entrare nel merito del significato politico del termine “confino”, vorrei raccontare alcuni episodi inediti e simpatici sul “soggiorno forzato” del compianto e amatissimo presidente Sandro Pertini sulla nostra isola. Egli abitò per un periodo presso la famiglia di mia nonna e occupò una stanza che è parte dell’odierno Piccolo Hotel Luisa.
Mia madre Luisa è una fonte inesauribile di aneddoti e racconti – ha una memoria di ferro! – . Tra le sue storie c’è quella di Bricket, che nel dialetto ligure significa accendino (chiara l’influenza della vicina Francia) che mia madre aveva trasformato in ‘Brighetto’, il gatto di casa. Lei rivendicava il possesso assoluto del gattino ma Brighetto, furbo, andava a mangiare da Pertini e mia mamma lo accusava di essersene impossessato.
Indagando un po’ sul passato mi ha anche detto che Pertini era di famiglia agiata e un gran signore: molto spesso gli arrivavano dei pacchi postali pieni di ogni ben di Dio, cibo che lui divideva un po’ con tutti. A mia mamma, allora ragazzina, dava delle caramelle, vere leccornie per l’epoca.
La casa dove alloggiava Pertini era la classica casa a cupola con un terrazzo che ospitava un bagno di lato. Il terrazzo dava sulla vallata di Chiaia di Luna, meglio ancora sulla strada Chiaia di Luna (che è quella che parte da Sant’Antonio e si incrocia con la Via Panoramica all’altezza della spiaggia).
Sotto la casa si trovava il classico arco a sorreggere il terrazzo e sotto l’arco stavano sempre appesi grappoli di pomodori e trecce di aglio e cipolle, come era in uso tra i contadini, all’epoca.
Due militi del Fascio facevano da piantoni per ventiquattr’ore senza interruzione.
Dietro vi era una scalinata esterna che collegava l’appartamento di Pertini al pian terreno.
Come dicevo la stanza e la scalinata sono tuttora presenti e sono parte dell’albergo.
La stanza è arredata, neanche a farlo apposta, con mobili Liberty provenienti da Savona.
Per far valere la loro autorità, i militi entravano in casa per ispezioni di controllo più volte al giorno e anche di notte.
Pertini – a detta di mia madre – era un tipo piuttosto vendicativo e per niente pronto a ‘porgere l’altra guancia’. Per far dispetto ai miliziani nei giorni di pioggia prendeva l’ombrello e si faceva un giro per Ponza .
Per regolamento militare alle guardie era vietato usare l’ombrello e così ogni volta che pioveva si facevano un bagno completo.
Quando erano ben zuppi di pioggia tornava a casa e, trascorsi pochi minuti riprendeva l’ombrello e ripartiva nuovamente …e giù altra acqua addosso ai miliziani.
Pertini in quel periodo iniziò una piccola (o grande) storia d’amore con la cugina di mia madre, Giuseppina Mazzella. In cambio di qualche caramella mia madre faceva da sentinella ed era pronta a dare l’allarme in caso di controllo…
Di questa storia si è già parlato diffusamente ma è interessante sottolineare che quando i due giovani si lasciarono per il trasferimento di Pertini, si scambiarono la promessa di rivedersi alla fine della guerra e coronare il loro sogno d’amore.
Pertini – preso da tutti gli impegni politici del dopo Liberazione non venne più a Ponza e mancò di mantenere la promessa fatta a Giuseppina.
Molto tempo dopo – Giuseppina era nel frattempo emigrata in America e aveva messo su famiglia – ormai anziana arrivò in Italia con il figlio Andrew che aveva contattato il Presidente a nome della madre.
E il presidente Pertini mandò una macchina all’aeroporto a prendere Giuseppina con il figlio e li ospitò al Quirinale.
Poco dopo il loro incontro ed in preda all’emozione Giuseppina – che si era sposata molto tardi negli anni – chiese a Sandro: – Io ti ho aspettato per tanto tempo, perché non sei più venuto ?
Pertini non rispose e con un sorriso sornione cambiò argomento.
Da una conversazione con Silverio Lamonica – allora vice-sindaco – ho appreso di quella volta che si era recato a Roma ed era stato ricevuto (insieme ad altri membri dell’amministrazione di allora) al Quirinale (leggi qui).
Pertini aveva riconosciuto all’istante i percorsi che era solito fare, le sue passeggiate da confinato: accarezzando con il dito la cartina che gli avevano portato in visione, mostrò di ricordare le tante strade che aveva esplorato in quegli anni lontani, la salita verso Chiaia, il centro e S. Antonio…
1976. Sindaco e Giunta di Ponza ricevuti al Quirinale dal presidente Pertini – Per l’identificazione dei partecipanti, cliccare sul link riportato sopra
No che non aveva dimenticato, anche se non era mai tornato.
Immagine di copertina: il presidente Pertini con il sindaco di Ponza Don Mario Vitiello all’udienza del 1976